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Maranello – Francia in Vespa, la Liguria on the road: Cinque Terre

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Manarola, Cinque Terre

Maranello-Francia in Vespa, la Liguria on the road. Parte 2: Cinque Terre – Luglio 2020

La Spezia

Ecco, in lontananza, apparire l’agglomerato urbano della città di La Spezia. Quest’ultima, però, non è l’unica piacevole visione. Infatti, tra le nuvole, il Sole cerca di palesarsi prepotentemente creando lo spazio necessario al passaggio dei raggi. La temperatura torna ad assumere una gradazione davvero piacevole, specialmente per chi (proprio come me) ha deciso di mettersi in viaggio, a bordo di un mezzo a due ruote, indossando unicamente maglietta e pantaloncino. L’asfalto sotto gli pneumatici e gli edifici cittadini, scorrono rapidamente, come una pellicola cinematografica 35mm, nello “schermo” della visiera. Vorrei romanzare ancora un pò il racconto, ma onestamente “parlando” (meglio dire scrivendo) in questa parte del tragitto, visto il traffico abbondante, cerco “semplicemente” d’inalare meno smog possibile. Giungo nella periferia Ovest della cittadina, più precisamente nel quartiere di “Fabiano Basso” (zona stadio) e finalmente “imbocco” la famosa “SP 370” (Strada Provinciale 370 Litoranea delle Cinque Terre) che attraversa, neanche a dirlo, il “Parco Nazionale delle Cinque Terre”. Il tracciato inizia subito ad inerpicarsi lungo le “alture della città”. Supero alcune piccole frazioni (davvero graziose) e osservo, in distinti punti panoramici, notevoli scorci sul “golfo spezzino”, su La Spezia stessa (trentatré trentini entrarono a Trento…) e sulle vallate verdi che la circondano. Tutto davvero incantevole!

Cinque Terre

Un lungo tunnel mi consente di raggiungere il versante delle “Cinque Terre”. Lo spettacolo visivo, offerto dal paesaggio della costa ligure, è superlativo. Numerose volte ho visitato questo piccolo “angolo di Paradiso italiano”, tra i più apprezzati nell’intero panorama turistico nostrano e mondiale, ma mai giungendo dalla strada litoranea. Inutile dilungarsi troppo sulla bellezza dei cinque piccoli borghi, adagiati alla perfezione fra mare e monti, divenuti oramai un simbolo del nostro Paese. Annoiarvi con lunghissime descrizioni garantirebbe al mio testo molte righe aggiuntive, ma NON HO VOGLIA DI SENTIRVI LAMENTARE! Quindi, non dirò che i fantastici piccoli paesini si trovano nel tratto di costa situato tra Punta Mesco e Punta di Montenero. Non espliciterò che, da Est a Ovest, le cinque perle sono rispettivamente: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso. Non illustrerò il motivo per il quale, dal 1997, fanno parte della lista dei “Patrimoni dell’Umanità UNESCO”:

“La riviera ligure orientale delle Cinque Terre è un luogo culturale di valore eccezionale che rappresenta l’armoniosa interazione, stabilitasi tra l’uomo e la natura, per realizzare un paesaggio di qualità incredibile, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario”

Non spiegherò che…

OK OK BASTA! VADO AVANTI VA BENE!

Una decina di righe le ho comunque aggiunte al racconto, mi accontento! (parole create dal mio cervello e non destinate alla vostra lettura)

Decido di effettuare due fermate prima di proseguire il viaggio nel “Levante ligure” (e più in generale verso la Francia): Riomaggiore e Manarola.

Riomaggiore (SP)

Abbandono la strada provinciale imboccando lo svincolo verso Riomaggiore, inizio la lunga discesa verso il borgo e mi godo, viaggiando a “filo gas”, il panorama. Le case colorate, che formano il complesso abitativo del piccolo comune ligure, sono un’autentica meraviglia. Tra una sosta fotografica e l’altra, raggiungo la rotatoria nella quale confluiscono la “Strada provinciale 32”, “Via Santuario” e “Via de Gasperi”. Gran parte dei parcheggi sono riservati ai residenti, ragion per cui, quando quelli a pagamento sono esauriti, la carreggiata che conduce in direzione del paese potrebbe essere temporaneamente “chiusa al traffico”. Fortunatamente la mia Vespa non necessità di uno spazio eccessivo e quindi, trovando un piccolo pertugio libero nell’area di sosta destinata ai motocicli, non ho particolari difficoltà nell’identificare un luogo (legale) nel quale lasciare il mezzo. Il mio bolide non eccelle certo per lucentezza, ma gli altri, semidistrutti e in parte arrugginiti presenti nel parcheggio, fanno sembrare la mia GT 125L, del 2004 e con parecchi “chilometri sul groppone”, nuova fiammante. L’abitato è composto da diversi ordini, paralleli, di case-torri genovesi che seguono il ripido corso del torrente. Le due vallate, sulle quali si estende l’abitato, sono separate dalla ripida costa di Campiòne, ove si erge il castello. La valle del Rio Maggiore è sormontata dal monte Verugola, le cui tre cime, raffigurate nello stemma comunale, rappresentano da sempre il simbolo del borgo. Una passeggiata fino al mare, immergo per qualche minuto i piedi osservando le barchette in balia delle onde e poi via, verso la tappa successiva.

Manarola (SP)

In salita fino a imboccare nuovamente la “SP 370”, qualche chilometro di marcia ed ecco apparire lo svincolo utile per raggiungere la seconda (e ultima) tappa delle “Cinque Terre”: Manarola. Un ampio parcheggio, controllato da un signore davvero molto disponibile, garantisce il punto di sosta perfetto per il mio mezzo. Il borgo, una frazione del comune di Riomaggiore, è caratterizzato dalle abitazioni variopinte, costituite dalle tipiche case-torri genovesi, che si “affacciano” una a ridosso dell’altra sulla via principale. Il paese s’inerpica sul costone roccioso, che si protende sul mare, determinando un intreccio di stretti caruggi. I toni pastello del rosa e dell’arancio, elevati al cielo dall’agglomerato urbano, “regalano” una delle cartoline più famose del mondo. Arriva il momento di abbandonare la poesia e riempire lo stomaco, che nel frattempo ha iniziato a produrre “versi ferali” incredibili. In preda all’imbarazzo, “mi fiondo” nella prima bottega in grado di fornire uno dei miei cibi liguri preferiti: la farinata di ceci. Con la prelibatezza culinaria in una mano e lo smartphone (in modalità macchina fotografica) nell’altra, soddisfo le papille gustative ammirando il panorama. C’è forse qualcosa di meglio!? Terminato il pasto, decido di mettermi nuovamente in viaggio e abbandonare questo stupendo tratto di costa italiana. Genova e la sua provincia mi attendono!

CONTINUA…

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