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Viaggi, Mondiali di calcio. Spagna 1982: il trionfo di Madrid

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Zoff alza al cielo la coppa del Mondo nel 1982

Un viaggio alla scoperta delle città e degli stadi spagnoli che hanno ospitato il mondiale di calcio 1982. Una rassegna iridata particolarmente fortunata per i colori azzurri. Tappa dopo tappa rivivremo la magia di quelle calde giornate dell’estate iberica, giungendo infine alla notte indimenticabile di Madrid.

Il “magico” 1982

13 Giugno – 11 Luglio 1982. L’estate del sogno. In quei giorni di Giugno e Luglio le voci italiane di Franco Battiato, Albano e Romina impreziosivano le frequenze radiofoniche giungendo, attraverso le finestre sempre spalancate delle abitazioni, in tutte le strade del Paese. Qualcuno provava, spesso senza successo e inventando chissà quale strana parola, a cantare uno dei tormentoni musicali del momento: “Masterpiece”. Era l’anno di “che belli erano i film”. E nel 1982 erano belli per davvero! In America le sale cinematografiche proponevano pellicole che sarebbero poi diventate leggenda, titoli talmente spettacolari da essere sulla bocca di tutti ancora oggi. ET, Blade Runner, Rocky III e Rambo tanto per citarne alcuni. 

I Mondiali di Spagna

Ma soprattutto era l’anno del Mondiale di Spagna. Un campionato di calcio epico e incredibile dal copione, per noi “azzurri”, cinematografico tanto per rimanere in tema. Fu un’estate calda, con temperature fra le più alte mai registrate. I fotogrammi di quei giorni restano indelebili. “L’urlo di Tardelli” nel 2-0 contro la Germania, le braccia al cielo di Sandro Pertini, il sorriso di Bearzot e il suo chinarsi per baciare i giocatori che lo portavano in trionfo. Ma Spagna 82 non fu solo calcio. Dall’Atlantico al Mediterraneo le correnti di almeno tre guerre lambivano le coste della penisola iberica. Argentina e Inghilterra si contendevano il “possesso” delle Falkland. E poi l’attacco di Israele al Libano. Il tutto con la Guerra Fredda sullo sfondo. In Italia non si utilizzavano armi, ma inchiostro. Quest’ultimo era infatti il mezzo preferito per colpire.

Le Critiche agli “Azzurri”

La truppa azzurra fu criticata aspramente già durante il pre-ritiro e i pareggi iniziali contro Polonia, Perù e Camerun non fecero altro che rincarare l’amara dose. Ma il destino aveva in serbo un finale sensazionale per noi italiani, sportivamente parlando s’intende. A “profetizzare” la vittoria dell’Italia, il pomeriggio dell’11 Luglio 1982, fu un mostro sacro del rock come Mick Jagger. Quel giorno infatti i “Rolling Stones” fecero tappa allo stadio comunale di Torino. Durante il finale dell’esibizione il leader delle “pietre rotolanti” si presentò sul palco con la maglia di Paolo Rossi annunciando: <<Questa sera vincerete 3-1″>>. E così andò.

Le Nazionali più forti del Pianeta 

Alla manifestazione presero parte molte delle nazionali più forti del panorama mondiale. Italia, Francia, Inghilterra, Germania Ovest e Spagna a rappresentare le “super potenze” europee. Brasile e Argentina pronte invece a mettere in luce il continente sudamericano. A sorpresa mancarono la qualificazione l’Olanda, finalista quattro anni prima in Argentina, e l’Uruguay.

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Vigo e La Coruña

Ci troviamo in Galizia, una regione fantastica. Paesaggi da favola che spesso, in alcuni punti della costa, sono davvero simili a quelli dell’Irlanda. In questo angolo di Spagna le piogge sono abbondanti e questo contribuisce a rendere verdi e rigogliosi i pascoli. Con tutta probabilità la meta più conosciuta da queste parti è Santiago de Compostela, che ogni anno viene raggiunta e visitata da centinaia di migliaia di pellegrini. Vigo e La Coruña sono due città di mare affascinanti che racchiudono gioielli naturalistici e architettonici al loro interno. La prima si trova al ridosso del confine portoghese e rappresenta il punto di partenza ideale per visitare le famose isole Cies dove, secondo il parere di molti, è possibile trovare la spiaggia più bella del mondo. Ad ospitare le partite mondiali fu lo stadio “Balaidos“.

