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Depositate motivazioni sentenza ex sindacalista Pasini, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio dell’amante Manuela Bailo

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L’ex sindacalista Fabrizio Pasini ha sempre dichiarato che la sua amante e collega 35enne Manuela Bailo era morta cadendo dalle scale durante un litigio.

In realtà, Manuela Bailo, dopo essere stata uccisa, era stata nascosta in una vasca di liquami in provincia di Cremona. Poi Pasini era partito per le vacanze estive in Sardegna con moglie e figli. Al suo ritorno, era scattato l’arresto.

In occasione del primo caso, giudicato col rito abbreviato e quindi con uno sconto della pena di un terzo, era arrivata la prima condanna a 16 anni.

In Appello l’accusa aveva chiesto di rivalutare la premeditazione, non inclusa in primo grado, chiedendo anche una condanna a 30 anni per Pasini, ma alla fine è arrivato lo stesso pronunciamento del primo tribunale con la conferma dei 16 anni.

Sono state depositate le motivazioni della sentenza d’appello, in cui i giudici della Corte d’Assise d’appello di Brescia scrivono: “La decisione di uccidere Manuela Bailo non è stata scatenata in Fabrizio Pasini da un impeto mosso in un contesto di gelosia o di rifiuto, ma dalla deliberata scelta dell’imputato, giunto a un vero e proprio redde rationem con le sue menzogne, di sopprimere l’amante anziché confessarle, accettando le conseguenze, l’impossibilità da parte sua di imboccare quella strada di consolidamento della loro relazione verso la quale egli stesso l’aveva sempre più illusa. Risulta provato che Manuela Bailo non morì per effetto del traumatismo patito al capo, ma che le furono inferti uno o due tagli alla gola quando la giovane era ancora in vita. Il decesso di Manuela Bailo non è avvenuto nelle circostanze descritte dall’imputato, ma a cagione di una ben diversa condotta da quello posta in essere e precisamente consistita nel taglio della gola della giovane amante”.

I giudici non hanno dubbi: “Manuela Bailo era determinata a passare la notte con l’amante. Non è certamente contraddittorio prospettare che la volontà omicida si sia fatta strada nella psiche dell’imputato proprio nel momento in cui si rese conto dell’irremovibile e invincibile decisione dell’amica di passare con lui il resto della notte, così da mettere in crisi le sue abituali strategie e, soprattutto, da rendere problematico il suo rientro dalla moglie“.

Fonte: Fanpage

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Crediti Foto: LaPresse