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Emma Nolde, Dormi: la fragilità che ci rende più forti

Un secondo disco che si presenta come l’evoluzione naturale di quello d’esordio. Emma Nolde in “Dormi” conferma di essere una delle pochissime a confezionare un pop rock d’autore sfrontato e struggente. Teniamocela stretta

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Emma Nolde Recensione
Front cover dell'album "Dormi"

DORMI| LA RECENSIONE

Fragilità, senso di distanza, consapevolezza. Sono questi i tre temi che gravitano quasi senza soluzione di continuità in “Dormi“, secondo album in studio della meravigliosa Emma Nolde pubblicato lo scorso 30 settembre 2022 (Woodworm/Universal) e arrivato due anni dopo di “Toccaterra“, uno degli esordi qualitativamente più elevati dell’ultimo trentennio.

Il disco in tal senso sembra proprio l’evoluzione naturale di quello di debutto,impreziosito dalla delicata mano di Francesco Motta, bravissimo a dare il proprio apporto stando però sempre tre, se non quattro, passi indietro rispetto alla cantautrice, smussando con grande raffinatezza gli angoli. Al centro, infatti, esattamente come in “Toccaterra” c’è solo Emma, i suoi pensieri, i suoi patemi, le sue paure.

Dormi” a differenza della prima fatica accarezza però un disagio più profondo offrendo una visione riflessa anche nell’attualità. L’album infatti è stato concepito proprio nelle ultime due annate, quindi tra il periodo pandemico e quello post-pandemico, a cui si sono aggiunte anche chiaramente le vicissitudini tipiche dei vent’anni, l’età delle prime scelte, dell’ingresso nel mondo degli adulti e dunque anche delle prime separazioni, famigliari e non.

Anche questa volta ad impressionare è l’attitude della musicista – dotata di una timbrica oscura e brillante allo stesso tempo, solida nelle note basse ed armoniosa in quelle alte – già in grado di proporre un suo stile ben definito oscillando passaggi più resistenti e orecchiabili ad altri decisamente più audaci. Pensiamo ad esempio alla sfrontatezza quasi sperimentale di “Respiro” contrapposta alla dolcezza de “Storia di un bacio“, episodio in cui emerge con forza quella timidezza consapevole che spesso si apprezza particolarmente nelle produzioni della Nada migliore.

Tra i momenti emotivamente più trascinanti impossibile non citare la struggente “Te ne sei andata per ballare“, brano dedicato alla sorella della cantante andata via di casa per seguire la propria passione, oltre che “La stessa parte della luna“, uno dei frammenti più virtuosi con un inciso tutt’altro che semplice dal punto di vista vocale.

Ma come in “Toccaterra” anche in “Dormi” fuoriesce tutto l’orgoglio di sentirsi in qualche modo outsider o perlomeno diversa dalla massa, concetto già sciorinato in “Nero Ardesia” e qui riproposto nella intro Fuoco coperto” e nella successiva “Voci stonate“, due pezzi che riescono tra le altre cose a parlare della sofferenza della pandemia senza mai citarla direttamente.

La spumeggiante “CQVT“, altro capitolo che pone la protagonista in una veste fortemente identitaria e poco battuta, precede la chiosa, affidata a “Ti prometterei” che, esattamente come “Sorrisi Viola“, viene registrata live, dando nuovamente un senso di distensione diventato ormai il marchio di fabbrica di un’artista incredibile, una delle pochissime (ci buttiamo dentro anche la brava Miglio) a proporre un pop-rock d’autore, ricco di contaminazioni e spessore. Teniamocela stretta.

VOTO: 9

AGGETTIVO:  STRUGGENTE

ARTISTA: EMMA NOLDE
ALBUM: DORMI
ANNO: 2022
ETICHETTA: WOODWORM/UNIVERSAL

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