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Musica

Rubrica, DISCOTECHÈ. “L’officina del fantastico” di Mario Venuti

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MARIO VENUTI

L’officina del fantastico

(Universal Music, 2008)

Il salotto di casa o la camera da letto possono diventare il palcoscenico perfetto dove far vivere la propria musica, in una dimensione speciale che aggiunge un valore intimista e personale. È quello che ha fatto Mario Venuti aprendo le porte della sua casa e ricreando l’habitat ideale per proporre una manciata di canzoni che, in questo momento storico, vogliono essere un ponte emotivo con il pubblico. A partire dalla scorso 6 marzo, il cantautore siciliano ha pubblicato su YouTube sette video per il progetto CasaCasa Live Session, registrati dal vivo – due a solo e cinque accompagnato dai suoi musicisti – poco prima della quarantena. La raccolta, disponibile dall’8 maggio su tutte le piattaforme digitali, è composta dai brani: Il tempo di una canzone, Fortuna, Un fuoco, Galatea, L’essenza, più una bella versione voce e chitarra della sempreverde Io che amo solo te di Sergio Endrigo.

Risale al 2008 un’altra antologia, L’officina del fantastico, l’unica finora che racchiude buona parte degli episodi più significativi del suo percorso da solista post Denovo, iniziato nel 1993 con la pubblicazione di Fortuna, singolo fortunato – è il caso di dire – inserito l’anno dopo nel disco d’esordio Un po’ di febbre. All’interno si ritrovano sedici canzoni, tredici edite e tre inedite, che  rappresentano al meglio l’essenza musicale di Venuti, pregevole e originale mix tra pop d’autore, rock e bossanova. Partendo dalle ultime, oltre alla title track e a Gli amanti di domani, apre l’album A ferro e fuoco con cui ha partecipato per la terza (e ultima) volta al Festival di Sanremo 2008. Le altre due ottime proposte, andando a ritroso, risalgono al 2006 con Un altro posto nel mondo e al 2004 con Crudele, vincitrice del Premio della Critica “Mia Martini”. Non potevano mancare i successi Mai come ieri (1998) in duetto con Carmen Consoli e Veramente (2003) che, insieme alla sopracitata Fortuna, sono i suoi “cavalli di battaglia”.

Il resto è tutto da gustare e riscoprire, iniziando dall’atmosfera carioca di Niña morena dall’album Microclima (1996), continuando con Sto per fare un sogno e Il più bravo del reame da Mai come ieri (1998); ancora L’invenzione, Bisogna metterci la faccia e Nella fattispecie da Grandimprese (2004); infine è stato un’attimo e qualcosa brucia ancora da Magneti (2006), scritte insieme al bravo Kaballà. «Seguimi, abbandonati a questa musica, apri quella porta ed entra dentro l’officina del fantastico, senti la tua coscienza che si moltiplica, qui si costruiscono illusioni, meccanismi della fantasia al di là del divino e il profano». Non c’è tempo da perdere, l’invito di Mario Venuti è davvero allettante.

Discografia

  • 1994. Un po’ di febbre (Cyclope Records/Polydor)
  • 1996. Microclima (Cyclope Records/Polydor)
  • 1998. Mai come ieri (Cyclope Records/Polydor)
  • 2003. Grandimprese (Musica&Suoni/Venus) *
  • 2006. Magneti (Universal Music)
  • 2008. L’officina del fantastico (Universal Music)
  • 2009. Recidivo (Universal Music)
  • 2012. L’ultimo romantico (Musica&Suoni-Microclima/Sony Music)
  • 2014. Il tramonto dell’Occidente (Musica&Suoni-Microlima/Believe Digital)
  • 2017. Motore di vita (Puntoeacapo-Microclima/Believe Digital)
  • 2019. Soyz 10 (Mescal-Microclima/Sony Music)

* ristampato nel 2004 in versione Sanremo Edition (Musica&Suoni/Universal Music)

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