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La folle estate italiana in musica. Ecco la TOP 100 dei tormentoni 2021 – “YELLOW” SELECTION (dalla 20 alla 1)

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L’estate ormai ci ha abbandonati. Il freddo, purtroppo o per fortuna a seconda delle esigenze di ciascuno di noi, ha preso il sopravvento, lasciando spazio alla brezza autunnale e allontanando una vastissima produzione musicale made in italy, composta da tanti tormentoni, reali, potenziali, di successo, mancati, sfiorati, non calcolati.

Per celebrare l’ultima volta la stagione più calda dell’anno, ci siamo concessi una vera e propria follia, stilando una classifica. Ma non la solita classifica, non la solita top 20, o top 50, bensì una imponente top 100, facendo convivere all’interno tutte le personalità che gravitano all’interno del panorama musicale italiano, dagli artisti meno conosciuti, di nicchia, a quelli più in auge o popolari, senza distinzione.

Dopo aver scoperto le prime 80 posizioni con le selectiongrey“, pink“, greene “red, scopriamo finalmente le ultime venti caselle. Chi sarà alla numero uno?

20. Colapesce & Dimartino feat Ornella Vanoni, Toy boy (clicca qui per la nostra recensione)

Poteva essere per dispersione “IL” pezzo dell’estate. Ma è stata in parte un’occasione persa perché non è abbastanza sporca. La versione più dirty proposta a Propaganda Live qualche mese era nettamente più divertente, spregiudicata e deliziosa. Ma resta il sorriso.

19. Sangiovanni, Malibù  (clicca qui per la nostra recensione)

Solo tutti i creatori dell’universo sanno quanto ci ha sfracellato tutto lo sfracellabile possibile questo brano, in cui funziona tutto, ma davvero tutto, Sangiovanni è davvero bravo. Ma adesso basta.

18. Mietta, Milano Bergamo (clicca qui per la nostra recensione)

Mietta non si smentisce e firma una delle sorprese più liete di tutto il periodo estivo. Una canzone incentrata sul girl power, quello vero, sulla potenza erotica al femminile che spadroneggia e rivolta l’uomo come un calzino. Approvatissimo.

17. Nu Genea, Marechià (clicca qui per la nostra recensione)

Marechiaro“, il classico della canzone partenopea, rimodulato 250 anni dopo diventa un affresco di vita, di funky, di sapori, di odori, di indimenticabile caos. L’ennesima meraviglia sfornata da un duo che non smette mai di stupire.

16. Måneskin , I wanna be your slave (clicca qui per la nostra recensione)

Inutile ribadire l’incredibile impatto della band romana nel mondo dopo la vittoria all’Eurovision. “I wanne be your slave” ha accompagnato la nostra estate in tutti i nostri device, nei reel, nei tiktok, poi in radio, su Spotify, ovunque. Un tripudio che, seppur forse con un passaggio non particolarmente audace poi riproposto in variazione (“Mammamia“), non può passare inosservato.

15. Gaia, Boca (clicca qui per la nostra recensione)

A primo ascolto non convince tantissimo. Ma ascoltandola con attenzione si percepisce tutta la personalità dell’artista, sinuosa e sensuale, dirompente e originale che, siamo certi, emergerà ancora di più con l’uscita del nuovo album (rilasciato tra l’altro oggi, venerdì 29 ottobre).

14. Levante, Dall’alba al tramonto

Un lento ci sta. Pubblicato per accompagnare l’uscita del suo ultimo romanzo, Levante ha accarezzato le nostre giornate roventi con una ventata di malinconia, impreziosita da un inciso in crescendo abile a insidiarsi con prepotenza nella nostra testa.

13. Ghali con Liberato e J Lord, Chiagne Ancora 

Tormentone per palati fini se non finissimi. Un inaspettato incontro tra tre universi abbastanza lontani, uniti da un produzione super fresh tutta da ballare. La hit alternativa che aspettavamo noi con la puzza sotto il naso.

12. Carl Brave feat Noemi, Makumba (clicca qui per la nostra recensione)

Una sorpresa. Anche qui un incontro inaspettato tra due artisti diversi, dove la rossa si mette, finalmente, in gioco, spalmandosi senza sforzo e con classe nelle atmosfere certamente più care al rapper romano. Pezzo da cantare con il ventaglio e con un quarto di vino, rigorosamente della casa, in mano.

11. Fedez con Achille Lauro e Orietta Berti, Mille (clicca qui per la nostra recensione)

Da una parte la genialità del cantautore-imprenditore per eccellenza di pescare, dopo Sanremo, l’Oriettona Nazionale. Dall’altra la partecipazione di un artista che si pone molto più elevato di quello che in realtà è per poi prestarsi a un passaggio per carità divertentissimo, ma decisamente in zona sputtanamento. Ma Achille Lauro, in realtà, chi è?

