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Sanremo History, “Le cinque indimenticabili”. Sanremo, succursale di Napoli: ecco la storia del Festival in salsa partenopea

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Peppino Di Capri Sanremo

Le classifiche di tutto il top, e il flop, visto e ascoltato nella storia del Festival di Sanremo

Dalle canzoni più ironiche alle più criticate, da quelle ‘a luci rosse’ a quelle passate inosservate, dalle meteore alle alternative, ma anche dai look peggiori visti all’Ariston alle scenografie più suggestive, fino alle ‘penne’ migliori del Festival, ai cantanti plurititolati e a quelli plurivincenti. Una classifica al giorno, fino al 4 febbraio, per accompagnarvi al prossimo Festival di Sanremo all’insegna del sorriso e del ricordo, facendovi tornare alla mente brani indimenticabili e altri dimenticabilissimi. Quest’oggi il ‘classificone’ si occupa del Festival targato Napoli, ovvero di tutti i grandi della musica partenopea che hanno saputo lasciare il segno nella kermesse canora più importante d’Italia. 

NAPUL’ E’

  1. MASSIMO RANIERI – “Perdere l’amore”, 1988

Il garzone che con i primi spiccioli guadagnati confessò di aver comprato il 45 giri “Roberta” di Di Capri, trionferà con “Perdere l’Amore” ma sarà altre 5 volte al festival con brani sempre difficilmente dimenticabili.

2. PEPPINO DI CAPRI – “Il sognatore” 1987

La canzone che ha amato di più la canta nel 1987 scritta da Toto Cotugno, e s’intitola “Il sognatore”. Recordman sanremese con 15 partecipazioni assieme a Milva e lo stesso Cotugno, nel ’73 vince con “Un grande amore e niente più” di Califano. Canterà anche con Pietra Montecorvino (“Una favola blues”) al Festival.

https://www.youtube.com/watch?v=aemMAeqJeXg

3. NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE – “Pè dispietto”, 1992

Non saranno di certo i napoletani sanremesi più ricordati ma hanno un enorme merito. Con un brano tutto napoletano, “Pè dispietto”, vincono il premio della critica. Torneranno nel ’98 al Festival senza però lasciare il segno.

4. NINO D’ANGELO – “Vai”, 1986

Momento indimenticabile per i napoletani, quel 1986, perché per la prima volta il vero scugnizzo, quello nato e cresciuto vendendo dischi nei vicoli di Napoli, arriva al grande pubblico. La partecipazione più significativa è però quella del 1999 con una splendida “Senza giacca e cravatta”, accompagnato da Brunella Selo.

5. GIGI FINIZIO – “Musica e Speranza”, 2006

Porta la Napoli più difficile sul palco dell’Ariston, assieme ai ragazzi di Scampia canta infatti questa “Musica e Speranza” nel 2006. Al Festival anche nei giovani nel ’95 (terzo posto) e nel ’96 con “Solo Lei” nei big.

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