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Rubrica, DISCOTECHÈ. “Il mio prossimo amore” di Loretta Goggi

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La recensione

In occasione del 40° anniversario dell’intramontabile Maledetta primavera, la Warner ha rimasterizzato e pubblicato in cd e vinile Il mio prossimo amore del 1981, album che consacra Loretta Goggi come grande interprete della canzone italiana.

LORETTA GOGGI

Il mio prossimo amore

(WEA, 1981)

Un’artista di altissima caratura qual è Loretta Goggi andrebbe celebrata sempre e non solo in occasione di anniversari o ricorrenze. La sua carriera è monumentale, patrimonio inestimabile da cui attingere esempio e ispirazione, iniziata ufficialmente nel 1962 a soli dodici anni come attrice nella prosa televisiva della Rai Sotto processo per la regia di Anton Giulio Majano. Nel 1963 incide per la RCA con il solo nome di “Loretta” il primo 45 giri Se la cercherai (Lato B Moscacieca Twist) composto da Nico Fidenco e inserito nella colonna sonora del film Sangue alla testa di Gilles Grangier.

Gli anni Sessanta la vedono perlopiù impegnata in sceneggiati, alcuni di grande successo, ad esempio La freccia nera del 1968 dove interpreta il ruolo della nobile Joan Sedley. A poco a poco, il suo raggio artistico inizia a espandersi fino alla consacrazione televisiva nei primi anni Settanta in programmi di successo come Canzonissima (1972) al fianco di Pippo Baudo e Formula due (1973) in coppia con Alighiero Noschese. Memorabili le sue imitazioni di Mina, Ornella Vanoni, Sophia Loren, Gina Lollobrigida e altre donne famose (basta farsi un giro su YouTube). Il resto è storia: da Fantastico (1979) a Hello Goggi (1981), da Loretta Goggi in quiz (1983) a Ieri, Goggi e domani (1987) e Via Teulada 66 (1988), passando per la conduzione – la prima donna in assoluto – del Festival di Sanremo ‘86. «Show girl, presentatrice, cantante, attrice, doppiatrice, ballerina, imitatrice, scrittrice… nessuno ha una carriera paragonabile a quella di Loretta Goggi!» scrive Marco Sacco nelle note di presentazione di Stelle una sola ce n’è, doppia raccolta pubblicata a novembre 2020 per festeggiare i suoi 70 anni e «i primi 12 lustri di spettacolo».

Sulla stessa scia celebrativa, in occasione del 40° anniversario dell’intramontabile Maledetta primavera, la Warner ha rimasterizzato e pubblicato in cd (aggiungendo Mi solletica l’idea come bonus track) e vinile rosa (edizione limitata di 1.100 copie) l’album Il mio prossimo amore del 1981. Bisogna subito dire che l’LP inaugura il nuovo percorso da “cantante” della Goggi. Non che prima non lo fosse, ma i brani interpretati erano legati principalmente alle trasmissioni televisive di cui era primadonna. «Loretta si impose definitivamente come cantante seria nel 1975 con Dirtelo, non dirtelo, arrivando ai primissimi posti della Hit Parade. La sua voce, fino ad allora usata per imitazioni e canzoncine, si impose quindi con prepotenza e il pubblico le rispose decretandone un grande successo. Sono così diventate famose Ancora innamorati e L’aria del sabato sera» (Paolo Piccioli, da Loretta Goggi Collection, Warner Fonit, 2000).

