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Sanremo 2023

Sanremo 2023: le pagelle della quarta serata. Mengoni incantevole, Giorgia ed Elisa super Sayan

Giorgia ed Elisa come Goku e Vegeta, Mengoni in stato di grazia. Gianmaria vola in alto con Manuel Agnelli, Paola & Chiara e Articolo 31 dei manifesti generazionali. Ecco le pagelle di OA Plus sulla serata dei duetti di Sanremo 2023

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Giorgia ed Elisa

Le pagelle della quarta serata di Sanremo 2023. La famigerata puntata dei duetti del Festival di Sanremo 2023 è finalmente terminata. Un livello generale decisamente buono quello proposto dai 28 cantanti in gara, anche se non sono mancati scivoloni clamorosi e le solite, graditissime, soprese. 

Ma chi avrà ricevuto la valutazione più alta? Non ci resta che scoprilo.

PAGELLE DELLA QUARTA SERATA SANREMO 2023

ARIETE & SANGIOVANNI, Centro di gravità permanente (Franco Battiato) 1

Si parte malissimo. Manuale su come NON fare una cover. Prendi una canzone iper conosciuta per la sua sacralità, di fortissima matrice identitaria, la rispetti dal punto di vista musicale lasiandola così com’è, quindi la distruggi. Ariete e Sangio diventano piccolissimi di fronte alla leggera maestosità del Maestro, risultando piatti, imprecisi e inopportuni.

WILL & MICHELE ZARRILLO, Cinque giorni (Michele Zarrillo) 6

Fa quello che puó, portando il romanticismo del brano in una zona Amici friendly, quando si apre fa intravedere anche delle belle colorature. Contrasto strano, gap generazionale esagerato, ma in qualche modo si  difende.

ELODIE & BIG MAMA, American woman (Lenny Kravitz)

Super endorsment di Elodie che fa un grande ingresso da diva mostrando una nuova sfumatura al pubblico generalista (questo brano lo esegue spesso live durante i suoi concerti). Quindi, abbiamo una notizia. Elodie funziona anche sulle strutture più elettriche, non solo sull’elettronica. Regge il palco come poche anche in passaggi difficilissimi come questi. Un altro passo in avanti, anche più significativo del super medley che presentò all’Ariston da ospite 2 anni fa. Big mama regge bene la situazione. E non era facile.

OLLY & LORELLA CUCCARINI, La notte vola (Lorella Cuccarini)

Non è una cover è proprio un nuovo brano 3.0 con feat completamente rifatto. Potrebbe essere addirittura una hit. Operazione che segue con intelligenza la wave del revival.

ULTIMO & EROS RAMAZZOTTI, Medley di Eros Ramazzotti 5

Si parte con “Adesso tu“. Prima Ultimo da solo con piano, poi entra Eros con l’orchestra. Si passa a  “Un’emozione per sempre” (con tanto di vuoto di memoria momentaneo dell’autore), quindi “Più bella cosa“. Ma fanno un errore terrificante. Puntano più sulla celebrazione del momento che sull’emozione, aspetto che sgonfia un po’ il tutto.

LAZZA, EMMA & Laura Marzadori, La fine (Nesli, reinterpretata da Tiziano Ferro) 6

Performance confezionata per incidere e andare in alto. Più che la prova dei due, ottima, a spiccare è l’orchestrazione e il violino della straordinaria Marzadori. Il pezzo è forse il più coverizzato tra tutti quelli più recenti. Ad Amici ad esempio lo eseguono sempre, motivo per cui invitare Emma non sembra essere stata una idea granché originale. Ma per l’obiettivo prefissato la scelta è stata vincente.

TANANAI, DON JOE & Biagio Antonacci, Vorrei cantare come Biagio (Simone Cristicchi) 7+

Tananai in questo Festival non sta sbagliando assolutamente nulla. Trova la trovata del secolo. Sceglie “Vorrei cantare come Biagio” chiamando proprio Antonacci che ovviamente entra nello special, poi i due si lanciano inaspettatamente in “Sognami“. Questo, al contrario di Ultimo ed Eros, non è una celebrazione bensì un’operazione studiata nel minimo dettaglio. La paraculata – perché questo è – si interrompe dunque a metà lasciando spazio a un duetto vero e proprio. Geniale e diabolico.

SHARI & Salmo, Medley di Zucchero Hai scelto il diavolo in me 7

Shari parte da sola con una coraggiosissima e iper soul “Hai scelto me“. Poi entro Salmo carico a pallettoni su “Accendi un diavolo in me” e la partner lo accompagna con dei vocalizzi. Un paluso all’arrangiamento, con nota di merito alla parte ritmica (batteria di altissimo livello). Salmo si mette da parte, rinuncia alla sua strofa, e segue solo il testo originale. Ottimi.

GIANLUCA GRIGNANI & ARISA, Destinazione paradiso (Gianluca Grignani) 10

Più che una performance, un happening anni Sessanta. Andiamo con ordine. Gianluca attacca completamente fuori tempo (Vessicchio Direttore per una sera chiamato esclusivamente per il meme, osserva perplesso), poi parte una strana esecuzione sui toni del blues con i due che non duettano, bensì vanno completamente per i fatti loro. Poi, a metà esecuzione, decidono di coinvolgere il pubblico, andando uno a ponente e l’altra a levante. Sparano poi il bridge a batteria sola, allungano ancora di più la durata del pezzo avvicinandosi soprattutto alle prime file. Arisa, spavaldissima, tenta addirittura il blitz porgendo il microfono (senza successo) al Direttore del prime time Stefano Coletta. Una porcata? Macché. È stato un momento indimenticabile e punk, proprio come sono Grignani e Arisa.

LEO GASSMANN, EDOARDO BENNATO & Quartetto Flegreo, Medley di Edoardo Bennato 6-

Partono con “A cosa serve la guerra” con una divisione delle sezioni perfetta, poi “L’isola che non c’è” e “La canzone di Capitano Uncino“. Duetto di mestiere, ma l’amalgama si perde via via con lo scorrere della performance.

ARTICOLO 31 & Fedez, Medley Articolo 31 8

È qui la festa!!!!!!! Ed è questa la festa che volevamo. Un vero e proprio concentrato di successi dello storico duo del rap (“Italiano medio-domani smetto-spirale ovale- gente che spera-volume-la fidanzata-maria maria-funkytarro-tranqui funky-un urlo“). Su “Maria maria” Ax e Fedez gridano un fragoroso “Giorgia, legalizzala!” Un momento eccezionale per noi, millennials, che sono cresciuti a pane e Articolo.

GIORGIA & ELISA – Luce (Tramonti a nord est) (Elisa) / Di sole e d’azzurro (Giorgia) 9+

Due super Sayan nel momento della fusione. Se “Luce” risulta bellissima ma prevedibile, la vera meraviglia è toccata in “Di sole e d’azzurro“, con un crescendo che raggiunge il climax in un acuto pazzesco eseguito all’unisono. Al termine cade giù l’Ariston. E non può essere altrimenti.

COLAPESCE E DIMARTINO con CARLA BRUNI, Azzurro (Adriano Celentano) 4

La parte migliore è senza dubbio l’arrangiamento, curato dal mitico David Rossi, ma l’operazione risulta comunque incomprensibile. Il pezzo è davvero inflazionato, e neanche Carlà risolve la situazione. Quando la resa non regge l’idea. Capita anche ai più bravi.

I CUGINI DI CAMPAGNA & PAOLO VALLESI , La forza della vita (Paolo Vallesi) / Anima mia (I Cugini di Campagna)

Voce del verbo spaccare. Splendida l’affinità tra Paolo e Cugini (e che bomba l’arrangiamento de “La forza della vita“). “Anima mia” fa il resto. Esecuzione semplicemente impeccabile.

MARCO MENGONI & KINGDOM CHOIR, Let it be (The Beatles) 10

Avete presente quando ascoltate qualcosa e vorreste non finisca mai? Ecco. Marco si prende il rischio più grande. Non pesca dal repertorio piacione italiano, non punta all’effetto revival, non invita nessun ospite da celebrare. Chiama i suoi amici (perché parte del coro condivide con lui il palcoscenico durante i suoi tour), lanciandosi in una “Let it be” con sfumature gospel e soul, tanto trasporto e virtuosismi da brividi. Alla fine si fa prendere la mano, ma è un valore aggiunto. Marco è in totale stato di grazia. È giusto che si prenda il leone, è giusto che ci rappresenti in Europa.

gIANMARIA & MANUEL AGNELLI, Quello che non c’è (Afterhours) 9

Gianni ha descritto il brano come il più bello del repertorio degli Afterhours. Noi osiamo. Questa è una delle canzoni più belle della musica italiana in assoluto. Gianmaria, che sta facendo un Festival bellissimo, regge l’urto. Manuel gli lascia il giusto spazio, per poi esplodere nel finale. Splendido l’arrangiamento (super band sul palco). Bella anche la resa scenica, semplicissima ma d’impatto.

MR RAIN & FASMA, Qualcosa di grande (Cesare Cremonini)

Strofa inedita per Mr Rain, poi l’inciso con vocoder. Fasma entra con un’altra strofa. La rendono più lenta e trascinata. Mantengono integro lo special citando anche il video. C’è qualcosa che non torna, ma tutto sommato si è trattata di una prova pensata. E non è scontato.