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La Coruña é una città meravigliosa ricca di storia, arte e cultura. Splendidi monumenti di origine romana, come la torre di Hercules, s’integrano alla perfezione con l’architettura moderna dei palazzi che arricchiscono il lungomare cittadino. Tra le spiagge più famose e frequentate dagli abitanti e dai turisti, troviamo quella di “Riazor”. Non molto distante è stato costruito l’omonimo stadio, teatro di alcune partite del Gruppo 1 di Spagna 1982. Il pittoresco e storico centro città rappresentano il luogo ideale in cui trascorrere la serata lasciandosi trasportare dalla mondanità della movida spagnola.

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Gruppo 1Polonia 4, Italia 3, Camerun 3, Perù 2

Gijón e Oviedo

La Spagna settentrionale non è l’area più turistica del Paese. A livello paesaggistico è però in grado di offrire scenari mozzafiato. La regione delle Asturie presenta numerosi luoghi ricchi di storia e cultura oltre che alcune delle aree più ricche di vegetazione di tutto lo Stato. Questi territori sono molto conosciuti e apprezzati grazie al Cammino di Santiago del Nord e al Cammino Primitivo, che attraversano molte delle cittadine e dei paesi di questa zona della penisola iberica. Per gli abitanti di Gijón e Oviedo, visto il legame con la rotta che conduce alla tomba dell’Apostolo Giacomo, la religione è uno degli elementi più importanti. Altrettanto importante è il calcio, anche se negli ultimi anni lo Sporting Gijón e il Real Oviedo non stanno vivendo un momento particolarmente felice. Ad ospitare le partite del Gruppo 2 del Mondiale spagnolo furono gli stadi “El Molinón” e “Carlos Tartiere”.

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Gruppo 2: Germania Ovest 4, Austria 4, Algeria 4, Cile 0

Alicante e Elche

Ci trasferiamo ora nella Comunità Valenciana e più precisamente nelle due città che hanno ospitato le partite del Gruppo 3 di Spagna 1982: Alicante e Elche. Qui il clima è mite tutto l’anno e in estate può raggiungere picchi notevoli. La posizione centrale nel Mediterraneo ha reso Alicante un porto molto importante occupato prima dai Fenici e poi da Cartaginesi, Greci e Romani. Questi popoli hanno lasciato quindi un’impronta importante nella città e nei suoi dintorni. A Elche infatti sopravvive tutt’oggi un palmeto, piantato dai Cartaginesi, considerato il più grande d’Europa e nominato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Le partite del Mondiale vennero disputate nello stadio ”Martinez Valero” e “José Rico Pérez” le case rispettivamente dell’Elche C.F. e dell’Hercules C.F.

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Gruppo 3: Belgio 5, Argentina 4, Ungheria 3, El Salvador 0

Bilbao e Valladolid

Siate sinceri. Se doveste partire per un viaggio in Spagna, vi verrebbe mai in mente come destinazione Valladolid? Bene, sappiate che quest’ultima è una delle città più interessanti di tutto il Paese. Si posiziona nel cuore della Castiglia y León, una regione che ho avuto modo di apprezzare e ammirare recentemente e devo dire mi ha davvero affascinato. La storia cittadina è talmente ricca di avvenimenti da farne uno dei luoghi maggiormente visitati dai viaggiatori più giovani, soprattutto studenti. Ci troviamo nella storica capitale del Regno spagnolo. Qui è possibile addirittura visitare una delle Università più antiche della Nazione. Personaggi illustrissimi hanno vissuto in questa incredibile città come Cervantes e Colombo. Le case-museo dello scrittore e dell’esploratore genovese contengono cimeli preziosismi e ogni anno anno vengono prese di mira da migliaia di visitatori. Lo stadio che ha ospitato le partite di calcio del Gruppo 4 di Spagna 1982 é lo “José Zorrilla”, inaugurato nel Febbraio 1982 e in grado di ospitare quasi 30 mila persone.

