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Ddl Zan. Ecco i primi cantanti (e non solo) schierati a favore della legge contro l’omotransfobia – IN AGGIORNAMENTO

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Una legge giustissima che mira a colpire l’odio e a dare un piccolo segno di rispetto verso tutte le forme di amore. Eppure il Disegno di Legge Zan, nonostante una causa ammirevole, è inspiegabilmente bloccato al Senato, dopo il passaggio alla Camera lo scorso novembre. Il motivo è il duro contrattacco di Lega e Fratelli d’Italia.

Il disegno di legge, che porta il nome del relatore Alessandro Zan, prevede modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.

Tra i personaggi famosi che hanno preso posizione ci sono Fedez (“Questa legge dà più diritti a chi non ne ha, easy“), Elodie ( – verso i leghisti in Senato – “Questa gente non dovrebbe essere in parlamento. Questa gente è omotransfobica”), Malika Ayane (“Promuovere la lettura di un disegno di legge che prevede non il sacrificio di un’opinione, ma la tutela di chi, per quello che è, viene ogni giorno maltrattato ed è in pericolo di vita”), Alessandro Cattelan ( – verso gli omofobi – “La legge Zan vi limita nel caso in cui il vostro programma per oggi sia uscire e picchiare persone a caso, per strada. In ogni caso per voi, il tempo, è ormai scaduto”), Claudio Amendola, Simona Ventura, Loredana Bertè, Patty Pravo, Paola Turci ( – contro Pillon – “In un Paese normale farebbe un altro mestiere”), Nicola Piovani (“Sostenere il passaggio al Senato della legge Zan è il minimo passo che possiamo fare sulla strada della nostra civilizzazione”), Levante ( – a Pillon – “Si faccia aiutare, non è mai troppo tardi per iniziare un percorso di terapia“), Fiordaliso (“È una legge per i diritti civili, cosa aspettano a farla?”), Michele Bravi, Mahmood, Piero Pelù (“Omotransfobia, chi ne ha paura? Cosa aspettiamo a diventare un Paese civile?“), Maurizio Costanzo, Roberto Saviano, Luciana Littizzetto, Veronica Pivetti, Alessio Boni, Alessandro Gassmann (“A chi dice no al DDL Zan ricordo le persecuzioni degli omosessuali durante il Terzo Reich”), Claudio Santamaria (“Mi avvilisce che ancora in Italia si debba parlare di queste cose. Sono un razzista al contrario. Ghettizzerei chi fa della diversità un modo per sfogare le proprie frustazioni. Queste persone andrebbero rieducate”), Andrea Bosca, Laura Chiatti, Ludovica Bizzaglia, Serra Yilmaz, Donatella Versace, Michelle Hunziker (“Devono essere puniti gli atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere. Hanno rotto. Storie come quella di Malika, buttata fuori di casa dalla propria famiglia, con minacce, perché si è innamorata di un’altra ragazza, non ne vogliamo più sentire. Basta. Siamo nel XXI secolo, bisogna evolversi. E laddove non c’è il buonsenso, purtroppo ci vuole una legge, che regolamenti i comportamenti delle persone”), Stefania Orlando, Victoria Cabello, Benedetta Parodi, Cristina Parodi, Martina Colombari, Maria Grazia Cucinotta, Rossella Brescia, Nina Soldano, Guenda Goria, Luca Tommassini, Vladimir Luxuria, Alessandra Mussolini, Monica Cirinnà, Beppe Sala, Enrico Letta, Alba Parietti, Barbara D’Urso, Mara Venier, Antonella Elia, Sandra Milo, Stefano De Martino, Lucia Mascino, Marica Pellegrinelli, Elisabetta Franchi, Marta Flavi, Jo Squillo, Chadia Rodriguez, Vergo, Daniela Pedali, Roby Facchinetti, Costantino, Csaba dalla Zorza, Rocco Fasano, Alessandro Antinelli, Enrico Bertolino, Dario Vergassola, Massimo Bottura, Carlo Cracco, Rocco Siffredi, Claudio Marchisio, Federico Cesari, Diego Passoni, Marco Carta, Pierdavide Carone, Giovanni Caccamo, Edoardo Purgatori, Gabriele Rossi, Enzo Miccio, Mara Maionchi, Nada, Orietta Berti (“Ai gay preme soltanto che ci sia il rispetto della persone, che non siano uomini e donne da additare, che non si sentano diversi dagli altri. È illogico dire di no a una legge così. A chi dice che c’è il Covid, che c’è la crisi, io rispondo che ci sono anche questi problemi“), Cristina D’Avena, Fiorella Mannoia, Nina Zilli, Tiziano Ferro, Alex Britti, Arisa, Noemi, Alessandra Amoroso, Annalisa, Francesca Michielin (“C’è bisogno di emarginare al più presto le dinamiche discriminatorie e violente ancora diffuse nel nostro Paese e proprio per questo la legge Zan dev’essere una priorità. Su alcune cose, a mio avviso, non è possibile avere un’opinione, perché sono necessarie, senza se e senza ma. La tutela dell’essere umano è un sacrosanto diritto a prescindere dall’orientamento sessuale o dal genere”), Paola Iezzi, Syria, Virginio (intervistato da OAPlus dice: “Credo sia vergognoso che un Paese civile, come il nostro si propone di essere, non abbia ancora una legge che difenda i più fragili e le persone vittime della cattiveria altrui”), La Rappresentante di Lista (“Il DDL Zan si inserisce perfettamente all’interno di una serie di proposte di legge che permetterebbero al sistema burocratico e giuridico italiano di allinearsi all’Europa più virtuosa. Spesso la società civile prende coscienza dell’importanza di alcuni temi prima di chi è chiamato a legiferare”), Margherita Vicario (“Penso che a forza di insistere l’unione faccia la forza e quindi stiamo lottando tutti affinché vinceremo questa battaglia. Dobbiamo fare il possibile, siamo fiduciosi, noi da cittadini possiamo solo esercitare una pressione su chi poi detiene il potere”), Folcast, Wrongonyou, Achille Lauro (“Quando sento dire che la legge Zan non è una priorità mi sento nella preistoria. E sono anche impaurito. Ho paura perché le persone che hanno 60/70 anni hanno fatto delle battaglie per i diritti e la Storia non ci ha insegnato niente. È assurdo”), Mietta, Federico Zampaglione dei Tiromancino, Ermal Meta, Lodo Guenzi con i ragazzi de Lo Stato Sociale (“La legge vuol combattere solo chi la sua opinione la vuol far prevalere con la violenza. E purtroppo queste persone non sono poche. Se fossimo in un Paese civile non ci sarebbe bisogno di una legge così. Invece serve, e con urgenza“) e il direttore di Vanity Fair Simone Marchetti, che sostiene il DDL Zan con l’iniziativa social #diamociunamano.

Molti di loro si sono scagliati contro uno dei principali detrattori (oltre Matteo Salvini e Giorgia Meloni), ovvero il senatore Pillon. 

Paola Turci

Arisa

 

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Michelle Hunziker

 

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Alex Britti

 

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Nicola Piovani

Donatella Versace

 

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Alessandra Amoroso

 

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Paola Iezzi

 

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Patty Pravo

 

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Loredana Bertè

 

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Mietta

 

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