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Nuove uscite

Mosè Santamaria, il cantautore pigramente pop che ci svela l’autenticità. Ascoltare, per credere, “Come cani per strada”

“Come cani per strada” è l’album con cui il cantautore ligure Mosè Santamaria ha chiuso il 2022. Il 3° di una discografia da non sottovalutare

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Mosè Santamaria
Mosè Santamaria in uno scatto promozionale

Come cani per stradaè il titolo del nuovo album di Mosè Santamaria, cantautore indie pop di nuova generazione nato a Genova. Un racconto che si sviluppa in sette brani, alcuni di questi già pubblicati come singoli, che insieme riescono a creare un percorso nuovo, allargando gli orizzonti a una nuova visione di scrittura, di approccio al sound e di intenzioni.

“Come cani per strada è una sorta di viaggio iniziatico alla riscoperta della felicità, non un libro illustrato per bambini. Ogni canzone ti mette di fronte a un aspetto della tua vita alla quale hai dato il potere di fare di te ciò che vuole. La felicità non è uno stato di euforia o allegria, è la piena e profonda consapevolezza della vita che mi attraversa e della mia autenticità. Questa presa di coscienza, come diceva il Buddha, ti fa vivere gioia e dolore come due esperienze da trattare in egual misura.

I brani contenuti in questo album sono pillole di realtà, da dosare in base al proprio sentire e alla voglia di non fermarsi in superficie: per i più pigri sarà un album pop, da ascoltare e da ballare. Ma per chi vorrà andare oltre sarà un buon esercizio per guardarsi dentro e trovare magari degli strumenti utili per realizzare la propria autenticità.

BIOGRAFIA

Mosè Santamaria è un cantautore mistico e visionario, le sue canzoni sono caratterizzate da testi ricercati che trattano temi quali l’amore, la ricerca spirituale e lo stravolgimento dei paradigmi sociali capitalistici in funzione della creazione di un mondo che supporti l’espansione evolutiva dell’uomo.

Ricordiamo la candidatura al Premio Tenco nella categoria migliore opera prima nel 2016, le partecipazioni alle fasi finali del Premio Bertoli (2017, 2019 e 2020) e il premio della critica riconosciutogli al FESTIVAL DELLE ALPI APUANE nel 2019.

Tra le sue esibizioni più importanti ci sono quella nel 2019 sul palco principale del MEI a Faenza, successivamente quella nel gennaio 2020 a Music Club in onda su RADIO RAI 1 e infine quella del febbraio dello stesso anno nella sede del CLUB TENCO a Sanremo.

Dal punto di vista discografico ha all’attivo tre album. Esordisce nel dicembre 2015 pubblicando, grazie all’etichetta Dischi Soviet Studio, il suo primo disco #RISORSEUMANE, che raccoglie buoni riscontri dalla critica e numerosi passaggi radiofonici a livello nazionale. Nel 2019 pubblica il suo secondo album: SALVEREMO QUESTO MONDO con l’etichetta vicentina laCantina Records con la quale pubblicherà anche i successivi lavori. Nel dicembre 2022 pubblica il suo terzo album: COME CANI PER STRADA.

CREDITS

Testi e musica di Mosè Santamaria, una produzione LaCantina Records (Giacomo Capraro e Max Manticò).

TRACCE

1) Intro 2) Come un Buddha sotto un fico 3) Occhi nudi 4) Skinny 5) Yōko Ono 6) Festivalbar 7) Epitaffio

TRACK BY TRACK

1 – Intro

Non è solo l’intro a “Come un Buddha sotto un fico”, in realtà è la premessa all’album intero. È un dialogo ermetico nei confronti della vita qui su questo pianeta e l’infinito spazio che l’avvolge. Perché “Come cani per strada” è un viaggio iniziatico senza esclusione di colpi nelle profondità più oscure della quotidianità con l’ausilio di un sola luce emanata dalla consapevolezza sprigionata dall’apertura del proprio cuore.

2 – Come un Buddha sotto un fico

La seconda traccia racconta la scelta di vivere il tran quotidiano lavorando su se stessi, portando attenzione e presenza, attraverso il “ricordo di sé” nel qui e ora, stando attenti a non cascare in uno dei più grandi scherzi che la vita gioca all’uomo: cercare la felicità come un qualcosa di esterno a sé da raggiungere. Il messaggio è chiaro: “La felicità non è una destinazione ma un mezzo di locomozione.”

3 – Occhi nudi

Capita a tutti di svegliarsi in una vita non propria, quasi come se si fosse stati catapultati da un giorno all’altro all’interno di un film distopico.  Il messaggio di questa canzone è che nessuno, a meno che non glielo si conceda, ha il potere di far sentire gli altri schiavi. Metti una pandemia, metti che ti chiudano in casa, metti di non poter andare a trovare la tua famiglia, metti di non poter andare a lavorare e di ritrovarti solo con te stesso, da renderti conto di aver vissuto una vita non tua e di non sapere chi sei. In alternativa, se ti va bene, potrai accendere la tv e credere a tutto quello che dice. Questa è Occhi Nudi. A te la scelta.

4 – Skinny

Le storie quando sono malate non sono d’amore, sono come una dipendenza che illudono i malcapitati che facendosi una “dose” di quella persona potranno essere felici.

5 – Yoko Ono

Vestiti, vacanze, auto, carriera, ritiri new age e religioni, le canzoni mainstream scritte dal potere, la politica green che in tutto in quel verde nasconde lo spauracchio turbocapitalista mascherato da sinistra preannunciato da Pasolini, il weekend…  e tanti altri idoli. È davvero ciò che basta a questa piccola umanità per essere felice?

6 – Festivalbar

Questa è la canzone più nostalgica, se l’album inizia quasi con un dialogo mistico sotto le stelle, qui siamo di fronte all’altro signore infinito, il mare. Dopo aver lavorato su di sé, aver attraversato i gironi danteschi della vita quotidiana, si è soli con se stessi, l’infinito e quel sole che brucia dentro chiamato “anima”. Forse è la volta buone che inizi a splendere?

7 – Epitaffio: I più scettici potrebbero collegare il titolo ad un brano lugubre e invece si tratta di un inno alla rinascita interiore. Epitaffio ha lo scopo di farci onorare il passato in quanto “maestro di vita” e al tempo stesso di lasciarlo andare, così da rinascere ogni volta nell’istante presente. La fine di un viaggio è un po’ come una piccola morte, dove si cela in realtà una trasformazione, “un passaggio d’ottava”, che porta ad una evoluzione. Epitaffio fondamentalmente è questo, un risveglio spirituale partorito da un processo alchemico interiore.

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