Seguici su

Recensioni

“Blu”: Giorgia sa ancora capire quando è “ora di cambiare”

Un album che rappresenta Giorgia al 101%, in cui emergono dei riferimenti palesi a “Ladra di vento”. Ecco perché “Blu” è uno dei dischi più coraggiosi del 2023

Pubblicato

il

Blu Giorgia Recensione

BLU| LA RECENSIONE

Uno spirito libero, sa quello che vuole sa quando è ora di cambiare“. Correva il 18 luglio 2004 e Giorgia con una super hit stava per compiere un piccolo miracolo nella musica italiana del tempo, portando in modo palese e sfacciato l’elettronica nel pop, proponendola ovviamente con tutte le sue sfumature personali; ne seguirà un disco, “Ladra di vento“, probabilmente il più coraggioso della carriera della nostra e discendente diretto dell’ultima fatica discografica “Blu“, rilasciata il 17 febbraio 2023 pochi giorni dopo la partecipazione della romana al Festival di Sanremo 2023.

Il sound è diverso, anche le tematiche sono diverse, forse adesso anche il target non è più lo stesso di prima. Ma il fil rouge che lega due progetti così importanti a distanza di quasi vent’anni è indubbiamente l’attitudine. Dopo un periodo di lungo silenzio, scaturito anche da una crisi creativa (così come ammesso dalla diretta interessata nel corso di alcune interviste), Giorgia è ritornata alla base, al suo mondo, alla voglia di esplorare di nuovo il suo universo, a prescindere dal reale riscontro in termini di numeri, di classifiche, di vendite, di radio eccetera. E allora ecco che entra in scena Big Fish, nuovo produttore chiamato proprio per stimolare un certo tipo di visione comune, ritrovata perfettamente poi nelle nove tracce del progetto.

Che tutto il nuovo lavoro sia stato concepito senza doversi preoccupare troppo degli altri si è notato fin dal singolo di lancio: quella “Normale” scritta da Mahmood che si dipana tra fughe R&B e organi pestati e potenti in nome di una linea melodica non facile da assimilare ma estremamente fascinosa. Un canovaccio proseguito poi al Teatro Ariston. Tutti si aspettavano la “Di sole d’azzurro“, la “Marzo“, la “Gocce di memoria” di turno. Questo perché, dopo più di vent’anni di assenza – questo il pensiero comune – Giorgia non poteva che presentarsi con un pezzo bomba.

E “Parole dette male“, al netto forse di un testo in alcuni passaggi non eccezionale – è effettivamente un pezzo bomba, anche se poco adattabile al contesto. Ricordiamo infatti che il brano era già pronto per il disco, ed è stato selezionato insieme al Direttore Artistico Amadeus in quanto – probabilmente – più vicino in qualche modo al sapore sanremese. Ma soltanto l’inizio è spiazzante. L’artista infatti enuncia una intro appoggiandosi su un Crystal Rhodes vintage, fomentando un poi un brano dall’apertura vocale strettissima che trova la meraviglia proprio in quel minuscolo ma accessibile spazio di luce.

I due pezzi citati riassumono le intenzioni anche delle tracce rimanenti: si parte infatti con “Meccaniche celesti“, probabilmente l’episodio più in comfort zone del lotto, dove si sentono gli strascichi della Giorgia dell’ultimo periodo. Ma poi, dopo la già affrontata “Normale“, entra “Acatama“, brano scritto anche da Sissi (dove sei? Il soul italiano ha bisogno di te) che avrà fatto impazzire milioni di jazzisti considerato l’ampio spettro di improvvisazione che offre al suo interno.

Alla staticità virtuosa de “Parole dette male” segue invece l’esplosività danzereccia de “Senza confine“, passaggio dal sapore estivo orchestrato da Dardust e con la mano evidente dell’amica Elisa. Il mood up prosegue con il passaggio più divertente, ovvero “Sì o no” (doveva essere questo il singolo per l’estate!), brano a matrice reggae che vanta la partecipazione di Dj Shocca (che recentemente ha tirato fuori l’album rap dell’anno) e Paolo Baldini, fondatore dei B.R. Stylers e noto per la sua esperienza con gli Africa Unite.

Ma è quando Giorgia fa Giorgia, ovvero quando confeziona un brano scritto interamente da lei, che si rimane davvero a bocca aperta. A dimostrarlo è “Se“, per dispersione la canzone più bella di tutto il disco e probabilmente una delle più belle dell’intera discografia della romana. Un tripudio di pulsioni electro, volate vocali, sospensioni, esplosioni, distensioni, cori addizionali. Non si può che uscirne estasiati.

Gli amanti del rap avranno poi sicuramente apprezzato “Ogni chance che hai“, capitolo condiviso con Gemitaiz che si distingue per una citazione finissima a “Dio Lodato per Sta Chance” di Joe Cassano, masterpiece del rap nostrano. La chiusura “Tornerai“, firmata da Francesca Michielin e Ghemon, è invece più andante, raccolta e minimale, utile per condurre l’ascoltatore all’uscita del viaggio.

Un viaggio audace. Perché quando la maggior parte delle artiste della vecchia guardia cominciano seriamente a faticare a trovare dei riscontri concreti con il nuovo repertorio, Giorgia invece di puntare sull’usato sicuro o sulla via più scontata ha voluto mettere davanti la propria personalità, proponendo il suo suono – quello vero – e la sua visione a tutto tondo. Uno spirito libero vero.

VOTO: 8

AGGETTIVO:  LIBERO

ARTISTA: GIORGIA
ALBUM: BLU
ANNO: 2023
ETICHETTA: COLUMBIA/MICROPHONICA/SONY

LEGGI: Mezzo Mondo: Emma non stupisce ma il pezzo funziona

Clicca qui per mettere “Mi piace” a HIT NON HIT – Blog & Press

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al GRUPPO OA PLUS

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *