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Aiello: quell’urlo (contestualizzato) è il plus di “Ora”

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Sbeffeggiato su più fronti, schernito, non capito, rimasto ingabbiato nella trappola dei meme. Ma “Ora” di Aiello è un pezzo originale e personale. E quell’urlo, nel giusto contesto, ci sta benissimo.

ORA | LA RECENSIONE

È stato il grande incompreso di Sanremo 2021. Ma la sua impronta è destinata a lasciare in qualche modo il segno. Stiamo naturalmente parlando di Aiello, artista che ha pubblicato il 2 marzo “Ora“, il singolo festivaliero contenuto in “Meridionale“, secondo disco in studio rilasciato dieci giorni dopo il debutto all’Ariston, il 12 marzo, per Piciola/Sony.

Il centro del dibattito è stata la prima performance andata in scena proprio nella serata inaugurale, viziata da un urlo scomposto e sgraziato nel bridge della canzone. Un momento che, purtroppo, non è passato inosservato alla spietatissima ironica ma neanche troppo onda dei social che, per tutto il resto della settimana, non ha lasciato – metaforicamente s’intende – spazio al cantautore calabrese di esprimersi a pieno, in quanto ancora troppo distratta dal fatto.

Eppure, quel grido appunto così scomposto e così sgraziato, nel contesto della canzone trova ragionevolmente diritto di cittadinanza Sì. La canzone lo consente, anzi quasi lo richiede. Basta ascoltare per credere. “Ora” è infatti una presa di coscienza, un naufragio d’amore causato dall’artista stesso, intriso di passione e tanto sesso, talmente presente nella storia da chiamarlo, in modo diventato comunque iconico, “Ibuprofene“.

Un pezzo quindi disperato, il quale urlo nella versione dal vivo non poteva che essere esagerato e accentuato, impreziosendone la potenza e l’originalità. Sì perché già dell’intro, una sorta di mini ouverture dal carattere epico, si capisce immediatamente la cifra stilistica dell’episodio, caratterizzata comunque da un inciso assolutamente orecchiabile e da un imprinting unico nel suo genere.

Tutto si può dire infatti di Aiello, tranne che non sia originale: c’è chi lo paragona a Mahmood, ma i due, al netto di una vaghissima somiglianza timbrica, da un punto di vista artistico si muovono in poli opposti: l’autore di “Soldi” è riuscito a farsi largo proponendo dei brani dal sound spiccatamente urban r&b con una matrice internazionale freschissima, anche nei riferimenti testuali (vedi la splendida “Inuyasha); il nostro invece si muove in territori più carnali e, soprattutto, folcloristici, giocando più sulla tradizione musicale del sud a tutto tondo che sulle sue radici, da dove invece spessissimo attinge la superstar di Milano. Un paragone dunque azzardato ma che consegna ad Aiello un riconoscimento e uno spessore artistico non banale. Estro, creatività, follia. Ma cosa vogliamo di più?

VOTO: 8/10

AGGETTIVO: PERSONALE

ARTISTA: AIELLO

SINGOLO: ORA

ANNO: 2021

ETICHETTA:  PICIOLA/SONY

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