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Sanremo History, “Le cinque indimenticabili”. I primatisti, ecco la classifica dei cantanti col ‘vizio’ del Festival

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Anna Oxa

Le classifiche di tutto il top, e il flop, visto e ascoltato nella storia del Festival di Sanremo

Dalle canzoni più ironiche alle più criticate, da quelle ‘a luci rosse’ a quelle passate inosservate, dalle meteore alle alternative, ma anche dai look peggiori visti all’Ariston alle scenografie più suggestive, fino alle ‘penne’ migliori del Festival, ai cantanti plurititolati e a quelli plurivincenti. Una classifica al giorno, fino al 4 febbraio, per accompagnarvi al prossimo Festival di Sanremo all’insegna del sorriso e del ricordo, facendovi tornare alla mente brani indimenticabili e altri dimenticabilissimi. Quest’oggi è il turno dei ‘primatisti’, ovvero dei cantanti più presenti in 70 edizioni di Festival di Sanremo

I PRIMATISTI

1.Peppino Di Capri, 15 edizioni

Sale 15 volte sul palco del Festival di Sanremo, e per due volte conquista il primo gradino del podio, nel 1973 con “Un grande amore e niente più” firmata Franco Califano e nel 1976 con “Non lo faccio più”. Il brano forse più bello portato alla kermesse sanremese, e quello a cui è più affezionato per sua stessa ammissione, è però “Il sognatore”, scritto da Toto Cutugno e giunto quinto nel 1989, l’anno del super-trio Morandi-Ruggeri-Tozzi e del loro “Si può dare di più”.

 

  1. Milva, 15 edizioni.

Anche per la rossa Milva, ribattezzata la ‘pantera di Goro’, piccolo paesino della riviera ferrarese che le ha dato i natali, un super record di 15 partecipazioni, in cui colleziona tre terzi posti e, curiosamente, un 2° e 5° posto nella stessa edizione, quella del ’62, quando sarà in gara (ovviamente in coppia come voleva la vecchia formula del Festival), in ben due brani. Non banale, anche se bocciata in classifica, la partecipazione del 1993 con “Uomini addosso”, con polemica annessa per un testo che parla di “braghe che scoppiano”, frecciata velenosa al mondo maschile e maschilista.

 

  1. Toto Cutugno, 15 edizioni

Il suo inno sanremese nella lunghissima fila di 15 edizioni alla quale ha preso parte resterà senza dubbio “L’italiano” del 1983 (che arriverà però soltanto quinta), ma la sua storia al Festival sarà molto, molto di più. Esordisce col botto nel 1980 col primo posto con “Solo noi”, poi una fila infinita (6) di secondi posti, di cui quattro consecutivi tra il 1987 e il 1990. Il suo brano più bello presentato al Festival sarà “Gli amori”, cantato anche da Ray Charles a Sanremo.

 

  1. Al Bano, 15 edizioni

Il suo matrimonio con il Festival supererà negli anni anche l’amore vero con Romina. In coppia con l’americana erede di casa Power vince nel 1984 con “Ci sarà”, arriverà terzo nell’89 con “Nostalgia canaglia” e conquisterà un secondo posto. Secondo anche quando la coppia si scioglie, e si presenta da solista, nel 2007 con “Nel perdono”.

 

  1. Anna Oxa, 14 edizioni

La Dea del Festival partecipa 14 volte, e non porta sul palco soltanto bellezza, ma anche e soprattutto continue novità, musicali e di look. Eclettica come poche, forse come nessuna, vince due volte, una in coppia con Leali nel 1989 (“Ti lascerò”), una in solitaria dieci anni dopo con “Senza pietà”. Due invece i secondi posti, tra cui uno nella sezione Giovani con “Un’emozione da poco”. Indimenticabili “Donna con te” e “Quando nasce un amore”: non vincono, ma forse restano i diamanti più splendenti in un campionario sanremese composto di gemme straordinarie.

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