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Aggressione omofoba a Monza, vittima una coppia gay. I carabinieri: “scaramucce d 14enni”

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Aggressione omofoba a Monza, vittima una coppia gay. I carabinieri: "scaramucce d 14enni"

In attesa dell’approvazione del DDL Zan contro l’omotransfobia, l’omofobia continuano a sfociare in episodi di violenza ogni giorno. Questo fine settimana è toccato ad una coppia gay di un piccolo comune nella provincia di Monza e Brianza. Alessio Moranda ha raccontato al portale LGBT Gay.it dell’aggressione omofoba che ha subito, assieme al suo fidanzato, da un suo vicino di casa.

L’AGGRESSIONE OMOFOBA DAL VICINO DI CASA

“Il soggetto in questione è arrivato a vivere nel condominio a dicembre 2020 e da subito ha iniziato a provocare con frasi, insulti, gesti (ombrello, dita, “suca”) e io ho sempre evitato di raccogliere le provocazioni. Anche sabato la situazione è iniziata con una serie di insulti “fai schifo, devi morire, devi sparire… la tua famiglia, tua madre… non dovevano metterti al mondo… tua sorella..” ne aveva per tutti. Io come avevo già fatto in passato gli ho risposto che se aveva problemi di relazione con il prossimo potevo consigliare dei nomi di bravi psicologi.

Tuttavia questo weekend le cose sono andare diversamente, aggravandosi: “A quel punto senza mascherina mi è venuto contro, gli ho chiesto di allontanarsi. L’ha fatto per poi girarsi e prendendomi alla sprovvista scagliarsi contro di me. È intervenuto il mio compagno e poi anche altri condomini che erano presenti nel parcheggio del palazzo. Sono stato preso a botte, schiaffi e pugni, oltre ad essere stato aggredito verbalmente. Sono per la prima volta nella mia vita impaurito per qualcosa che non ho ostentato nè provocato. Semplicemente uscivo di casa con il mio compagno per andare a lavorare. Non era la prima volta che venivo/venivamo puntati e presi di mira. Gesti, insulti, allusioni e provocazioni. Ma sempre “limitate” all’odio espresso a parole.

L’INDIFFERENZA DELLE FORZE DELL’ORDINE E DEI VICINI

“qualcosa è scattato nella testa del soggetto omofobo e si è scaraventato contro di me prima, e sul mio compagno poi senza alcun motivo ed a titolo completamente gratuito”, commenta Alessio. Inutile la chiamata delle Forze dell’Ordine, che hanno sminuito le aggressioni definendole delle ragazzate: “non hanno svolto chissà quale ruolo di tutela del cittadino e anzi mi sono preso una ramanzina in quanto queste sono “scaramucce da ragazzini quattordicenni””. Siccome hanno sminuito la questione, ho scelto di procedere entro 90 giorni con la querela. Ho proseguito con il referto del pronto soccorso in modo da avere una certificazione ufficiale delle contusioni”.

Alessio racconta che, sebbene ci siano stati due vicini di casa che sono subito venuti in soccorso della coppia, molti condomini sono subito corsi dentro casa per paura. Addirittura la moglie dell’aggressore ha seguito la vicenda dal balcone di casa, salvo poi chiudersi in casa.

LA NECESSITÀ DELLA LEGGE ZAN PER TUTELARE UNA COMUNITÀ

Alessio e il suo fidanzato hanno voluto denunciare quanto accaduto a loro per far capire all’opinione pubblica e alla politica italiana quanta violenza si nasconde nella quotidianità e quante volte si viene ostacolati dalle proprie paure (anche io le ho. Anche di uscire di casa, adesso!) oppure ostacolati dalle autorità. Non mi piace dover avere paura di essere me stesso. Sorridere alla vita e camminare liberamente a testa alta per la strada, senza dover temere per la mia incolumità. Ci serve una legge a tutela di questo. Il tempo è scaduto”.

Crediti foto: SHUTTERSTOCK

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