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Sanremo History, “Le cinque indimenticabili”. Orrori sanremesi, ecco la classifica dei brani da ascoltare…lontano dai pasti

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Benedicta e Brigitta Boccoli

Le classifiche di tutto il top, e il flop, visto e ascoltato nella storia del Festival di Sanremo

Dalle canzoni più ironiche alle più criticate, da quelle ‘a luci rosse’ a quelle passate inosservate, dalle meteore alle alternative, ma anche dai look peggiori visti all’Ariston alle scenografie più suggestive, fino ai cantanti plurititolati e quelli plurivincenti. Una classifica al giorno, da oggi e fino al 4 febbraio, per accompagnarvi al prossimo Festival di Sanremo all’insegna del sorriso e del ricordo, facendovi tornare alla mente brani indimenticabili e altri dimenticabilissimi. E a proposito di questi ultimi, dopo le canzoni peggiori di qualche settimana fa, scendiamo questa volta ancora più in basso, nel classificone degli ‘orrori sanremesi’.

ORRORI SANREMESI

 

1) GIACOMO CELENTANO – “You and me”, 2002

No, nessuno è riuscito a far di peggio del figlio d’arte. E il titolo da compagnia telefonica a caccia di giovani fidanzatini da irretire senza scatto alla risposta, è la meno, ve lo garantiamo. Di peggio c’è il testo, e di peggio nel peggio l’esibizione, con tanto di intrusione della fidanzata (vera) dell’epoca che col cellulare in mano mima una telefonata al cantante. In quattro minuti scarsi, far di peggio è davvero impensabile, sotto ogni punto di vista.

2) JOVANOTTI – “Vasco”, 1989

Se c’è un detto che dice che “la prima impressione è quella che conta” beh, il detto non vale per Jovanotti che inizia la sua straordinaria carriera con questa terribile “Vasco”. Arriva incredibilmente e incomprensibilmente quinta lasciandosi alle spalle mostri sacri come Paoli, la Vanoni e Peppino di Capri, e l’aggravante è che il testo l’ha scritto proprio il buon Lorenzo Cherubini.

3) BENEDICTA E BRIGITTA BOCCOLI – “Stella”, 1989

Stesso anno di Vasco di Jovanotti, le sorelle Boccoli sfornano questo prodigio che, udite udite, da chi è stato scritto? Ma sì, proprio da Lorenzo Cherubini, a cui quell’anno non era evidentemente bastata la stesura di “Vasco”. Nei giovani a vincere è una splendida Mietta con la bellissima “Canzoni” scritta dal Minghi del pre-trottolino amoroso.

4) CARLO MARRALE – “L’ascensore”, 1994

Il suo esordio assoluto da solista nel 1994 è un flop altrettanto assoluto. Canzoncina senza pretese con l’indimenticabile “stapaduban” a impreziosirla, riesce ad arrivare addirittura terz’ultimo perché secondo la giuria di buongustai peggio di lui hanno fatto Califano con “Napoli” (ultimo) e la Squadra Italia con “Una vecchia canzone italiana”.

3) MARIA PIA & SUPERZOO – “Tre fragole”, 2003

Penultima in una sezione giovani piuttosto scadente dove quella che vince, Dolcenera con “Siamo tutti là fuori”, è anche l’unica cantante che si affermerà in carriera. Una canzone che ha un alto rischio di rimanerti in loop in testa e renderti insonne per mesi.

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