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La storia del Festival di Sanremo: gli anni 70 e 80

Se il Festival di Sanremo degli anni 70 soffre e va in crisi, nel decennio successivo torna ad essere uno dei momenti clou in Italia

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La storia del Festival di Sanremo: gli anni 70 e 80
Crediti foto: Screenshot YouTube

Con la morte di Luigi Tenco nel 1967 inizia un processo di progressiva crisi del Festival di Sanremo. Durante tutti gli anni 70, l’evento canoro attraversa un lungo periodo di crisi artistica e organizzativa destinata a colmarsi solo con il decennio seguente.

Gli anni 70

Nel 1970 l’Italia è alle prese con l’onda lunga del 68. L’autunno caldo del 1969 con le proteste operaie e sindacali e l’inizio delle stragi (attentato di piazza Fontana del 12 dicembre 1969) gettano il paese in un momento di forte fibrillazione destinato a durare almeno un decennio.

Celentano e Claudia Mori: 1970

L’edizione del 1970 vede la vittoria di Adriano Celentano e Claudia Mori con una canzone dal titolo emblematico: Chi non lavora non fa l’amore. Il testo, su una base tipicamente rhythm and blues, racconta la situazione di un operaio che si trova schiacciato tra due fuochi, quello dei colleghi operai che vogliono continuare a scioperare e quello della moglie, che gli dice che “chi non lavora non fa l’amore”. La canzone in quel momento storico suona come un inno reazionario anti operaio, tanto che Celentano è tacciato di essere conservatore e anti proletario.

La crisi organizzativa

Mentre nel Festival del 1971 debutta Lucio Dalla con 4/3/1943 e si sfiorano i tafferugli all’ingresso tra la polizia e un gruppo di studenti maoisti (che lanciano uova marce e verdura sul pubblico) nel 1972 la Rai perde l’organizzazione dell’evento, che diventa esclusiva del Comune di Sanremo. Dall’anno seguente, fino al 1978, la direzione artistica del Festival è affidata a Vittorio Salvetti. Per l’edizione 1973 la Rai decide per la prima volta di non mostrare in Tv che la serata finale del Festival, termometro evidente di come l’evento stia ormai attraversando una fase decisamente buia.

Dal Casinò all’Ariston

Le edizioni 1974-75-76-77 del Festival rappresentano il momento di minor successo della storia di Sanremo. I vincitori di queste edizioni sono Iva Zanicchi, Gilda, Peppino di Capri, Homo Sapiens. Nel frattempo, nel 1977, l’evento si sposta al teatro Ariston per i lavori di ristrutturazione del Casinò. Nonostante fosse una soluzione provvisoria il teatro si rivelerà adatto al festival, che lo userà sempre come sede tranne che nel 1990. L’edizione del 1977 è inoltre la prima trasmessa a colori in Italia.

1978-1979

L’edizione del 1978 rappresenta probabilmente il punto più basso per quanto riguarda la visione dei media. La Rai infatti, per la prima volta, non manda in onda le prime due serate, nemmeno in radio. Sanremo 78, condotto dallo stesso direttore artistico, Vittorio Salvetti insieme a Beppe Grillo, Maria Giovanna Elmi e Stefania Casini, vede la vittoria dei Matia Bazar con …e dirsi ciao, mentre Anna Oxa si classifica seconda e Rino Gaetano, con Gianna, terzo. Nel 1979 Mike Bongiorno torna a condurre un festival completamente diverso a quelli che aveva precedentemente condotto. Per quell’edizione, Rai e Comune decidono di affidare l’organizzazione ad una società privata, la Publispei di Gianni Ravera, che diventa così direttore artistico al posto di Salvetti.

Gli anni 80 di Sanremo

Gli anni 80 trovano un’Italia estremamente provata da oltre un decennio di violenza politica. Il Festival del 1980, ancora sotto l’organizzazione privata di Publispei, vuole dare un diverso segnale rispetto alle edizioni passate. A condurre vengono chiamati Claudio Cecchetto, Roberto Benigni e Olimpia Carlisi, che inaugurano la tendenza a fare del conduttore non un mero presentatore ma un protagonista stesso dell’evento. Sanremo 1980 (vinto da Toto Cutugno) è inoltre l’edizione del disgelo tra Rai e festival. Nonostante questi buoni propositi l’evento risulta ancora mediocre, complice la scelta di rinunciare all’orchestra in favore di basi registrate.

1981: inizia la rinascita

E’ con il 1981 che inizia la lenta rinascita di un Festival che da ormai dieci anni ha perso tutta quell’attenzione che rivestiva negli anni 50 e 60. Quell’anno Sanremo (condotto da Cecchetto) viene vinto da Alice, che porta Per Elisa (tra gli autori c’è Franco Battiato), che riscuote un ottimo successo commerciale dimostrando quindi come l’evento stia tornando ad essere un buon trampolino di lancio per i musicisti. L’edizione del 1982, nuovamente condotta da Cecchetto, vede l’istituzione del premio della critica e l’esordio di due artisti destinati a riscuotere grande successo nel corso degli anni 80: Vasco Rossi e Zucchero. Sono anni dove a Sanremo vengono presentate molte delle canzoni più famose della nostra musica, come Vita spericolata di Vasco Rossi o L’Italiano di Cutugno, entrambe presentate nel 1983.

L’era Baudo

Nel 1984 si apre la cosiddetta “era Baudo”, destinata a durare fino all’edizione del 1987. Ed è sotto la conduzione di Pippo Baudo che il Festival riscopre se stesso tornando ai fasti del passato e ritornando ad essere uno dei momenti più importanti dell’anno. L’edizione 1984 vede inoltre la nascita di una nuova categoria parallela a quella principale: Nuove proposte, vinta da un giovanissimo Eros Ramazzotti. La categoria Big è invece vinta da Al Bano e Romina e vede la partecipazione di spicco dei Queen, che cantano Radio Ga Ga in un playback poco gradito da Freddie Mercury, il quale, per protesta, canta tenendo il microfono lontano dalla bocca. Solo a partire dall’edizione 1986 gli artisti tornano a cantare dal vivo anche se sopra una base pre registrata.

Il record del 1987

Il Festival continua a crescere. L’edizione del 1987, vinta da Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi segna il record di share televisivo, toccando il 77,50% . E’ anche il primo Festival a durare quattro serate invece che le tradizionali tre. Durante la diretta dell’ultima serata viene inoltre data la notizia della morte di Claudio Villa, uno dei protagonisti delle prime edizioni del Festival.

Tomba e Sanremo 1988

Parallelamente a Sanremo 1988 vanno in scena a Calgary le Olimpiadi Invernali, dove lo sciatore Alberto Tomba vince l’oro. In via eccezionale la Rai decide di interrompere la diretta della serata finale per mostrare la storica impresa dell’azzurro, che si laurea campione olimpico tra la standing ovation del pubblico dell’Ariston.

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