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Sergio Mattarella accetta il bis come Presidente della Repubblica: grande esempio di responsabilità che rafforza l’Italia e frantuma i partiti

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Sergio Mattarella accetta il bis come Presidente della Repubblica: grande esempio di responsabilità che rafforza l'Italia e frantuma i partiti

Il sacrificio di Mattarella per l’interesse collettivo dona stabilità all’Italia, ma i partiti ne escono divisi. È scontro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini e tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.

Le dichiarazioni di Sergio Mattarella, rieletto Presidente della Repubblica per altri sette anni con la fumata bianca arrivata il 29 gennaio, all’ottava votazione con 759 voti a suo favore, stridono con una contemporaneità in cui a dominare sono un individualismo sfrenato ed egocentrico e un’incontenibile sete di ricchezza e potere personale.

Dopo il fallimento da parte delle coalizioni politiche di arrivare ad un nome alternativo trasversalmente condiviso e sostenuto, il nostro amato Capo dello Stato ha dato forfait al trasloco dal Quirinale, mandando in frantumi le sue esigenze di vita, a 80 anni d’età, per far sì che l’Italia possa superare la crisi che sta attraversando su più piani, e non perdere – attraverso una stabilità di governo e un ambizioso calendario di riforme che solo lui può garantire – gli oltre 200 miliardi di euro del Recovery Fund che l’Unione Europea ci ha destinato per il rilancio dell’economia.

Al termine dell’incontro con i Presidenti del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e della Camera, Roberto Fico, che gli hanno comunicato l’esito della votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica, Matterella ha pronunciato le seguenti parole:

“Ringrazio i Presidenti della Camera e del Senato per la loro comunicazione.

Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti.

I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando – sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale – richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento.

Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”.

 

Un Presidente empatico e responsabile dunque, che ha saputo mediare tra emotività e istituzionalità riportando a galla l’antico motto di Cicerone: “l’interesse del singolo coincide con quello della società”.

La rielezione di Sergio Mattarella, il più votato di sempre dopo Sandro Pertini, ha riscosso un consenso nazionale e internazionale incredibile. A complimentarsi con lui attraverso Twitter anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il presidente della Francia Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

E se da un lato il nuovo mandato rafforza l’attuale governo di Mario Draghi, dall’altro manda in frantumi il quadro politico interno. A partire dalla coalizione di destra che ha sbattuto contro il muro di no, anche interni, riservato ai suoi candidati. Tanti i nomi che sono risultati ineleggibili al ruolo di Prima Carica dello Stato: da Silvio Berlusconi, con dei processi ancora pendenti e altri caduti in prescrizione, per cui nulla è servita l’operazione scoiattolo di Vittorio Sgarbi, soprannominato il “telefonista”, alla sua amica Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna a presiedere Palazzo Madama, sempre visibilmente spaesata dinanzi alla conoscenza dei regolamenti e a proprio agio sulle auto e gli aerei blu. La Casellati ha perso la prova di forza contro la sinistra per l’ambita poltrona d’onore finendo nella casella dei “flop” assieme ad altre personalità sgradite, per le loro idee, alla comunità gay e LGBT come Marta Cartabia, Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio.

La Lega di Matteo Salvini si è nei fatti slegata da Alleanza Nazionale di Giorgia Meloni e da Forza Italia, coordinata dal vicepresidente Antonio Tajani. A mettere in evidenza le divisioni interne al partito dei 5 Stelle invece l’ipotesi Elisabetta Belloni, caldeggiata da Giuseppe Conte, il primo a voler indirizzare i voti verso una donna. Enrico Letta era d’accordo, Matteo Salvini anche, dopo i vari nomi bruciati dalla sua coalizione. Ma alla fine si è fatto quadrato su Sergio Mattarella ed è venuta fuori la spaccatura interna ai 5 Stelle. Per Luigi Di Maio una donna come la Belloni, così meritevole e stimata per la sua bravura come attuale responsabile dei servizi segreti italiani, non doveva essere buttata nel gioco senza un accordo comune. Anche perché le perplessità sulla compatibilità del suo ruolo con la Presidenza della Repubblica sono avallate anche da autorevoli giornalisti, come  la direttrice del TG 1 Monica Maggioni, la direttrice del TG 3 Simona Sala, la conduttrice di “Mezz’ora in più” Lucia Annunziata, la conduttrice di “Cartabianca” Bianca Berlinguer e lo storico e editorialista del Corriere della Sera Paolo Mieli.

Il quadro politico appare dunque frammentato e Giorgia Meloni, leader dell’opposizione presa in considerazione solo dai suoi elettori e unica a non gioire del Mattarella bis, tuona: “In questo momento non siamo alleati di Lega e Forza Italia… Centrodestra polverizzato, ne esce a pezzi”. Ma non tutti i mali vengono per nuocere,

Grazie Presidente.

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Crediti Foto: LAPRESSE