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Interviste

Andrea Gregori, il Caravaggio che dipinge musica

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di Arianna Caracciolo

Andrea Gregori, in arte Caravaggio è un musicista particolare, la sua musica è libera, nuova ed unica nel suo genere, proprio come lui. “Le cose che abbiamo amato davvero” è un brano vissuto e profondo, capace di abbracciare i diversi stili. Parte con un inizio leggero, un sound synth pop e poi arriva un’esplosione: una voce che cambia e si muove come un’onda, mascolina quando serve e più delicata e femminea in altri momenti. Il travolgente videoclip trasmette l’unicità estetica di Caravaggio e del suo particolare sound. In questo video vediamo il musicista da diverse angolature mentre sul suo volto si alternano differenti make-

Abbiamo parlato con Andrea del suo nuovo ipnotico singolo, che nella sua straordinaria semplicità, ricorda anche un Natale a Londra, in cui non era mai stato così felice.

“Le cose che abbiamo amato davvero”, il tuo recente nuovo singolo, racconta di un’esistenza che scorre inesorabilmente, capace di rinnovarsi, ignara delle nostre sofferenze personali”.

Ti riferisci appunto ad un amore passato?

“Mi riferisco in generale al concetto di lutto. Passiamo gran parte del nostro tempo a soffrire per la perdita di qualcosa, per un’assenza che spesso riguarda i rapporti. La vita al contrario si rinnova con estrema naturalezza, il concetto di impermanenza è insito in lei”.

Anche noi esseri umani moriamo e rinasciamo continuamente.

“Il ricordo indelebile di un Natale a Londra, non sono mai stato così felice”, è uno dei versi che mi ha immediatamente colpita”.

Parliamo di questo passaggio e del legame che hai con Londra.

“Ci sono stato nel periodo di Natale, era il 2014. Fu un’esperienza incredibile. La città in quei giorni è un tripudio di luci e di vita brulicante, mentre fervono i preparativi per le feste. I mille mercatini, Camden Town, i Christmas Carols alla Royal Albert Hall la sera della vigilia. Poi il giorno di Natale tutto si ferma in un silenzio ovattato e surreale e per le strade girano solo turisti con il naso per aria. Sarà che ero innamorato, sarà che il 25 dicembre è anche il mio compleanno ma mi è sembrato un istante perfetto, di quelli che non dovrebbero finire mai!”

Un passato da rocker e un presente da solista, in cui esprimi liberamente influenze differenti, acquisite durante il tuo percorso artistico e professionale. Quali sono i tuoi riferimenti e a cosa ti sei ispirato per creare Caravaggio?

“I Godiva (la mia band dell’epoca) sono stati una palestra insostituibile per me, un percorso di studi, un master in rapporti umani. Dopo 10 anni insieme a loro ho però sentito la necessità di evolvermi scegliendo di proseguire da solo l’esplorazione di nuovi territori. L’amore per il rock e per i cantautori italiani ha lasciato a un certo punto spazio ad una nuova infatuazione, quella per la musica elettronica. Credo che Caravaggio sia un mix armonioso di tutte le mie passioni musicali. Oggi sono un artista felice, godo di una serenità e di una libertà di espressione che prima non conoscevo”.

“Le cose che abbiamo amato davvero” è il terzo singolo che hai prodotto quest’anno. Come gestisci la creazione dei brani e da dove parti?

“Cerco di essere totalmente libero anche in questo, non seguo piani strategici. Ogni tanto risale a galla una vecchia composizione o nasce un brano nuovo che vuole essere pubblicato ed è come se me lo chiedesse, sento il suo richiamo. Credo molto nell’istinto, so che l’unica maniera che ho per seguire un percorso giusto è ascoltare i miei desideri. Quest’anno sono stato particolarmente prolifico e sono molto felice dei risultati”.

Nel brano “Gli impressionisti” alla fine canti “come quando Mogol ha incontrato Battisti”. Puoi parlare di questo aneddoto? Durante il tuo percorso artistico hai mai incontrato Mogol e Battisti?

“Non ho mai avuto il piacere di incontrarli di persona ma credo che loro due siano nel DNA di tutti i cantautori italiani. Adoro fare dei mashup tra la storia dell’arte ea quella della musica ed ho pensato che Mogol e Battisti siano i nostri impressionisti. Loro avevano una capacità straordinaria di raccontare la vita usando sapientemente la luce e le ombre”.

Come hai affrontato dal punto di vista artistico e personale questo stravolgimento generale dovuto al virus e quali sono i prossimi progetti di Caravaggio?

“Devo dire la verità, sono sempre stato abituato a rimboccarmi le maniche e a reagire nei momenti di difficoltà. Quando mi sono ritrovato chiuso in casa per il lockdown ho cominciato a cercare modi alternativi per dare sfogo alla creatività. Ho lavorato alle canzoni, sono uscito col singolo “Gli impressionisti” a maggio, ho girato un videoclip completamente fatto in casa. Insieme a due cari amici abbiamo dato vita ad un appuntamento folle chiamato “The Bad Room”, un mix tra DJ Set Techno e performance teatrale in diretta su Instagram, ogni venerdì. E’ stato, nonostante tutto, un periodo di intensa attività per me. Per il futuro prossimo ho in cantiere l’uscita di un nuovo singolo a febbraio e di un disco ad aprile, quest’ultimo raccoglierà tutte le canzoni pubblicate fino ad oggi più un inedito. Grazie infinite per questa intervista”.

Questa era l’ultima domanda, grazie mille per la nostra intervista, in attesa dei tuoi prossimi progetti artistici continueremo a seguirti tramite i tuoi canali social.

Ascolta il brano: https://open.spotify.com/album/7LumKhKe1NNGo9fRvlKA3Y

Sito web – https://caravaggiomusic.net/

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YouTube – http://www.youtube.com/c/CARAVAGGIONELTUBO

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Foto: autorizzata dall’artista