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Sanremo 2023

Sanremo 2023, le pagelle della seconda puntata: Madame e Lazza salgono in cattedra. Enigma Giorgia

Lazza e Madame sono gli artisti che hanno ricevuto le votazioni più alte nelle pagelle di OA Plus riservate alla seconda puntata di Sanremo 2023. Paola & Chiara sfornano il tormentone. Giorgia un punto interrogativo

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Lazza Sanremo
Lazza in uno scatto LaPresse

Le pagelle della seconda serata di Sanremo 2023. Il quadro delle 28 canzoni del Festival di Sanremo è finalmente completo. Nella seconda serata infatti i restanti 14 artisti in gara hanno proposto il proprio brano, alcuni fortissimi, altri che hanno invece incredibilmente deluso le aspettative.

In un secondo giro dove si è vista, fortunatamente, molta più carne a fuoco non sono mancati un paio di valutazioni altissime. A chi saranno state assegnate? Scopriamolo insieme.

PAGELLE DELLA SECONDA SERATA SANREMO 2023

WILL, Stupido 4

Quota teen. Emergono le criticità già sentite in occasione della gara dei giovani, con un approccio che sembra provenire più dagli studi Elios che dal Festival. C’erano profili migliori già nella scrematura di dicembre (citofonare Giuse The Lizia), il fatto che sia stato scelto proprio per questa canzone apre parecchi punti interrogativi.

MODÀ, Lasciami

Rivedere Kekko dei Modà ricorda i terrificanti tempi degli inizi degli anni dieci del 2000, quando il frontman era il topliner più richiesto della scena scrivendo spesso canzoni a dir poco bruttine a destra e a manca. Vengono giustamente chiamati da Ama per coprire un determinato tipo di target, amante del melò. Al cantautore va dato atto di essersi messo a nudo parlando di un argomento delicatissimo come quello della depressione. Ma il contorno iper sanremese e già sentito offusca il senso.

SETHU, Cause perse 6-

Segue la wave pop punkettina che si sta con timidezza affacciando nel nostro panorama. Buona potenziale hit radiofonica che può ritagliarsi il suo spazio in questo festival. Nulla di più.

ARTICOLO 31, Un bel viaggio 6

Era dai tempi di “Ladro di te” di Piotta (a memoria, 2004) che non si sentiva un po’ di scratch sul palco dell’Ariston. Pezzo estremamente nostalgico che ricorda la lezione degli 883 con le classiche rime introspettive degli episodi più conscious di J Ax. Nel complesso funziona – potente in tal senso lo special – ma da loro ci si aspetta, a prescindere, di più.

LAZZA, Cenere

Potentissimo. Fortunatamente Lazza non fa come Rkomi (ovvero colui che aveva venduto più copie nel 2021) e si presenta al Festival, giustamente, per lasciare il segno. Il beat è pazzesco, l’inciso è semplicemente magnetico. Funziona particolarmente bene anche rispetto alle altre proposte per un motivo ben specifico: non è il classico brano sanremese lento, non è il classico brano sanremese movimentato. È un ibrido tra queste due componenti in un mix sentito poche volte da queste parti. Una canzone che suona 2023, esattamente come Mahmood suonava 2019.

GIORGIA, Parole dette male

Sappiamo com’è andata. Ama ha chiamato Giorgia, già pronta con il nuovo disco. Insieme hanno selezionato il brano da portare all’Ariston. Ma “Blu“, il prossimo album che uscirà venerdì 17 febbraio, sarà un lavoro molto particolare, molto meno quadrato e immediato (esattamente come “Normale“) rispetto ai precedenti.”Parole dette male” in tal senso stride. Il risultato è una delizia assoluta per chi mastica il territorio soul e black. Ma non è pane per il pubblico generalista. la criticità più grande sta poi in un testo, non all’altezza, al servizio di una componente musicale complicatissima. Di primo acchito, non una buona idea. Vediamo al secondo giro se il rebus si risolve.

COLAPESCE E DIMARTINO, Splash 9

I più originali di tutti, confezionano un suono squisitamente retrò attingendo a piene mani dal territorio battistiano. Sfoderano la loro arma migliore, ovvero la profonda ironia e la capacità di saper scrivere dei versi-claim taglienti e iper rappresentativi, In questo caso “Ma io lavoro per non stare con te“. Quando si riesce a realizzare un pezzo quadrato non candendo nell’ovvio avviene la magia. Oggi è avvenuta.

SHARI, Egoista 7+

La migliore dei giovani insieme ai Colla Zio. Non scompone, e fa benissimo, la sua cifra stilistica. Niente compromessi, niente sanremesate a favore di un passaggio che è la summa della propria personalità, contraddistinta da questo timbro pieno e da alcune linee melodiche che, seppur semplici, risultano azzeccate e magnetiche.

MADAME, Il bene nel male

Senza retorica, un vero e proprio animale da palcoscenico. Cambia rotta rispetto all’impattante “Voce” proponendo un brano forsennato e difficilissimo da eseguire, surfando sulla beat – prodotto alla perfezione – e confezionando una storia per immagini e musica che non poteva che uscire soltanto dal suo genio. La parte migliore? Lo special che precede l’ultimo inciso. Una passeggiata tra le tenebre e la carnalità.

LEVANTE, Vivo 6

Un messaggio importantissimo, la cui bellezza e significato supera, almeno in prima battuta, il brano stesso, forse un po’ troppo debole. Si sente fortissimo una certa influenza della Paola Turci dell’ultimo periodo. Le parole del ritornello sono di alto profilo. Ma manca qualcosa. Vedremo cosa.

TANANAI, Tango 7

La gigioneria è servita. Un’operazione furba quella di Tananai che, dopo l’introspettiva “Abissale“,  si butta in un altro lentone, stavolta cantando bene e proponendo un pezzo dalla matrice sanremese rinfrescato però nel testo, pregno di riferimenti alla pop culture di oggi. Può essere la mina vagante di questa edizione.

ROSA CHEMICAL, Made in Italy 7+

L’abbiamo cercata per un giorno e mezzo, ma l’abbiamo trovata. La quota “Vecchia che balla“, “Ringo Starr” o “Dove si balla” se la prende tutta Rosa Chemical, il quale si lancia in un brano-manifesto, un inno alla libertà e alla fluidità sessuale tra ritmi impazziti circensi e tributi a Renato Carosone. Una hit che conquisterà le radio, le tv, l’internet e Tik-Tok (che è un mondo a parte).

LDA, Se poi domani 4

Sta diventando quasi uno standard classic il pezzo di Sanremo dell’artista di turno uscito in tempi recenti dalla scuola di Amici di Maria De Filippi. Si riconosce dall’inflessione, maledettamente vicina alle canzoni del Sanremo Giovani dei tempi d’oro (quello degli anni Novanta). Tutto matematico, tutto ovvio, tutto già battuto. Spiace soprattutto per un artista che ha dimostrato in passato di sapersi muovere in tutt’altri binari.

PAOLA & CHIARA, Furore

Signore e Signori, questo è il Fan Service che ci piace. Dopo anni e anni di silenzio le sorelle Iezzi tornano sul luogo del delitto dando in pasto ai propri ammiratori proprio quello che da anni chiedono: un tormentone vecchio stile, con tanto di balletto (quanti video faremo su Tik-Tok?) e schiera di uomini cresciuti a riso, pollo e creatina. L’inciso è una delizia, impreziosito da un hook capace di stendere e fare ballare chiunque. Category is: furore!

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Crediti Foto: LaPresse

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