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100 vittime in un naufragio al largo delle coste libiche

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Sono almeno 100 le vittime dell’ennesimo naufragio al largo delle coste libiche, mentre un barchino in mare da due giorni tentava l’approdo in Europa.

“È stato come navigare fra i cadaveri”, testimonia Alessandro Porro, che si stava recando con la nave Ocean Viking, della Sea Watch, a tentare un ultimo disperato aiuto. Ma ormai, era passato troppo tempo, e infatti pare che le prime richieste di aiuto da parte dei naufraghi siano state totalmente inascoltate dagli stati europei che hanno ricevuto i messaggi di emergenza: “Gli Stati si sono rifiutati di salvare i naufraghi”, accusa l’Organizzazione internazionale delle migrazioni dell’Onu.

Ironia della sorte, nelle stesse ore del naufragio la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese discuteva al Viminale con la ministra degli Esteri della Libia Najla Al Mangoush per contrastare il traffico di esseri umani nel mediterraneo. Eppure, come denuncia Alarm Phone, la tragedia poteva essere attutita se non addirittura evitata: “Potevano essere salvati ma tutte le autorità consapevolmente li hanno lasciati morire in mare”.

Secondo le ricostruzioni di Alarm Phone, il barcone è partito la sera prima dal Al-Khoms, in Libia, con 130 persone a bordo, e giunto in un punto di mare molto pericolose con alte onde che rendono impossibile proseguire, avverte il Maritime rescue coordination centre italiano, la Guardia costiera, il Rcc di Malta, la guardia costiera libica, l’Unhcr e le navi di salvataggio delle ong che solcano le acque mediterranee. Frontex assicura di aver “immediatamente allertato i centri di soccorso nazionali in Italia, Malta e Libia”. “Alle 14.11 però – afferma Alarm Phone – il Mrcc italiano ci ha avvisato che avremmo dovuto informare le ‘autorità competenti'”, che sarebbero state in quelle acque quelle libiche, le quali fanno sapere di essere alla ricerca di tre imbarcazioni in difficoltà. In serata, dal barcone si vede un aereo “e crediamo che fosse il velivolo Osprey di Frontex”. Poco dopo tuttavia, le autorità libiche comunicano che le condizioni del mare impediscono le ricerche.

“Di notte ci sono state onde alte sei metri” racconta Porro dalla Ocean Viking. Ho passato qualche ora in bagno a vomitare. Ero esausto, disidratato, a fatica sono tornato nel letto, ed ero protetto da una signora delle acque che pesa migliaia di tonnellate. Fuori, da qualche parte in quelle stesse onde, un gommone con 120 persone. O 100, o 130. Non lo sapremo mai, perché sono tutte morte” Infatti la Ocean Viking ricercando il gommone naufragato lo ha trovato squarciato con una decina di corpi attorno.

Ora i dirigenti europei fanno a gara per fare promesse e richieste politiche, come il presidente del Parlamento David Sassoli, che richiede che il potere per intervenire venga demandato dai singoli stati all’Unione europea, per poter coordinare le operazioni dall’alto, sperando che non si facciano, però, orecchie da mercante ancora una volta.