10. Post Nebbia, Veneto d’estate 

Quanto è ipnotico questo brano, meraviglioso, insidioso, tremendamente evocativo. Un affresco di noia, del nulla, dell’umidità più fastidiosa descritta con la semplicità di chi le canzoni le sa scrivere, trovando la super trovata di citare il capolavoro di Fabi-Gazzè. Tutta da ascoltare.

9. Samuel e Francesca Michielin, Cinema (clicca qui per la nostra recensione)

L’elettropop elegante di Samuel, l’apporto di una Francesca Michielin da ormai in qualche mese in stato di grazia. Un testo che cita, seppur in modo molto semplicistico, registi e cultura cinematografica generale con un ritornello iper orecchiabile, immediato e non scontato. Una gioiellino.

8. Yungest Moonstar feat Tha Supreme e Neffa, uNa DiReZioNe giUsTa (clicca qui per la nostra recensione)

Chi ama il soul italiano potrebbe commuoversi, o arrabbiarsi tantissimo. Ma questa riproposizione di ThaSup del pezzo cult di Neffa è una vera e propria dichiarazione d’amore, utile per sottolineare non solo un ponte tra due generazioni ed epoche musicali, ma anche la nuova via di una trap che sta iniziando ormai da tempo a trovare ispirazioni ancora più varie e lontane dall’hip hop.

7. Gianni Morandi, L’allegria (clicca qui per la nostra recensione)

Sopra un Gianni Morandi scatenato, sotto una produzione acidissima, folle, iper prodotta e iper sincopata. Il connubio è straniante quanto avvincente. Gianni è veramente un eterno ragazzo, Rick Rubin e Jovanotti pure.

6. Liberato, E TE VENG’ A PIGLIÀ (clicca qui per la nostra recensione)

Tanti lo imitano, nessuno riesce a replicarlo. Liberato è imprevedibile, come è imprevedibile è la sua musica, così romantica, così malinconica, così pregna di piccoli dettagli che non possono fare altro che mandare in tilt chi ascolta. Santo subito.

5. Marco Mengoni, Ma stasera (clicca qui per la nostra recensione)

Sì, l’attacco dell’inciso è identico a “Maracanà” di Emis Killa. Sì, la produzione è molto simile ad altre dei Purple Disco Machine. Due aspetti che però passano in secondo piano, in quanto il pop a tinte soul elegante di Mengoni cancella tutto il resto, catturando chi ascolta in un ritornello a doppia corsia, dove riesci a ricordarti perfettamente sia la linea melodica che il riff del synth. Mengoni è sempre Mengoni.

4. Mahmood, Klan (clicca qui per la nostra recensione)

Adorare Mahmood. Poteva fare qualsiasi cosa dopo aver vinto il Festival di Sanremo e aver ricevuto un ottimo consenso all’Eurovision. Poteva sfornare un album quadrato e prevedibile. Non è andata così. “Ghettolimpo” è una miscela di suoni meravigliosi, a volte sperimentali, pieni di idee e di belle intuizioni. “Klan” è un ottimo brano rappresentativo, storto, martellante, diverso da tutto ciò che ascoltiamo di solito d’estate.

3. Madame, Marea (clicca qui per la nostra recensione)

Lunga vita alla carne, lunga vita a Madame che, scardinando tutto lo scardinabile, ha firmato un pezzo magmatico a sfondo sessuale in salsa femminile. Potentissimo, colto, imprevedibile. Era dai tempi di “America” di Gianna Nannini che non si sentiva qualcosa di così tanto potente nel pop.

2. Anna, Drippin’in Milano (clicca qui per la nostra recensione)

Il pezzo rap più figo dell’estate, strutturalmente semplicissimo, appoggiato su un riff di chitarra in cui la nostra surfa trovando nuovi flow, nuove belle formule melodiche confezionate alla perfezione. Ipnotico e irresistibile. Impossibile rimanere fermi.

1. Blanco e Sfera Ebbasta, Mi fai impazzire (clicca qui per la nostra recensione)

La migliore strategia per dominare d’estate? Non fare un pezzo estivo. Blanco e Sfera, che rappresentano quanto di più impattante c’è stato nella musica italiana nell’ultimo decennio, lo hanno capito anzitempo, facendo impazzire tutti con un suono, per il contesto, “nuovo”, utile per sottolineare la forza animalesca dell’artista più giovane e l’incredibile adattamento del trap king anche in territori non semplici. Il ritornello arioso, adatto a ogni situazione, unito a un ponte diventato già cult, ha convinto tutti, ribaltando finalmente le regole: addio maracas, addio ritmi bachata, addio cocktail di ogni tipo, addio nomi improbabili di località. Siamo davanti a una nuova era.

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Grafica a cura di: ANDREA BUTERA