Seguici su

Attualità

Chopin: la sua omosessualità fa ancora paura

Pubblicato

il

Considerato il «poeta del pianoforte», Frédéric Chopin, compositore e pianista simbolo del romanticismo musicale, è una figura importantissima per la sua amata Polonia, paese che ancora una volta dimostra una spiccata omofobia.

Lo scorso novembre nel documentario «Gli uomini di Chopin», trasmesso su un’emittente svizzera, sono state svelate le lettere originali del compositore, rivolte ai suoi amanti uomini. Come spiegato dal giornalista e musicista Moritz Weber, le missive di Chopin erano state rigorosamente censurate o tradotte al femminile dai biografi che si sono occupati dell’eredità del musicista, che volevano tenere nascoste le relazioni amorose gay.

E’ normale che in epoche in cui l’omosessualità era proibita, osteggiata e considerata una malattia, gli artisti che avevano oltretutto un ruolo istituzionale non avevano molta libertà ed erano obbligati a nascondere le proprie relazioni gay e a sposarsi di comodo, per non dare nell’occhio, ma la gravità sta nel voler continuare a negare anche nel 2020.

«Chopin separava deliberatamente ciò che viveva interiormente da ciò che mostrava all’esterno. Prestava molta attenzione al modo in cui appariva al pubblico, un motivo ricorrente nelle sue lettere e una caratteristica che veniva osservata anche da chi gli stava intorno» spiega Weber. «Bisogna conservare il mantello per coprire i sentimenti nascosti» si legge in una lettera del 1830.

Chopin dedicava dichiarazione d’amore al politico Tytus Woyciechowski: «Ho ricevuto la lettera in cui mi hai detto di baciarti» scriveva Chopin nel 1829, e ancora “Non ti piace essere baciato. Per favore, lasciami farlo oggi. Me lo devi, visto il sogno sporco che ho fatto su di te la scorsa notte”. Il compositore ha dedicato proprio a Woyciechowski La Variazione su “Là ci darem la mano” Op. 2.

Ma il Fryderyk Chopin Institute (un’agenzia creata dal governo a Varsavia) continua sulla strada della negazione, dichiarando che le lettere di Chopin non sono una prova della sua omosessualità perché è di difficile traduzione il linguaggio “musicale e complicato” del compositore.

Si può mettere in discussione la virilità e l’identità di uno dei personaggi più importanti della cultura polacca? Pare evidente che dichiarare omosessuale un proprio simbolo storico faccia ancora moltissima paura!

 

Clicca qui per mettere “Mi piace” al BLOG HIT NON HIT

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al GRUPPO OA PLUS