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Ivan Francesco Ballerini: «Gli smartphone sono il nuovo oppio dei giovani» – L’INTERVISTA

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“Racconti di mare. La via delle spezie” è il titolo del nuovo disco del cantautore toscano Ivan Francesco Ballerini. OA Plus lo intervista

“Racconti di mare. La via delle spezie” è il titolo del nuovo disco del cantautore toscano Ivan Francesco Ballerini. Un viaggio, non si sa se fisico o spirituale, viaggio a cui il protagonista non vuole e non può sottrarsi. Molte sono le preziose collaborazioni di cui Ballerini si è avvalso per dare colore a questo progetto: Alberto Checcacci, che ha curato gli arrangiamenti di numerosi brani, con cui il cantautore collabora dal suo esordio musicale, Alessandro Golini (al violino), Stefano Indino (alla fisarmonica), Alessandro Melani e Luca Trolli (alla batteria), Silvio Trotta (chitarra battente e mandolino), Giancarlo Capo, che ha curato gli arrangiamenti, la realizzazione e la direzione artistica di alcuni brani, Lisa Buralli (voce solista e cori).

INTERVISTA

Buongiorno Ivan, vorremmo che ci parlassi di questi RACCONTI DI MARE. LA VIA DELLE SPEZIE  a ruota libera…

Buongiorno a Voi.

Stavo scrivendo un album che si sarebbe dovuto intitolare “Incontro al destino” in quanto ogni brano era strettamente vincolato a questo aspetto assolutamente casuale della nostra vita che noi chiamiamo destino, una sorta di disegno oscuro a cui ognuno di noi è predestinato. Un giorno mi capitò di leggere una bellissima storia su Vasco da Gama e soprattutto del misteriosissimo personaggio Pêro da Covilhã. Un marinaio portoghese, dalle doti incredibili, un agente 007 dei tempi per capirsi.

Giovanni II, Re del portogallo gli affida la missione, allora ritenuta impossibile, di andare in India, spinto dal desiderio di impossessarsi delle pregiatissime spezie provenienti da quei lontani paesi. E lui compiendo un impresa al limite del fantascientifico, riesce ad arrivare a Kalicut.

Ecco, appena concluso di leggere le storie di questi due personaggi, giunto in studio di registrazione, comunicai ad Alberto Checcacci, mio direttore artistico, che avrei scritto un disco, in cui ogni brano sarebbe stato legato al mare… “Racconti di mare“… appunto.

Alcuni brani che facevano parte del primo progetto sono riuscito a recuperarli, apportando le dovute modifiche sulla parte letteraria dei testi, mentre altre sono attualmente in “sospeso”, nel senso che, faranno sicuramente parte di miei futuri lavori. In questo disco “Racconti di mare – la via delle spezie” racconto di un viaggio, un viaggio che avviene via mare. E’ un misto tra racconti su personaggi storici (Vasco da Gama – Pêro da Covilhã) e letterari (Tifone – cuore di tenebra) presi in prestito dai celeberrimi racconti di mare Joseph Conrad.

Altri sono racconti, storie, nate dalla mia fantasia di autore e di scrittore.

Arrangiamenti stupendi, musicisti eccezionali, una copertina affascinante. Non è troppa bellezza donata ad un pubblico brutalizzato dai media urlanti?

Mamma mia che complimento magnifico mi state rivolgendo… grazie di cuore.

Effettivamente i musicisti che mi hanno affiancato in questo viaggio in mare, sono di un livello umano e artistico davvero eccezionale. Il mio direttore artistico Alberto Checcacci è un chitarrista acustico meraviglioso, così come lo è Giancarlo Capo, che oltre ad essere un bravissimo chitarrista è anche un ottimo bassista. Ad affiancarmi ci sono anche i meravigliosi Alessandro Golini alla viola e al violino, Stefano Indino alla fisarmonica,

Alessandro Melani e Luca Trolli alla batteria, Silvio Trotta alla chitarra battente e al mandolino e la strepitosa Lisa Buralli che mi affianca in numerosi brani con la sua voce. E non posso certo non nominare il mio regista e fotografo Nedo Baglioni, che con Alberto mi affiancano e mi seguono dai miei esordi musicali.

