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Rubrica, MEI. Frammenti di un discorso musicale di GIORDANO SANGIORGI. Una Storia da Cantare: Avanti Tutta! (con un po’ di correzioni)

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Di Giordano Sangiorgi

Una Storia da Cantare: Avanti Tutta! (con un po’ di correzioni)

Avanti con altre tre puntate dedicate a Modugno, Lauzi e Gaetano. E poi altre tre ancora e così via per raccontare la storia dei poeti della musica del nostro paese.

Dopo la prima durissima puntata su Fabrizio De Andre’ con la mitica Ornella Vanoni che passera’ alla storia del Tv con “quel Gobbo del Cazzo in Diretta”  (per usare il suo francesismo ) un passo in piu’ e’ stato fatto con Lucio Dalla e un ulteriore salto di qualita’ e’ arrivato con Lucio Battisti.  Il pubblico tra l’altro ha premiato il programma anche se tutto e’ naturalmente migliorabile.

La terza puntata sul grande e mitico Lucio Battisti, oggi finalmente completamente sdoganato anche verso le nuove generazioni grazie all’ingresso delle sue canzoni in streaming, tra qualche incidente qua e la’ e’ cresciuta ulteriormente portando grandi artisti vecchi e nuovi finalmente preparati e capaci di reinterpretare il grande Lucio invece di fare un mero esercizio da piano bar e karaoke in pizzeria.

Vien da dire quindi a Rai Uno e ai suoi Dirigenti: Bravi, ora Avanti Tutta!  Ancora di piu’! Bravi, continuiamo così a raccontare il nostro Paese sulla rete ammiraglia, riduciamo al massimo giochi e quiz, gossip e talent e proseguiamo su questa grande linea di raccontare l’Ialia attraverso le sue canzoni (come tra l’altro ci dimostra una bellissima mostra a Bologna intitolata Noi – Non solo canzonette, che vi invito ad andare a visitare)

Si, avanti tutta con altre tre puntate: tipo Domenico Modugno, Bruno Lauzi e Rino Gaetano, per dirne tre,  per passare ad altri tre grandi di tre periodi diversi capaci ancora una volta di raccontare attraverso le loro canzoni  in altre tre puntate la storia di un paese.

Ma con alcuni accorgimenti e piccoli suggerimenti: meno gobbo e piu’ preparazione e piu amore, passione e competenza autorale rinnovando anche una squadra che non potra’ che trarne beneficio, meno battimani piu’ intensita’ e profondita’, piu’ aneddoti e piu’ storia e piu’ immagini e reperti storici per inquadrare meglio tutta la storia dell’artista dall’inizio alla conclusione e la cornice della storia dell’Italia, piu’ partecipazione corale di coloro che hanno vissuto tutti i momenti musicali, artistici, professionali e umani degli artisti, un arrangiamento orchestrale rispettoso dei misteri insondabili di un brano e meno aperto ai migliori uditi per le feste di piazza e infine ancora piu’ spazio ai festival che dedicano i loro spazi a grandi artisti come questi e a tutti i giovani emergenti che arrivano dalla gavetta del live indipendente che hanno dimostrato, quando chiamati, insieme ai vecchi leoni che hanno vissuto quelle epoche, di saper animare di vita un palco finalmente vero con il sangue e sudore e lacrime di un vero live.

Infine, una piccola medaglia a Morgan che vive fino in fondo quello che racconta  e canta con una intensita’ unica e andrebbe pagato per i l bene che fa alla tv musicale almeno quanto un dirigente di primissimo livello.

Ma anche ai tanti , dai conduttori agli artisti e agli attori (cantare, anche no, non e’ obbligatorio come ha dimostrato il bravissimo Pannofino) che si sono approcciati a questi tre grandi autori con rispetto, umilta’ e attenzione preparandosi al meglio per una serata così importante come si faceva nella mitica tv degli Anni Settanta: do you remember il duetto Mina – Battisti di Canzonissima con gli straordinari musicisti del giro della Formula Tre?

Tutti gli altri lasciamoli a casa e torneremo a quei fasti della tv musicale di quegli anni per non sentire piu’ come e’ capitato dopo avere fatto la canzone di uno di questi tre grandi. “Ah, non l’avevo neanche mai provata” come se a noi fosse stato permesso a scuola di presentarci a un’interrogazione su Leopardi senza averla studiata e ristudiata.

Per cui W la Rai, in tv e in radio, che prosegue su questa linea, ma correggendola e portando dritta al cuore del racconto del cantautore e del paese e capace di innestare le migliori tradizioni musicali che hanno ralmente vissuto quelle epoche con quelle piu’ giovani per donare al futuro questi indimenticabili grandi.

Ci aspettiamo altre tre puntate come detto e poi altre tre ancora e ancora. Tra l’altro l’audience premia questo approccio. Per raccontare tutti i grandi poeti scomparsi della grande musica italiana che alla fine hanno fatto anche loro grande il nostro paese culturalmente.

Giordano Sangiorgi, patron del Mei, Meeting degli Indipendenti

 

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