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Sanremo 2023

Sanremo Giovani 2022: le pagelle dei primi otto finalisti. Shari spicca in un trionfo di copie. Bene Giuse The Lizia

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Le pagelle di Sanremo Giovani 2022. In un trionfo di copie, spiccano Giuse The Lizia e Shari. Ma occhio a due cantanti che con un brano furbetto possono fare la differenza.

Finalmente. La carovana di Sanremo 2023 è finalmente partita. Da poche ore infatti la RAI ha rilasciato in esclusiva i brani dei primi otto partecipanti di Sanremo Giovani, i quali si sfideranno insieme ad altri quattro concorrenti selezionati dal contest Area Sanremo nella finalissima che andrà in onda il 16 dicembre su RAI 1. Ricordiamo che i tre vincitori della rassegna voleranno, esattamente come successo lo scorso anno, nella categoria big: per questo motivo la scelta finale dipenderà anche dalla canzone che i talentuosi artisti proporranno alla commissione artistica guidata da Amadeus che, per ovvie ragioni, noi potremo sentire soltanto durante il Festival. Non entusiasmanti, in prima battuta, le prime otto proposte, con poche idee rubacchiate qui e lì dai cantanti più in voga del momento. Scopriamo allora le prime pagelle di Sanremo Giovani 2022.

GIANAMARIA, la città che odi 6

Un Gianmaria dal ritmo più scanzonato rispetto a quello che abbiamo conosciuto a X Factor. Timbro riconoscibile per un pezzo che schiaccia violentemente l’occhio all’itpop, soprattutto nell’inciso, tra Giorgio Poi e Calcutta, sia nell’intuizione melodica che nella componente testuale. Non è orribile, ma non ti fa neanche gridare al miracolo.

GIUSE THE LIZIA, Sincera 7+

Una conferma per chi segue l’artista palermitano da tempo. Anche lui riconoscibile ma con un approccio che riecheggia delle atmosfere soul (si sentono i rimandi di Frah Quintale soprattutto nello special): ritornello intelligente e furbo nel giusto che acchiappa. Brano costruito alla perfezione. Benissimo.

MANNINI, Mille porte 5

Ecco che entriamo in piena atmosfera Sanremo giovani: pezzo di stampo introspettivo composto da un crescendo, in realtà molto basico, tipico per il contesto. Non c’è anno – e noi seguiamo il Festival da tempo – senza una canzone con un approccio del genere. Ma attenzione: una interpretazione ben fatta durante la serata può lasciare il segno, l’episodio si presta a un’esecuzione live e potrebbe emergere rispetto agli altri in caso di cattive performance altrui. Vedremo.

MIDA, Malditè 4+

Solo il titolo è da 0, a questo punto il buon Mida poteva giocare con il 2000 chiamando il brano Maldithè. Ma vabbè. Di primo acchito sembra un brano confezionato da un boomer pensando di compiacere i Veri Giovani™, e allora via di autotune melodico nel ritornello per un brano pop che non lascia granché.. E a pure un tururù tururù tururù per non farsi mancare nulla.

OLLY, L’anima balla

Chitarra e cassa dritta nella prima strofa, con tutto che sembra rimandare a quando Irama decide di essere tamarro. Poi entra di prepotenza la lezione melodica della trap italiana figlia del 2016 che si palesa nell’inciso. Un patchwork di quello che è successo a certa musica italiana negli ultimi dieci anni, supportata da una buona produzione. Una spremuta che per quanto possa lasciare il tempo che trova funziona, eccome se funziona.

SETHU, Sottoterra 5–

Blanchito Baby vibes su ritmiche anni 80′. Un inciso quasi punk che gioca con le parole scandite (per intenderci come il ritornello di “Pronto a correre” di Mengoni) perdendosi in tante, troppe, facilonerie. Non benissimo.

SHARI, Sottovoce 8

Finalmente un po’ di cantato vero. Brano molto intimo, la ritmica (e che ritmica) entra solo a partire dalla seconda strofa. Approccio soul, con un ritornello dove finalmente si gioca proprio con la voce e che convince sempre di più con lo scorrere del pezzo. Ottima produzione, adattissima al contesto con rimandi eleganti e per palati fin alla vecchia scuola rap. Contemporanea ma non stucchevole, profonda e non dispersiva. Per dispersione la migliore. Speriamo che abbia in tasca anche “l’altro pezzo”.

WILL, Le cose più importanti 6-

Atmosfere da inedito di Amici ben riuscito: una formula già sentita mille volte sia nella melodia che nella costruzione. Si apre bene in modo furbissimo nello special. Niente di interessante, ma può andare a targetizzare un certo tipo di pubblico che per queste cose da letteralmente di matto.

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Grafica a cura di: ANDREA BUTERA