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Milano: Ats nega congedo parentale ad una dipendente lesbica, condannata per omofobia

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DDL Zan

Ats Milano Metropolitana è stata condannata per omofobia dopo aver rifiutato il congedo parentale ad una sua dipendente lesbica, sposata civilmente con una donna e madre di una figlia nato con la fecondazione assistita in Spagna.

I fatti risalgono a marzo 2020, quando la donna aveva chiesto il congedo per poter seguire la piccola. Ats rifiutò la richiesta e la donna dovette chiedere il mese di aspettativa non retribuita. Questo però non le impedito di portare la causa in Tribunale.

Una causa mandata avanti per mesi e che ha vinto: il Tribunale di Milano il 12 novembre dà ragione di fatto alla donna. Entrambe le donne erano riconosciute come genitori per lo Stato civile. Tuttavia l’Azienda di Tutela di Salute accampò sul fatto che lei non fosse la madre “biologica” della bambina. L’azienda ora è costretta a restituire lo stipendio e risarcire le spese legali alla sua dipendente

IL COMMENTO DI VERNI E LA MANCATA TUTELA DALLA REGIONE LOMBARDIA

“ATS col suo operato ha di fatto ribadito che la tutela dei diritti inalienabili di tutte le soggettività si traduce, dal loro punto di vista, nell’esclusiva tutela dei diritti delle persone eterosessuali.” – afferma Simone Verni, consigliere regionale del M5S Lombardia.

Sempre Verni sostiene che il rifiuto del congedo paternale alla dipendente lesbica sia un comportamento espressione di quella destra che governa anche la nostra Regione, quella del Family Day, che tende ad assumere un atteggiamento dichiaratamente intransigente e che tenta comunque di rallentare, se non proprio ostacolare, la possibilità del riconoscimento di forme di famiglia altre”.

❌ IL TRIBUNALE CONDANNA L’OMOFOBIA ISTITUZIONALIZZATA DI ATS CITTA’ METROPOLITANA MILANO: ATS EVITI ATTI CONCETTUALI,…

Pubblicato da Simone Verni – Consigliere Regione Lombardia MoVimento 5 Stelle su Lunedì 30 novembre 2020

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