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Bilbao non ha bisogno di presentazioni. Città principale dei Paesi Baschi nonché una delle più visitate del Paese. Qui è possibile trovare musei di rilievo internazionale, come ad esempio il Guggenheim, e un centro cittadino di assoluto interesse e dal notevole valore storico. Molto affascinanti i paesaggi della costa; non molto distante da Bilbao è infatti possibile visitare San Juan de Gaztelugatxe, salita alla ribalta per essere stata selezionata come location della fortunatissima serie tv “Game of Thrones”. Purtroppo la città basca è nota anche per i tristi eventi di cronaca nera che ne hanno macchiato la fama, prima la guerra civile (1936-1939) e poi il terrorismo basco. A rappresentarne i colori, sportivamente parlando, ci pensa l’Athletic Bilbao. La società vanta numerosi record ed è una delle più titolate di Spagna. Lo stadio utilizzato, durante il Mondiale del 1982, fu il vecchioSan Mamés” che oggi non esiste più, demolito per far posto al nuovo impianto. 

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Gruppo 4: Inghilterra 6, Francia 3,Cecoslovacchia 2, Kuwait 1

Saragozza e Valencia

La Basilica del Pilar lambita dal fiume Ebro è l’immagine ricorrente di Saragozza, perla e capoluogo dell’Aragona. Regione che contrasta perfettamente, geologicamente parlando, con la vicina Catalogna. Rigogliosa e ricca di vigneti la seconda, arida e con la terra spaccata dal Sole la prima, contraddistinta da un’infinità di pale eoliche. Saragozza è stata protagonista del susseguirsi di popoli, culture e religioni. Una città affascinante che merita sicuramente una visita approfondita. Lo stadio della “Romereda”, impianto da 34.596 posti, è stato teatro di alcune delle sfide del Gruppo 5 del Mondiale di Spagna 1982.

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Da anni Valencia vive un “boom turistico” che ha dell’incredibile, considerato il minor numero di attrazioni rispetto alle più blasonate Madrid e Barcellona. Eppure, a cavallo tra XX e XXI secolo, è diventata una delle destinazioni più popolari d’Europa. Parte di queste “fortune” turistiche vanno ricercate nell’atmosfera che si respira in città: un mix di tradizione e modernità. Il clima, piacevolissimo per buona parte dell’anno, e la famosa “movida” sono poi gli altri fattori che hanno contribuito a decretarne il successo a livello di visite. Qui si trova uno degli stadi più iconici di Spagna: Il “Mestalla”. Costruito nel 1923 è uno dei più antichi del Paese, in grado di ospitare 50 mila spettatori. Proprio in questo impianto gioca una delle squadre di calcio più sostenute e prestigiose della Nazione: il Valencia C.F. 

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Gruppo 5: Irlanda del Nord 4, Spagna 3, Jugoslavia 3, Honduras 2

Siviglia e Malaga 

Andalusia. Terra magica fatta di sogni, colori, profumi e sapori unici. Questa regione è un mix affascinante di culture: quella europea e quella araba. Proprio gli arabi occuparono queste terre per anni, lasciando in dono alcuni dei monumenti più belli al Mondo. Qui si trovano città incredibili, tra le più spettacolari del Globo e Siviglia non fa eccezione alcuna. L’Alcázar, la Torre “Giralda” e il quartiere storico “barrio de Santa Cruz” alcuni dei luoghi in cui perdersi tra la sensazione di stupore e uno scatto fotografico. Molto sentito, per le strade cittadine, è il derby tra il Siviglia e il Betis. Il “Sánchez Pizjuán” la casa del primo, “Benito Villamarin” quella del secondo. Entrambi gli impianti hanno ospitato alcune delle partite del Gruppo 6 di Spagna 82. 

