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Giuliano Sangiorgi e Paola Turci sono vicini a Luca Tommassini

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Luca Tommassini, coreografo e direttore artistico di Amici di Maria De Filippi e X Factor, dopo aver ritrovato sul citofono della sua casa romana un post it con un messaggio intimidatorio: “Froc*o vattene”, ha ricevuto la solidarietà dei suoi amici vip: Paola Turci e Giuliano Sangiorgi.

Giuliano Sangiorgi e Paola Turci non hanno perso  neanche un minuto per far sentire la loro vicinanza e indignazione a Luca Tommassini, che ha trovato sul citofono di casa sua un post it con la scritta ‘Froc** vattene!’.

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I messaggi di vicinanza a Tommassini di Giuliano Sangiorgi e Paola Turci

Giuliano Sangiorgi ha affidato ad instagram la sua vicinanza a Tommassini dopo l’insulto omofobo: “Avranno chiesto di scriverlo a qualche passante. Mica sanno scrivere questi dementi! Vengono da un paese lontano che si chiama ignoranza e lì i cittadini non sono capaci di intendere e volere né tantomeno di scrivere. Poveretti!”. Paola Turci ha invece descritto la società in cui siamo immersi: “Gente che vive male e che prova a far del male agli altri. Non hanno ancora capito che è finita, per loro. Non sanno più a cosa attaccarsi. E tutto questo per non ammettere che sono dei falliti, dei perdenti. Tu sei un gigante, uno splendido esempio di persona buona, intelligente, forte. Grazie di essere come sei”.

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Il post su facebook di Tommassini tra denuncia e ricordi del passato

Nel raccontare l’accaduto sui social network,  il coreografo ha ricordato con tristezza e rabbia  le violenze fisiche e verbali omofobe subite sin da piccolo, non solo a scuola e in strada, ma anche in famiglia: “In un attimo mi è risalita tutta la rabbia di quando ero bambino e mi urlavano dietro froc*o a scuola e per strada”.  Tommassini  ha poi confessato che lo stesso padre era solito insultarlo e bullizzarlo  per il suo orientamento sessuale , molto spesso era violento nei confronti della moglie, che invece ha sempre cercato di tutelare il figlio:

Si vergognava di me, non avevamo un rapporto “pubblico” e in privato lo avevamo solo quando mi faceva provare a pronunciare la “s” in modo corretto, offrendomi un premio in soldi, avevo la “s” moscia e lui la odiava. Non ho parlato per anni durante la mia infanzia per farlo stare sereno, per non farlo litigare con mia madre. L’ha picchiata spesso per “colpa” mia, le diceva che ero “froc*o” e le dava la colpa e le botte. Quando io e mia madre decidemmo di iscrivermi alla scuola di ballo sotto casa, lo facemmo di nascosto. Quando papà lo scoprì, ci fu una rissa a casa, tra le più brutte, in cui papà urlava a mamma che non dovevo più andare a studiare danza perché diventavo “frocio” e che finì con lui che ruppe una bottiglia di vetro sulla parete della cucina tenendo in mano il becco rotto cercando di colpire mamma e io che saltai dalla mia sedia mettendomi tra loro due evitando la tragedia.

Luca Tommasini e il messaggio di solidarietà agli altri

Dopo aver denunciato il brutto tiro e aver ricordato le brutte pagine della sua infanzia e adolescenza, Tommassini ha scritto un messaggio di solidarietà per chi subisce ogni giorno l’omofobia, assicurando di essere disposto ad urlare ancora più forte di quanto non abbia fatto prima: “Ora denuncerò questo atto dell’era dei “citofoni”, ho 50 anni di esperienza con la paura e ho sempre vinto contro omofobi e razzisti che hanno cercato di far male a me e a chi mi amava. ORA BASTA, non possiamo più rimanere in silenzio, siamo tutti sotto attacco, non importa a chi lo dicono, io zitto non ci resto!”. Quasi 50mila utenti hanno espresso vicinanza al coreografo sotto il suo post. 

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Crediti foto: Profilo Facebook Luca Tommassini