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Mario Draghi al Senato: “Se la situazione contagi lo consentirà, riapriremo le scuole anche nelle zone rosse, speriamo subito dopo Pasqua”

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Mentre stiamo vaccinando è bene cominciare a pianificare le aperture. Se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse”. Lo ha detto il premier Mario Draghi durante le comunicazioni in Senato tenutesi questa mattina in vista del Consiglio Europeo in programma domani 25 marzo.

La riapertura delle scuole è fra le priorità del governo, come lo è la campagna vaccinale, che procede ancora a rilento nel nostro Paese rispetto al resto dell’Europa, ma che, stando alle parole del presidente del Consiglio, sta recuperando terreno. “Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua”, ha spiegato Draghi.

A un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per la soluzione della crisi. Sappiamo come farlo, abbiamo 4 vaccini sicuri e efficaci, ad aprile arriva anche Johnson&Johnson. L’obiettivo è vaccinare quante più persone possibile nel più breve tempo possibile”, ha detto in aula a Palazzo Madama il premier, aggiungendo “siamo già all’opera per compensare il ritardo di questi mesi. L’accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti. Il nostro obiettivo è portare il ritmo a mezzo milione al giorno“. 

“Accelerare con la campagna vaccinale è essenziale per frenare il contagio, per tornare alla normalità e per evitare il sorgere di nuove varianti”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, che ha sottolineato il problema delle differenze tra le Regioni nella somministrazioni delle dosi. “Le Regioni seguano le priorità del piano nazionale  ha detto il premier -. Mentre alcune Regioni seguono le disposizioni del Ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale. Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti”.

 

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Crediti foto: LaPresse