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Morgan, l’ossimoro che non smette mai di stupire

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Morgan, l'ossimoro che non smette mai di stupire

IL SENSO DELLE COSE | LA RECENSIONE

Ossimoro Morgan. Amabile e insopportabile, tenero e spietato, lucidamente folle, o come direbbe lui, follemente lucido. Ma c’è qualcosa che va a oltre le polemiche, le parole fuori posto, gli sfratti, i gesti punk (perché insultare in rima il collega con cui condividi il palco è sì deplorevole, ma maledettamente punk), o la violenza verbale. Ed è la musica. Perché Quando Morgan si mette al pianoforte, tutto torna straordinariamente al posto giusto.

Ascoltare “Il senso delle cose“, uno dei cinque pezzi bocciati dalla Commissione di Sanremo 2021 capitanata da Amadeus pubblicato dall’artista stesso sui suoi canali social, per credere. Non conosciamo ovviamente i ventisei pezzi promossi ma, visto la significativa bellezza di questo, ci si aspetta un range qualitativo davvero elevato.

Nel brano – il primo da solista dopo tanti, troppi anni di silenzio – il cantautore cacciato dalla giuria di Sanremo Giovani poche ore prima della Finalissima per via di alcune esternazioni giudicate inammissibili dalla RAI, oltre a mostrare la solita sagacia musicale dimostra apertamente la sua consapevolezza con la sua persona e con il suo essere artista, due aspetti che si incrociano più volte all’interno del testo, costellato da una frase ,”Io ho perso“, seguita da tante variabili di forma sia privata che pubblica.

Io ho perso” – dice Morgan – “L’occasione della vita“, “tempo dietro una svitata“, “La dignità civile“, “L’idea di farla finita e la faccia pubblicamente“, ma anche “L’amore dentro al cuore“, “La voce per cantare, la voglia di parlare“, “Denaro in cose vuote” “Memoria e spirito critico“, “Eleganza e senso estetico“. Poi, la chiosa: “Io ho perso sia il trucco che l’inganno, ma non ancora il senno, e vedo il senso delle cose“.

Frammenti che non possono lasciare indifferente chi conosce il vissuto dell’ex leader dei Bluvertigo, da troppo tempo all’interno di un vortice emozionale da cui spesso non riesce a venirne a capo. Non a caso è davvero interessante il modo in cui l’artista pronuncia la parola “Io”, in modo forzato, accentuato, quasi esasperato, come per dire: io sono il carnefice di me stesso, ma anche vittima. L’ennesimo, geniale, ossimoro di un cantautore d’altri tempi che non smette mai di stupire.

TESTO

Io ho perso
ho perso l’occasione della vita
ho perso tempo dietro ad una svitata
ho perso abilità di calcolo
ho perso il filo del discorso
ho perso un anno l’anno scorso

Io ho perso
io ho perso
la dignità civile
l’aspetto giovanile
ho perso il treno alla stazione
il gusto di fare una canzone
io ho perso
la mia giacca preferita
l’idea di farla finita
e la faccia pubblicamente
ogni tanto perdo un dente

Ho perso l’amore dentro al cuore
la voce per cantare
la voglia di parlare
ho perso la funzione del Natale

Io ho perso il denaro in cose vuote
perso il lavoro da imbecille
e la voglia, la voglia di essere ribelle
io ho perso i progetti di vita
l’ordine alfabetico
memoria e spirito critico
ho perso eleganza e gusto estetico

Io ho perso la luce nello sguardo
ma non ancora il senno
la testa resta sulle spalle
e vedo il senso delle cose
io ho perso
la forza nella mani
ma non ancora il senno
e ho l’istinto di creare
e vedo il senso del domani

E avevo perso libidine e dolcezza
educazione e compostezza
ho perso amici, genitori, figli e cani
ho perso tutto quello che potevo
anche se non volevo
ho perso tutto quello che potevo
anche se non volevo
la curiosità ma non ancora il senno
ne la testa testa sulle spalle
quando per tutti non va
io invece resto ancora in piedi
perché vedo il senso delle cose

Io ho perso
ho perso l’illusione troppo preso
ma non ancora il senno
ed ho il gusto per il bello
che è ciò che da il senso alle cose
io ho perso sia il trucco che l’inganno
ma non ancora il senno
e vedo il senso delle cose

Io ho perso la forza nelle mani
e non ancora il senno
perché ho l’istinto di creare
e vedo il senso del domani

 

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Crediti Foto: LAPRESSE