MADAME & IZI, Via del campo (Fabrizio De Andrè)

L’arrangiamento è rispettosissimo, così come l’esecuzione di Madame e Izi (con il suo effetto autotune a palla), tradizionale ma moderna nello stesso tempo. Lasciano parlare solo le parole. Poi Madame va nel proscenio e declama, tra le righe, una strofa inedita in cui torna sulla questione green pass. “Siam tutti peccatori, chi è pulito scagli la prima pietra. Io non scaglio la pietra, non sono né un giudice né vostro signore“. Bellissima

COMA_COSE & BAUSTELLE, Sarà perché ti amo (Ricchi e Poveri) 7

Fanno esattamente quello che non hanno fatto Ariete e Sangiovanni. I Coma Cose e i Baustelle infatti seguono sì fedelmente la cellula originaria dello standard classic nostrano, prendendosi però poco sul serio e giocando con sound baustellizzato e orchestrazione per palati finissimi (non per nulla, alla bacchetta c’è Vittorio Cosma)

ROSA CHEMICAL & ROSE VILLAIN, America (Gianna Nannini) 7

Basta il suo finale “W la liberta, w il sesso”  e aver mostrato un elegantissimo plug nero per confermare quanto sia indispensabile una personalità come Rosa Chemical nel cast del Festival. Confeziona con una Rose Villain in eccezionale spolvero (ci scommettiamo, sarà nel cast dell’anno prossimo) una versione rock trash dell’inno all’autoerotismo per eccellenza di Gianna Nannini. Splendida l’idea di presentarsi con lo stesso make up, altro messaggio importante da mandare su quel palco.

MODÀ & LE VIBRAZIONI, Vieni da me (Le Vibrazioni) 7-

Idea funzionale quella di scegliere un brano adattissimo sia alla tessitura di Kekko che a quella di Sarcina. Niente di nuovo sotto il sole ma si lasciano ascoltare con piacere. Bellissima soprattutto la seconda parte, con un’inedita progressione d’archi e con le due voci che si trovano alla perfezione.

LEVANTE & RENZO RUBINO, Vivere” (Vasco Rossi) 8

Una delle poche che si è concessa il brivido di correre un rischio. Renzo Rubino l’accompagna al pianoforte. Lei  esegue l’impossibile “Vivere” a modo suo, seguendo le sue inflessioni, utilizzando bene la dinamica, dando il giusto peso alle parole e interpretando con convinzione. Molto bene.

ANNA OXA & ILJARD SHABA, Un’emozione da poco (Anna Oxa)

Altra esperienza sensoriale quella proposta questa sera da Anna Oxa. La sua “Emozione da poco” segue infatti per somme linee il mood di “Sali“, rendendo ancora più fascinoso e ancestrale uno dei grandi classici della nostra musica. Splendida la tempesta di vocalizzi uniti al violoncello elettrico. Ne valeva la pena? Sì.

SETHU & BNKR44, Charlie fa surf (Baustelle) 6

Gli va dato di aver pensato insieme ai Bnkr44 (che sono bravissimi) una messa in scena ben congeniata. L’artista segue il suo stile, facendo uscire fuori dal seminato i suoi colleghi. Il risultato effettivamente stride un po’, ma rimane in linea con quanto visto fino ad oggi.

LDA & ALEX BRITTI, Oggi sono io (Alex Britti) 6+

LDA si comporta benissimo con Alex Britti, sfoggiando anche una strofa inedita dalle sfumature soul. Perché non ha fatto qualcosa del genere anche per il suo inedito invece di proporci quella sanremesata senza arte né parte? Un enigma che non scopriremo (e di cui importa il giusto).

MARA SATTEI & NOEMI, L’amour toujours (Gigi D’Agostino) 7

Un pezzo liberatorio per Mara Sattei che, a questo giro, si spoglia dalla tradizione sanremese abbracciando al 100% il suo stile con il beat, riconoscibilissimo, del fratello Tha Sup. Il suo omaggio è trascinante, ma Noemi rovina un po’ la festa, forse complice un impasto di voci non azzeccatissimo. Rimane una grandissima intuizione.

PAOLA & CHIARA con MERK & KREMONT, Medley di Paola & Chiara

Un mini party tra hit e mash up. Le sorelle Iezzi confezionano in sequenza “Festival/Viva l’amor/Amici come prima/I Will Survive” realizzate con un super mix di grandi successi dance, da “Hung up” a “Can’t Get You Out of My Head” passando per “I will survive“. I pezzi dunque risultano rinfrescati e irresistibili. Stare fermi? Impossibile.

COLLA ZIO & DITONELLAPIAGA, Salirò (Daniele Silvestri) 8

Il trucco di Sanremo, a detta degli insider, è soltanto uno: più te la godi, più le cose riescono meglio. Ecco, i Colla Zio lo stanno facendo benissimo, facendo partecipare alla festa anche una Ditonellapiaga ma così tanto in confidence in una “Salirò” con contaminazioni jazz. Wow.

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Crediti Foto: LaPresse

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