Con Giancarlo Capo, abbiamo trascorso interi pomeriggi e serate, a parlare proprio di quello che a nostro avviso è la nostra missione, cioè quella di portare, o meglio, riportare la poesia nella musica Italiana, attualmente brutalizzata, proprio come voi dite, da mass media. Non è certo compito facile, perchè  pochi, veramente  pochi, hanno intenzione di dare spazio alla musica d’autore. Ma io non sono uno che si arrende, e prima o poi riuscirò a portare nei più prestigiosi teatri Italiani queste mie storie. E’ una promessa che ho fatto a me stesso e ai musicisti che mi affiancano.

Videoclip e musica, quindi immagine in movimento e colonna sonora. Il live dunque serve ancora?

Con il mio regista Nedo Baglioni, abbiamo realizzato 3 video per lanciare questo mio lavoro.

Sono uno più bello dell’altro… non sono videoclip, sono veri e propri film, basta guardare il video di “al bar del porto”, per capire esattamente cosa voglio dire.

In questo video la colonna sonora arrangiata da Giancarlo Capo, con la struggente fisarmonica di Stefano Indino, danno quel tocco magico, quel sapore antico, difficile da trovare oggi. Poi la magistrale interpretazione dell’attore Roberto Fazioli, chiude il cerchio. Poi abbiamo effettuato un quarto videoclip, sotto la regia di Paolo Tocco… ma non voglio rivelare proprio tutto…

Comunque per rispondere alla vostra domanda, certo, ritengo che un buon video, fatto con idee originali e ben strutturate, sia ancora un ottimo strumento per promuovere un disco, in particolar modo, un disco come questo, un disco dal sapore antico che parla di mare.

La musica ribelle, come la definì Finardi, oggi pare essere quella più profonda e che si rifà al cantautorato degli anni Settanta. Ti senti un sovversivo anti trap?

No, non credo… non sono assolutamente contro coloro che fanno musica rap.

Io per raccontare queste storie che vado scrivendo, cerco di usare i colori in mio possesso, senza dover stravolgere niente. Quando scrivo una canzone, ho già chiari tutti gli strumenti che sono necessari per arrangiare, dipingere queste storie.

Sono particolarmente legato agli strumenti musicali tradizionali (chitarra, pianoforte, fisarmonica, violino) senza dover ricorrere alla musica elettronica, che detto sinceramente NON MI APPARTIENE.

Ricchezza e povertà, oggi, parole che ci sembrano da libri di storia del 1800. Eppure, le leggiamo anche nella storia contemporanea, parlando di economia globale.

La musica delle piazze, può aiutare l’individuo ad emergere? O a riparare questa coscienza collettiva ferita?

Ogni mezzo che ci porta a stare insieme è oggi visto di malocchio dai poteri forti, che ci vogliono deboli, impauriti e divisi. Gli smartphone sono il nuovo oppio dei giovani, rintontiti da questo oggetto, che se non utilizzato con le dovute precauzioni può essere davvero dannoso.

E questo non è ancora niente… tra poco saremo travolti dal metaverso… e allora saranno davvero guai seri. Io oltre che un cantautore, sono un chimico, quindi leggo il mondo anche attraverso la chimica, che spiega cose ignote ai più.

Quindi per rispondere alla vostra domanda ritengo che ogni forma, teatro, cinema, musica, letteratura, ogni cosa che ci porta a stare insieme, a confrantarci, non può che essere positiva.

Ma io questo argomento lo avevo già affrontato piuttosto seriamente nel brano “Ancora Libero” che vi invito ad ascoltare, e anche in “cuore di metallo” dove pavento una società, in cui i robot hanno preso il sopravvento sugli umani.

Anche il prossimo lavoro (se già lo stai pensando…) sarà un concept album?

Il prossimo lavoro in pratica è già tutto delineato… ma adesso voglio godermi questo viaggio in mare, senza preannunciare su cosa viaggerò in futuro. Ivan

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