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Benno Neumair, accolta la richiesta di perizia psichiatrica. L’agghiacciante racconto dell’omicidio: “Papà mi diceva che non valevo niente, così l’ho zittito…”

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Il giudice per le indagini preliminari Carla Scheidle ha accolto la richiesta del pubblico ministero di Bolzano di disporre una perizia psichiatrica – psicologica nei confronti di Benno Neumair, il 30enne di Bolzano che ha ucciso, strangolandoli, i genitori Peter Neumair e Laura Perselli per poi gettarne i cadaveri nel fiume Adige.

Il gip ha nominato tre esperti per effettuare le perizia psichiatrica: lo psichiatra Eraldo Mancioppi di Trento, lo psicologo Marco Samory esperto in psicodiagnostica e test per adulti e Isabella Merzagora, psicologa e crimininologa dell’università di Milano. Gli esperti dovranno accertare la capacità di intendere e di volere di Benno Neumair al momento dell’omicidio, decidendo se possa considerarsi socialmente pericoloso, cioè in grado di commettere nuovi reati. I tre esperti verranno incaricati durante la prossima udienza che si terrà ad aprile.

Benno Neumair si trova ora in carcere con l’accusa di duplice omicidio alla quale si potrebbe aggiungere anche l‘accusa di premeditazione. Agghiacciante il racconto che il 30enne ha fatto agli inquirenti dei momenti che hanno preceduto l’omicidio dei due genitori: “Papà mi rinfacciava che non valevo niente: mi parlava delle mie responsabilità, di mia sorella… Mi sono sentito alle strette e mi sono rifugiato in camera mia. A quel punto vengo incalzato anche se volevo stare in pace. Volevo solo il silenzio. Così l’ho zittito. Ho preso dalla bacinella di plastica dei miei attrezzi la prima corda da arrampicata che ho trovato”.

“Eravamo in corridoio, siamo cascati insieme per terra e non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti – ha proseguito nel suo racconto Benno – ho stretto molto forte, poi sono rimasto seduto o sdraiato in corridoio. Ha suonato il cellulare e probabilmente ho risposto. Poi mi sono sentito di nuovo agitato quando ho sentito il rumore del cellulare e del chiavistello. Mi sono mosso verso la porta con ancora il cordino in mano. Mia mamma è entrata in casa e mi è venuto di fare la stessa cosa, senza neppure salutarla”.

 

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Crediti foto: Facebook