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Mia Martini e i vinili ritrovati grazie a Christian Calabrese e Francesco Coniglio

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Accade che un giorno Christian Calabrese, figlio del grande autore della musica italiana Giorgio Calabrese, trova una serie inestimabile di vinili rari o mai pubblicati, dischi e canzoni considerate perse, tra cui alcuni inediti di notevole valore, così insieme a Francesco Coniglio crea la SUAN Edizioni per “Salvare il nostro patrimonio discografico prima che sia troppo tardi” e rende disponibile online su tutte le piattaforme musicali l’ascolto di brani analogici caduti nel dimenticatoio dopo l’arrivo dei CD negli anni Ottanta.

Tra i titoli in repertorio si trovano dischi introvabili di Jula De Palma, Quartetto Cetra, Katyna Ranieri, Bruno Martino, Renato Rascel, Wera Nepy, D’Artega e la sua orchestra, Dino Olivieri, Milva, Claudio Villa, Sergio Bruni, Umberto Tucci e Oreste Turrini, Vinicio, Eleonora Rossi Drago e Paolo Ferrari, Elio Mauro, Narciso Parigi, Silvio Noto, Tony Del Monaco, Betty Curtis, Dario Fo, Johnny Dorelli, Natalino Otto.

Ma forse la cosa che desta più attenzione è il ritrovamento di due inediti di Mia Martini, ovvero dell’allora Mimì Berté, scritti per la cantante proprio da Giorgio Calabrese, datati 1965. Si tratta di “Soli ad amarci” e “Per sempre resterò con te”, due provini registrati con il solo accompagnamento di chitarra e batteria che sono in arrivo sulle principali piattaforme digitali: il primo “Soli ad amarci” è già disponibile mentre a gennaio uscirà il secondo.

Una parte di storia della musica italiana che ora riprende vita dopo le tristi vicende di metà anni 80, che vedono protagoniste le etichette discografiche riunite per affrontare il passaggio al nuovo supporto digitale (il CD). La musica, fino a quel momento registrata in analogico, doveva essere passata in formato digitale, ma il trattamento riguardò solo quella parte dei cataloghi ritenuti altamente vendibili. Il risultato dell’operazione fu centinaia di vinili, canzoni, autori e artisti “buttati”.

C’è quindi un tesoro fatto di nastri di incisioni, bobine, master originali, contenente preziose testimonianze della cultura italiana che rimane ancora nascosto, accatastato in qualche magazzino (se non perso per sempre), come le prime 34 registrazioni originali di Domenico Modugno (mai digitalizzate nè ristampate) e chissà quanti altri demo o provini.

 

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