Seguici su

Attualità

Palermo: focolai negli ospedali, ma il vaccino non c’entra

Pubblicato

il

Da alcuni giorni nei principali ospedali della Sicilia si è assistito alla nascita di diversi piccoli focolai tra il personale e i pazienti. Nel reparto della Medicina d’urgenza del Civico, ad esempio, ci sono stati 21 contagiati: 12 pazienti, 7 infermieri, 2 medici, questi ultimi nuovi tutti già vaccinati le scorse settimane.

Tanto che molti hanno iniziato a sospettare che il vaccino possa in qualche modo inficiare sull’esito veritiero del tampone, gonfiando i dati dei nuovi contagiati. Ma ciò non è possibile, come ci spiega Claudio Costantino, dirigente medico dell’unità di Epidemiologia Clinica con Registro Tumori del Policlinico “P. Giaccone” di Palermo, altro luogo del capoluogo siciliano dove in questi giorni si è assistito a un aumento dei casi.

“Il vaccino – spiega iil dr. Costantino – non contiene materiale genetico, né fa in modo che l’organismo del paziente ne crei, pertanto non è possibile che influenzi il funzionamento del tampone molecolare”, e quindi chi risulta positivo al tampone molecolare tra i dottori e gli infermieri già vaccinati (ma solo con la prima delle due dosi da inoculare) si è contagiato o in ambito ospedaliero o familiare, ma il vaccino non c’entra.

“La vaccinazione, almeno alla prima dose – continua Costantino – blandisce le forme gravi di malattia, rendendo di fatto il virus pressoché innocuo, ma non previene il contagio: chi ha fatto la prima dose è protetto tra il 50 e il 70% dai sintomi gravi”

Un’ultima specifica offerta da Costantino è sui tamponi e test veloci salivari, molto meno sicuri di quello molecolare. Questi tamponi “cercano” la proteina spike del Covid-19, creando numerosi falsi positivi, per cui servirebbero accertamenti molecolari.

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al GRUPPO OA PLUS

Crediti Foto: LaPresse