Ad ascoltarlo oggi, Il mio prossimo amore – prodotto e arrangiato da Totò Savio – risulta un disco attualissimo per i temi affrontati scanzonatamente nelle canzoni, interpretate mirabilmente dalla personalità eclettica di Loretta: donna sensuale e passionale, romantica e nostalgica con un tocco di ironia, sessualmente audace e fantasiosa, capace di scegliere e decidere a suo piacimento con chi stare e cosa fare. Alcuni brani sono davvero espliciti (i momenti migliori, sic!), tipo Assassina (firmata da Donatella Rettore e Franco Marino) in cui la protagonista “maliziosa e curiosa di amori un po’ strani” vorrebbe “scoprire un mistero, un altro tipo di amore” immaginando di  provarci con un lui gay “dal viso truccato con poco colore”. Anche Penelope (ancora autore Marino stavolta insieme a Paolo Amerigo Cassella e Jacqueline Schweitzer) non è da meno nel descrivere una donna che non vuol perdere i giorni ad aspettare come la simbolica moglie di Ulisse, racchiudendo il senso di tutto nella frase shock “chi si accontenta muore”. L’accoppiata Cassella-Savio, oltre alla title track dalle strofe ritmate e scandite che si aprono all’arioso ritornello, firma la maggior parte dei nove brani presenti, tra cui Se mi sposerò (“se mi sposerò, se mai lo farò non sarà per far la vita tranquilla o non restare zitella”), Nun t’allargà (“questa notte che si fa, nun t’allargà, nun t’allargà… no, volevo solo dire non si può dormire”), E pensare che ti amo (“e pensare che ti amo, dove sei, dove eravamo e alle mani che mi spogliano un po’, che voglia che ho di dire ci sto”) in cui la stessa Goggi partecipa alla stesura del testo. In chiusura Ti voglio, non ti voglio di Cristiano Malgioglio e Mario Balducci e Ora settembre di Cassella e Dario Baldan Bembo, due canzoni che suggellano alla grande l’album.

Il pezzo forte resta però Maledetta primavera, seconda classificata al Festival di Sanremo ‘81 dietro Per Elisa di Alice, ma vincitrice morale della gara canora con oltre un milione di copie vendute, posizionandosi al 9° posto dei cento 45 giri più venduti dell’anno. La canzone, scritta da Casella per il testo e da Savio per la musica, è cucita addosso alla Goggi, mettendo in risalto le sue enormi potenzialità vocali e interpretative: parte la prima strofa quasi parlata e sussurrata, arriva poi la modulazione della seconda strofa, più sostenuta nel canto, per esplodere (chi non l’ha mai cantato a squarciagola almeno una volta?!) nel ritornello “che importa se per innamorarsi ancora, tornerai maledetta primavera”. Energia, grinta, carisma, oltre a una bellezza semplice ed elegante (griffata Versace) allo stesso tempo, sono le armi che Loretta sfodera con grande sicurezza sul palco dell’Ariston, da artista valorosa e professionista navigata. È subito successo! «L’affermazione sanremese – scrive Gigi Vesigna – dà inizio a una nuova fase della carriera della Goggi”. E così è stato. Durante il decennio Ottanta e l’inizio dei Novanta, la discografia dell’ormai cantante “a pieno titolo” si fa più fitta con la pubblicazione di una serie di riuscitissimi dischi tra cui Pieno d’amore (1982), C’è poesia (1986), C’è poesia due (1987), Donna io donna tu (1988), Punti di vista (1989) e Si faran canzone (1991).

Maledetta primavera conta innumerevoli versioni in diverse lingue: spagnolo, inglese, francese, tedesco, olandese, finlandese, ceco e croato. Tra le cover più riuscite si segnalano quella spagnola, Maldita primavera, interpretata dalla cantante messicana Yuri e quella tedesca di Caterina Valente, Das kommt nie wieder, entrambe del 1981. Maledetta primavera rappresenta un successo senza tempo, appartenente a quel periodo d’oro della discografia italiana fatto di autori, arrangiatori, musicisti, produttori, art director, addetti ai lavori che non esistono più. Una canzone marchiata indelebilmente dalla forte tempra di Loretta Goggi, artista di straordinaria versatilità ed eccezionale spessore, che ha saputo costruire con tenacia un percorso fiero e autorevole, trasversale e sfaccettato (dal teatro alla televisione, dal cinema alla canzone), dinamico ed evolutivo, poggiato su un unico e inconfutabile fondamento: il talento.

Discografia essenziale

  • 1972. Vieni via con me (Durium)
  • 1973. Formula 2 (Durium)
  • 1978. Il Ribaltone (CGD, con Daniela Goggi)
  • 1981. Il mio prossimo amore (WEA)
  • 1982. Pieno d’amore (WEA)
  • 1986. C’è poesia (Fonit Cetra)
  • 1987. C’è poesia due (Fonit Cetra)
  • 1988. Donna io donna tu (Fonit Cetra)
  • 1989. Punti di vista (Fonit Cetra)
  • 1991. Si faran canzone (Fonit Cetra)
  • 2007. Se stasera sono qui… (KE.IS./Eventi Spettacolo Tremila)

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Crediti Foto: LaPresse