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Musica Italiana, Recensioni. Tutti Fenomeni, “Merce funebre”: l’euforia composta dell’apocalisse

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Tutti Fenomeni è una one man band di Giorgio Quarzo, qui giunto al traguardo del primo album. Divenuto famoso per gli sfottò alla scena rap-trap capitolina da cui proviene per giro d’amicizie ed esordi, collabora con i Tauro Boys, fino a trovare il perfetto sodalizio artistico con Contessa dei Cani (suo produttore dal 2018). Ora ci diletta con un indie ferocemente polemico verso la Trap e i suoi stereotipi, collocandosi sulla stessa scia di altri artisti post-trap come la Vicario.

Nel brano manifesto che ha lanciato Quarzo come vate dell’offensiva contro la Trap c’è già tutto: immaginario retro surrealista felliniano, synth pop italiano riadattato al 2020, flauto traverso e dosi massicce di ironia colta. Nel video il perculamento alla Trap è evidente: dall’intro in cui mette giù il cellulare perché non c’è campo passando per lui vestito da King che vaga da solo in un non meglio definito luogo disabitato della periferia romana, Quarzo decostruisce pezzo a pezzo gli stereotipi Trap e inneggia con sottile ironia all’ignoranza della scena… ma, e qua c’è un grosso ma: il mondo di prima, quello dei poeti e dei politici morti, della bellezza e dell’arte, è appunto morto. Non c’è alcunché a cui tornare: la Trap è solo l’euforia di fronte al cadavere, non l’assassino.

“Trauermarsch” ribadisce il concetto: pop ottantiano che deve molto ai ripescaggi antologici del soundcloud rap, nella prima parte è un immenso ed insensato viaggio nella storia (arte, politica, scienza) vista come paccottiglia da ripescare etichettare a caso e poi rigettare indifferenti, passando nella seconda parte ad un finto salmodiare funebre in una lingua incomprensibile interrotto da tamburi, piano, batteria, ritmi tribali. Un composto crescendo di non senso che divora tutto, mantenendo un distacco aristocratico dal materiale in necrosi con cui è possibile l’operazione.

Gli altri brani presenti nell’album non dicono nulla più e nulla meno dei singoli. L’universo di Tutti Fenomeni è più monolitico di quanto possa far sembrare il ricorso metaironico ad un linguaggio desueto e i riferimenti colti: le basi sono un ricampionamento degli anni d’oro del synth pop e delle new wave più commerciale, i testi sono un attacco fra il distaccato e l’annoiato alla trap e all’universo di mercificazione selvaggia che quest’ultima esalta senza posa. Ma cosa c’è oltre a questo? Nulla, drammaticamente nulla. Tutto ciò che Quarzo evoca come altro rispetto all’universo Trap è morto, deprivato di senso, museale. Abbiamo di fronte insomma un Battiato arrivato all’ultimo grado di nichilismo, un Cosmo in overdose cioraniana.
Più che un esordio questo è un epitaffio: il mondo è morto, voi non ve ne siete accorti e continuate a fingere di vivere, mentre in realtà non fate che agitarvi nella tomba. Da ascoltare assolutamente

VOTO: 7/10

AGGETTIVO: MORTUARIO

TRACKLIST

 

1.   Marcia funebre
2.   Valori aggiunti
3.   Metabolismo
4.   Mogol
5.   Reykjavik
6.   Diabolik
7.   Hikmet
8.   Filosofia
9.   Marcel
10.   Qualcuno che si esplode

11.   Trauermarsch

ALBUM: MERCE FUNEBRE

ARTISTA: TUTTI FENOMENI

ANNO: 2020

ETICHETTA: SONY MUSIC

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