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Coronavirus. Morto Pino Scaccia, inviato nella Guerra Nel Golfo per il Tg1. Era ricoverato al San Camillo per altre patologie

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Del focolaio all’interno delle testate giornalistiche della Rai scoppiato giorni fa ne avevamo parlato anche qui. La situazione, stando ai rumors, non era delle migliori ma fino ad oggi non erano giunte più notizie in merito agli sviluppi dei casi.

Ma è di pochi minuti fa, purtroppo, la comunicazione della morte di Pino Scaccia, inviato storico di Viale Mazzini, che era ricoverato al San Camillo, ospedale in cui ha trovato la fine a causa delle complicazione dovute al virus dove era ricoverato da settimane per altra patologia, ma nella clinica dove era ricoverato prima era divenuto positivo al covid Covid-19.

Il giornalista romano, 74 anni, il cui vero nome era Giuseppe Scaccianoce, era stato inviato soprattutto nei principali eventi internazionali degli ultimi 40 anni, ed e’ stato anche in prima linea su temi di cronaca italiana, dalla mafia al terrorismo.

Ha seguito numerosi avvenimenti, dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell’ex Unione Sovietica e della ex Jugoslavia, fino alla crisi in Afghanistan, oltre al difficile dopoguerra in Iraq (dove è stato l’ultimo compagno di viaggio di Enzo Baldoni) fino alla rivolta in Libia.

Ha realizzato numerosi reportage in tutto il mondo, è stato il primo reporter occidentale ad entrare nella centrale di Cernobil dopo il disastro, a scoprire per primo i resti di Che Guevara in Bolivia e a mostrare le immagini fino a quel momento segrete dell’Area 51 nel deserto del Nevada.

Prima di dedicarsi a tempo pieno all’attività di blogger e scrittore, è stato capo redattore dei servizi speciali del Tg1. È stato docente del master di giornalismo radiotelevisivo all’Università Lumsa di Roma. Ha scritto 15 libri.

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Crediti Foto: danielasalvestroni/instagram

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