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A completare il trittico degli stadi, di questo girone, ci pensò la “Rosaleda” di Malaga. Quest’ultima e le località della sua costa, come ad esempio Marbella, attirano tutti gli anni flotte di turisti intenti a godersi il mare e le temperature eccellenti. L’Andalusia è una regione davvero “caliente”, da evitare soprattutto nel pieno dell’estate se sopportate a fatica il caldo. Io personalmente l’adoro!

Gruppo 6: Brasile 6, Unione Sovietica 3, Scozia 3, Nuova Zelanda 0

Semifinale (Sánchez Pizjuán): Germania Ovest 3(5) – 3(4) Francia

Seconda Fase

Non ci furono grosse sorprese, si qualificarono tutte le favorite. Si anche noi. Tre pareggi e un gioco “poco brillante”, per usare un eufemismo, non fecero altro che aumentare il carico di critiche verso il CT Bearzot reo di non aver convocato Pruzzo, il capocannoniere della Serie A. I commenti negativi non risparmiarono nessuno. Bruno Conti, Paolo Rossi e Tardelli tutti sul banco degli imputati. C’eravamo qualificati grazie alla differenza reti, benevola nei nostri confronti e avversa per il Camerun. Pronti a sfidarci c’erano il Brasile delle stelle Zico, Socrates, Falcao e Cerezo e l’Argentina di Diego Armando Maradona. Gruppo C, da molti definito il girone infernale. L’Italia aveva disputato le sue partite in Galizia dove le temperature a stento superavano i 15/20 gradi, al contrario di molte altre squadre costrette a giocare con un clima ben più caldo. Quello che per molti era un fattore di poco conto si rilevò invece determinante, del resto sappiamo già tutti come terminò quel Mondiale. 

“Il calcio è strano Beppe, è proprio strano”

Barcellona

Di Barcellona ci s’innamora a prima vista. Sole, mare, monumenti incredibili e le numerose opportunità lavorative la rendono una delle città più attraenti d’Europa. Gaudì le ha regalato un’impronta visionaria. Parc Guell e la Sagrada Famiglia alcune delle opere più importanti nonché autentici simboli cittadini. Barcellona ospitò le olimpiadi del 1992 e sulla cima del Montjuïc, è possibile tutt’ora visitare il Parco olimpico col relativo museo. Le splendide spiagge cittadine e la “Rambla”, la via pedonale piena zeppa di locali e frequentatissima dalla gente del posto e dai turisti, completano lo splendido soggiorno nella città catalana. Questa è la casa di uno dei club più titolati del Mondo: il F.C. Barcellona.

Camp Nou

La “dimora” del club, il mitico “Camp Nou”, è in grado di ospitare quasi 100 mila spettatori. Proprio in questo stadio si disputarono le partite del Gruppo A tra Polonia, Belgio e Unione Sovietica. A causa di uno scherzo del destino, allo stadio più grande di Spagna capitó il girone meno blasonato. L’organizzazione tentò di porvi rimedio proponendo uno scambio di campi da gioco, ma il Belgio minacciò di ritirarsi. A quel punto fu impossibile cambiare le carte in tavole. Uno dei gironi più belli, dell’intera storia della Coppa del Mondo, si giocò nello stadio minore della città.

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Estadio de Sarriá

Rivale storico del club “blaugrana” è l’Espanyol che, come indica il nome stesso, nasce con un spirito meno indipendentista. Fino a metà anni 90 il club biancoblu disputò le sue partite casalinghe nello “stadio di Sarriá”. In seguito venne completamente demolito col fine di vendere il terreno, su cui era stato edificato, e risanare qualche debito societario. Per noi italiani questo stadio nasconde qualcosa di magico, due partite che hanno dell’incredibile. Sono convinto che, se fosse ancora al suo posto, riceverebbe il puntuale e costante “pellegrinaggio sportivo” da parte dei tifosi azzurri.

