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George Floyd, “Sweeter” è la dedica in canzone di Leon Bridges: la storia di un uomo nero e del suo ultimo respiro

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George Floyd, a lui è dedicata “Sweeter” di Leon Bridges Feat. Terrace Martin

Leon Bridges, cantautore statunitense vincitore di un Grammy Award nella categoria “Best Traditional R&B Performance”, nella giornata dell’8 giugno ha rilasciato il brano intitolato “Sweeter” in featuring Terrace Martin; produttore noto per aver lavorato con molti esponenti del mondo hip hop e artisti del calibro di Stevie Wonder e Snoop Dogg.

Giunta a un mese di distanza dalla precedente Inside Friend feat. John Mayer, la canzone è dedicata a George Floyd; afroamericano la cui uccisione da parte di un’agente di polizia nella città di Minneapolis, al grido di “I can’t breath”, ha dato origine ad una manifestazione pacifica organizzata a Los Angeles dal movimento Black Lives Matter, ma anche a tanti episodi di protesta scaturiti in grande violenza.

George Floyd, la canzone di Leon Bridges: scritta dal punto di vista di un uomo nero che esala il suo ultimo respiro

Scritta dal punto di vista di un uomo nero che sta tirando il suo ultimo respiro, sentendo la sua anima che lascia il corpo, Sweeter è stata originariamente scritta e incisa per il nuovo album di prossima uscita. Tuttavia, visti gli ultimi eventi e la situazione in USA, Leon Bridges e Terrace Martin hanno sentito la necessità di pubblicare il brano proprio in questo particolare momento.

Leon Bridges: “Sono stato personalmente vittima di razzismo. ci viene insegnato come comportarci quando incontriamo la polizia”

Il giovane cantautore statunitense, classe ’89 , vocato al Soul e al Rhythm and blues degli anni Cinquanta e Sessanta, parlando della sua nuova canzone, ha raccontato anche un po’ della sua esperienza personale, rivelando di esser stato anche lui vittima di razzismo nel suo percorso di vita.

“Crescendo in Texas – dichiara Leon – sono stato personalmente vittima di razzismo, così come i miei amici. Dall’adolescenza ci viene insegnato come comportarci quando incontriamo la polizia, per evitare le conseguenze dell’essere schedati per la razza. La morte di George Floyd è stata, per me, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. È stata anche la prima volta che ho pianto per un uomo che non ho mai incontrato. Io sono George Floyd, i miei fratelli sono George Floyd, le mie sorelle sono George Floyd. Non posso stare e non starò più ancora in silenzio. Così come il sangue di Abele gridava a Dio, il sangue di George Floyd grida a me. Così, vi presento Sweeter”.

“È sempre un onore condividere il palco con il mio caro fratello Leon Bridges – aggiunge Terrance – Questa è musica per meditare; non è musica per le orecchie, ma per il cuore. Credo veramente che gli occhi ci abbiano ingannato per tanto tempo, ma il cuore dice sempre la verità. Il cuore dev’essere aggiustato. La gente di colore è stata ingannata per così tanti anni, l’unica cosa che può cambiare tutto questo è un cuore pieno d’amore”.

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