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La moda del -soft- food porn su Instagram

La moda del -soft- foodporn su Instagram sembra mettere tutti d’accordo: cibo e allusione velate al sesso creano contenuti ad alto engagement, senza che la community rompa la congiura del silenzio portata avanti dai creator sul tema sesso. Un gioco d’equilibrismi a cui molti provano a partecipare ma che riesce bene a pochi, che pigliano tutto: contratti con i brand e fama social.

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La moda del -soft- foodporn su Instagram sembra mettere tutti d'accordo: cibo e allusione velate al sesso creano contenuti ad alto engagement, senza che la community rompa la congiura del silenzio portata avanti dai creator sul tema sesso. Un gioco d'equilibrismi a cui molti provano a partecipare ma che riesce bene a pochi, che pigliano tutto: contratti con i brand e fama social.
Crediti Foto alessandroscuderipizza Instagram

La moda del –soft- Food Porn su Instagram, l’inserire velate allusioni sessuali nei contenuti riguardanti ricette e cibo, cominciò in sordina con la pandemia; dietro non c’era nessun puntiglioso studio marketing né una ricerca facile del virale, ma semplicemente in quel preciso attimo storico di chiusura, continui bombardamenti sui temi malattia e morte, molti piccoli e medi influencer che si occupavano di cibo pensarono che qualche innocua allusione al piacere sessuale (oltre ovviamente a quello del palato), fosse una sorta di esorcismo nei confronti del clima mortuario generato dal Covid. Due anni dopo la fine ufficiale della pandemia, però, il fenomeno si è allargato fine a divenire ormai un vero e proprio modo di pensare i contenuti a tema ricetta sui social. Prendiamo dunque due ottimi creator che hanno fatto del binomio cibo e allusioni alla sessualità un vero marchio di fabbrica, per capire in cosa consiste esattamente il fenomeno.

Alessandro Scuderi: è tutta questione di tocco

Alessandro Scuderi è un giovane imprenditore e creator che gestisce una pizzeria a Nizza Monferrato. Classe 1987, Scuderi si è fatto notare sui social per il suo modo “anticonformista” di approcciarsi allo stantio mondo dei contenuti a tema cibo: look da trapper, linguaggio “giovane” e accento ben marcato lo hanno trasformato in breve tempo in un piccolo fenomeno dei social, con tanto di imitatori, meme e parodie. Ma cos’ha di così interessante il suo modo di concepire i contenuti a tema cibo? Il modo in cui lo tocca. Scuderi, che prepari una pizza o un panino, tocca l’impasto come se stesse massaggiando o accarezzando un corpo femminile. La scrittura purtroppo non riesce a catturare la bravura di Scuderi nell’alludere costantemente al sesso pur non parlando mai di sesso: quando impasta sono la mimica facciale, il modo di muovere le mani, la postura del corpo, il tono della voce, a far cogliere immediatamente allo spettatore che il cibo è una metafora che sta ad indicare qualcos’altro che non si può nominare (siamo su Instagram, mica su Onlyfans!). L’interessante di tutto questo è come la community apprezzi il gioco portato avanti da Scuderi e rispetti la congiura del silenzio del proprio beniamino: dei centinaia di commenti che colleziona ad ogni video quasi nessuno tocca l’argomento sessualità, ma tutti si concentrano su come l’imprenditore prepara il piatto del giorno.

2foodfitlovers: cibo, curve e fitness

Appena più espliciti di Scuderi ma sempre attenti a non entrare mai nell’argomento sesso, sono la coppia di creator Caterina Piccirilli e Raffaele Del Piano, da poco vincitori del Webboh Awards per la categoria “Best food creators”. Il duo si contraddistingue per l’approccio americaneggiante alla creazione dei contenuti a tema cibo: piatti (soprattutto dolci) ipercalorici, impasti con ampio uso di cioccolato e zucchero, vestiti che mettono in risalto le forme scolpite della coppia. In particolare è il corpo di Caterina Piccirilli a rendere sexy ogni contenuto: nonostante sia sempre vestita (spesso in abiti da fitness) nella maggior parte dei video la sua scollatura apre e chiude il reel, una scollatura che lascia intuire ma non intravedere le generose forme della creator, che a fine video gusta con evidente piacere il piatto preparatole dal partner mentre l’inquadratura si concentra su bocca e scollatura. Come per Scuderi anche qui la community sta al gioco ed evita di alludere al sesso nei commenti, nonostante un rapido giro su Google ci sveli l’ovvio: fra le domande più frequenti rivolte al duo c’è chi chiede quando apriranno il proprio Onlyfans.

Perché non stanca il binomio allusioni sessuali velate e cibo?

Se fuori dal web due anni sono un tempo ragionevole per la durata di una moda, per i tempi di social un fenomeno che dura due anni diventa quasi un’istituzione da studiare in appositi corsi universitari. La domanda ovvia allora è: Come mai la moda del -soft- Food Porn su Instagram non ci ha ancora stancato? La risposta è molto più complessa di quello che si potrebbe pensare. Innanzittutto perché il binomio cibo-sesso è primitivo, colpendo la parte del nostro cervello puramente animale, la stessa che ci porta a desiderare le carni rosso acceso esposte al banco dei supermercati nonostante sappiamo razionalmente che quel colore così seducente è ottenuto artificialmente con mix di luci, coloranti e ormoni ben poco salutari per noi. Un altro fattore è che l’alludere è completamente diverso dal mostrare: se il porno stanca velocemente perché mette in pochissimi secondi tutta la mercanzia sul piatto, l’allusione evoca costantemente senza mai mostrarci nulla, differendo all’infinito il culmine del piacere in un futuro che non sappiamo mai se e quando si farà realtà. Altro fattore non di poco conto è il contesto storico in cui siamo calati: nonostante la pandemia sia finita ormai da due anni, l’aumento dell’anoressia sessuale, delle disfunzioni fisiche, dei problemi psicologici e relazionali registrati durante le chiusure non sono magicamente scomparsi, ma sono rimasti lì e sono divenuti cronici. In questo contesto di disagio generalizzato nei confronti del sesso, l’evocarlo costantemente senza però mai nominarlo esplicitamente è un modo per rassicurare lo spettatore che gli si concederà una piccola sbirciatina su ciò che realmente desidera, senza però dirgli chiaro e tondo che è il sesso (e non il cibo) ciò che agogna: dirglielo infatti lo costringerebbe a fare i conti con problemi che gli creano forte ansia e disagio.

Il vero problema: l’inflazione dei creator

Se il fenomeno in sé ha tutti i numeri per divenire un classico intramontabile dei social, ad essere un problema è il numero dei creator a tema cibo che si è lanciato su questa moda. Ne spuntano sempre di nuovi, sempre più aggressivi e con sempre più difficoltà a non sprofondare nel volgare: l’arte di fare allusioni sessuali senza divenire sconci infatti è estremamente complessa da maneggiare, soprattutto se ti imponi due reel al giorno per 365 giorni l’anno. Per questo motivo Scuderi e i 2foodfitlovers sono così interessanti: in modi diversi riescono a a mantenersi in equilibrio tra l’allusione sessuale e la leggerezza/simpatia, evitando pensatezza, sconcezza e volgarità. Su gran parte dei loro imitatori invece è meglio stendere uno spesso velo pietoso.

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