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Interviste

MEI, Rubrica. #NEWMUSICTHURSDAY. La tempesta di Nasby & Crosh

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Nasby And Crosh

La tempesta di Nasby & Crosh – Intervista 

di Marta Scaccabarozzi

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Nasby & Crosh, formazione milanese che fa del Folk un genere Pop. Ci hanno parlato del nuovo EP “Hush beyond the storm” e di molto altro.

Ciao ragazzi! Benvenuti sul sito del MEI. Per prima cosa: come nasce il progetto Nasby & Crosh?

Nasce da tre concetti fondamentali: gioco, amicizia e stima reciproca. Abbiamo cominciato scimmiottando gli anni 70 con cover acustiche suonate in duo in alcuni piccoli locali di musica dal vivo nel milanese. Poi ci siamo fatti prendere la mano, abbiamo scritto canzoni di nostro pugno e nel corso del tempo si sono aggiunti amici sinceri e musicisti fantastici che adorano quello che suonano senza mai prendersi eccessivamente sul serio. Ora siamo in cinque, vogliamo divertirci e divertire, emozionarci ed emozionare, per instaurare col nostro pubblico un rapporto di affetto reciproco.

Recentemente avete pubblicato l’EP “Hush Beyond The Storm”, un concentrato di Folk in chiave Pop. Ci parlate di questo nuovo lavoro?

“Hush” (come siamo soliti abbreviarlo) è un EP molto intimo e riflessivo, sia a livello di liriche che di scrittura e arrangiamenti. Abbiamo voluto prendere in mano tutto ciò che è stato il nostro trascorso musicale e passarlo al setaccio, in cerca dell’essenziale e soprattutto di una coerenza rispetto a come suoniamo sul palco, presentandoci per come siamo veramente. Abbiamo cercato di mantenere l’attitude folk che ci ha sempre caratterizzati trapiantandola in un contesto più moderno e di più facile ascolto. Pochissime sovraincisioni, giusto qualche cameo di ottimi musicisti per valorizzare alcuni brani e rendere l’ascolto più vario. I testi sono meno di impatto e più introspettivi, una sorta di morale rispetto a ciò che è stato raccontato in precedenza. Inoltre per la prima volta abbiamo scelto di non fare tutto da soli e chiedere aiuto a qualcuno che potesse guardare tutto da una giusta prospettiva e aiutarci a esprimerci al meglio: Larsen Premoli, Loris Bersan e Mirko Ripoldi dei RecLab Studios di Buccinasco lo hanno fatto con enorme competenza ed empatia.

In realtà “Hush Beyond The Storm” fa parte di un vero concept il cui tema è la tempesta. Diteci tutto.

L’idea che sta dietro al concept “The Storm” è nata nel 2013 insieme a una manciata di canzoni scritte di getto e legate da un particolare filo conduttore: l’ipersensibilità, la difficoltà nel prendere le distanze dalle proprie emozioni.
Ogni azione umana è determinata da un complesso equilibrio da trovare tra ciò che cuore, pancia e cervello dicono e ci sono spesso nelle nostre vite situazioni in cui è l’ultimo dei tre a farsi quasi involontariamente da parte, soffocato dalla veemenza dei primi due. Più una persona si rivela sensibile, più saranno numerose queste situazioni, concatenandosi una all’altra fino ad arrivare a un punto di rottura che possa generare nel proprio inconscio la necessità di dare finalmente le redini in mano alla propria razionalità ed elaborare ciò che è accaduto.
Abbiamo scelto di dividere il concept in tre capitoli che rappresentano ciascuno una fase della tempesta emotiva che abbiamo messo in musica. Cause, azioni e conseguenze; passato, presente e futuro; tesi, antitesi, sintesi. Tre fotografie di 3 diversi momenti a rappresentare movimento, evoluzione e cambiamento: l’ingenuo e sognatore EP datato 2014 “Quiet Before The Storm”, lo spigoloso e caleidoscopico “Here Comes The Storm” del 2018 e il pacato e intimo “Hush Beyond The Storm” appena pubblicato per chiudere il cerchio.
Esiste anche una sorta di capitolo “non ufficiale” intitolato “Living Through The Storm”, un album collage di esibizioni live datate 2019 che dà un’idea chiara di che lavoro c’è stato dietro ad Hush.

Suonate un genere tradizionale ma decisamente di stampa americano, distante dalla musica italiana in senso stretto. Cosa significa per voi proporre una cosa così particolare?

Fare musica ha sempre comportato la necessità di distinguersi e creare una propria unicità, in particolar modo in questo nuovo millennio condizionato da internet e immediata fruibilità di contenuti. In un ambiente così saturo cerchiamo di proporre qualcosa che, almeno in Italia, abbia ancora miglia da percorrere, luoghi da visitare, immagini da ricordare. Diversi artisti magari arrangiano il proprio repertorio in acustico per un particolare evento, per noi invece questa dimensione reale e palpabile del valore e della sensibilità di un artista è ciò che sta alla base del nostro esprimerci musicalmente, con tutti i rischi annessi: a ogni nostro concerto sul palco ci sentiamo totalmente nudi ed esposti, ogni nostra piccola o grande imperfezione si può palesare facilmente. Ci piace scommettere, mostrare ciò che siamo veramente, preferiamo essere piuttosto che apparire.

Prossimi progetti. Cosa combinerete dopo “Hush Beyond The Storm”?

La promozione di Hush e in generale di tutto il concept The Storm ci terrà parecchio impegnati in questo 2020. Stiamo lavorando tanto anche su quella che è la comunicazione visiva del progetto e vorremmo stupirvi prossimamente con qualche chicca video e di artwork. Poi, per quanto riguarda il nostro cammino musicale, abbiamo diverse canzoni inutilizzate ancora nel cassetto e ne stiamo scrivendo altrettante. Abbiamo voglia di raccontare una nuova storia e soprattutto di trovare qualcuno che voglia ascoltarla, pertanto alterneremo l’attività live al lavoro in studio con la libertà di esprimerci che ci ha sempre contraddistinti.

LEGGI QUI L’ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO UFFICIALE DEL MEI – MEETING DELLE ETICHETTE INDIPENDENTI

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