Qui si giocarono infatti le partite del Gruppo C, il girone infernale. Italia, Brasile e Argentina, a quei tempi tre delle selezioni più titolate del Pianeta. La nostra nazionale cambiò volto, gli ingranaggi iniziarono a girare nel modo corretto. Italia-Argentina 2-1, Brasile-Argentina 3-1 e infine Italia-Brasile 3-2, che è rimasto noto presso la stampa brasiliana come “Tragedia del Sarriá. Siamo in semifinale. Inaspettatamente. Ma non importa siamo in semifinale.

Gruppo A (Camp Nou): Polonia 3, Unione Sovietica 3, Belgio 0

Gruppo C (Estadio de Sarriá): Italia 4, Brasile 2, Argentina 0

Semifinale (Camp Nou): Polonia 0 – 2 Italia

Madrid

A Madrid non ci sono monumenti simbolo. Quello che più incanta le persone, che hanno la possibilità di “vivere” fino in fondo la città, è l’atmosfera dinamica e vivace della vita di tutti i giorni. Poi ci sono i musei (tra i più importanti d’Europa), il Palazzo Reale e Plaza Mayor che, tra una fotografia e l’altra, permette di assaggiare deliziose tapas, sorseggiare un bicchiere di sangria o lasciarsi ingolosire dai churros in uno dei numerosi locali della zona. Ma la capitale spagnola è altresì nota per essere una delle città del calcio. Qui sono di casa il leggendario Real Madrid e l’Atletico Madrid.

Gli impianti, di proprietà delle due società, sono stati teatro delle partite disputate nel Gruppo B e nel Gruppo D. Germania Ovest, Inghilterra e Spagna nel primo. Francia, Austria e Irlanda del Nord nel secondo. Allo stadio “Santiago Bernabeu” è stata la formazione tedesca a spuntarla, pareggiando 0-0 con l’Inghilterra e battendo poi i padroni di casa 2-1.

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Al “Vicente Calderon”, la vecchia dimora dei coichoneros, è stata invece la Francia a dominare aggiudicandosi, con due vittorie, il primo posto del raggruppamento e la semifinale poi persa a Siviglia contro la Germania Ovest.

Gruppo B (Santiago Bernabeu): Germania Ovest 3, Inghilterra 2, Spagna 0

Gruppo D (Vicente Calderon): Francia 4, Austria 1, Irlanda del Nord 1

La Finale

Stadio “Santiago Bernabeu”. 11 Luglio 1982.

Si gioca la finale della Coppa del Mondo. Italia – Germania.

“22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince” Gary Lineker

Questa frase il campione inglese la pronuncerà qualche anno più tardi. Ma quando giochi contro i tedeschi è sempre d’attualità, sempre dannatamente veritiera. Lo stadio è esaurito in ogni ordine di posto. Inizia la sfida. Dopo aver battuto il Brasile, tutto sembra possibile per l’Italia di Bearzot. Il match è combattuto ma una sensazione prevarica tutte le altre guardando gli azzurri in campo: DETERMINAZIONE. Giochiamo meglio della Germania. Nel primo tempo Cabrini calcia a lato un rigore. Ma nessuno cade in preda allo sconforto. Ci sentiamo superiori, siamo superiori! Che strano paradosso. Vi ricordate le critiche della vigilia?

Nella ripresa prende forma il trionfo mondiale. Segna Rossi, di testa, poi Tardelli realizza la rete più rivista del calcio italiano, seguita da quella iconica corsa pazza e a perdifiato verso la metà campo, agitando i pugni e urlando a squarciagola “Goal”. A “Spillo” Altobelli la gioia del 3-0 per gentile concessione di uno straripante Conti. La Germania accorcia con Breitner, ma non basta. In tribuna il presidente Pertini esulta senza freno alcuno gridando “adesso non ci prendono più”. L’arbitro brasiliano Coelho intercetta la palla e la solleva con entrambe le mani. Al telecronista Nando Martellini il compito di chiudere in maniera magistrale il Mondiale del 1982, quell’incredibile Mondiale dell’estate 1982: “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo”.

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Crediti Foto: LaPresse