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Cinema

Rubrica, Cinema. PUNTI LUCE Di Chiara Sani. La vita stellare e drammatica di una leggenda del cinema: Vivien Leigh

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Di Chiara Sani

La vita di una delle donne più belle del cinema è stata breve ma intensa, come se fosse destinata a bruciare ogni singolo attimo dei pochi anni che le erano concessi. Il sopracciglio alzato più famoso del cinema, l’attrice più bella e talentuosa della sua epoca visse un’esistenza ricca di amore e riconoscimenti, ma anche di ostacoli e tormenti…

Vivian Mary Hartley nacque in India il 5 novembre del 1913, nella colonia inglese del Darjeling. A tre anni venne spedita a Londra senza i genitori (che rimasero in India per altri 9 anni) per “crescere con una corretta educazione di stampo inglese”, come dichiarò la madre, che lasciò partire la bimba da sola in nave.

La sua vita cambiò radicalmente: se prima era sempre stata viziata e coccolata dai genitori, ora si trovava reclusa in un convento di suore, senza divertimenti, in un regime rigido e severo. Cominciò così a nascondere il suo dolore, una caratteristica che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita, ma cominciò anche a sfogare tutto il suo mondo interiore e la sua vitalità attraverso il teatro e le recite scolastiche.

A 16 anni Vivien era una poliglotta e parlava fluentemente l’italiano, il francese e il tedesco. A 19 anni s’innamorò di Herbert Leigh Holma, di 12 anni più anziano di lei. I due si sposarono e Vivien diede alla luce la piccola Suzanne.

Vivien continuò a coltivare la sua passione per il teatro e venne accettata alla esclusiva ROYAL ACADEMY OF DRAMATICS ARTS. Il suo primo agente le suggerì di cambiare il suo nome d’arte in VIVIEN LEIGH, molto più adatto a un’attrice. Il teatro mise in luce immediatamente il talento e la bellezza di Vivien, a tal punto che nel giro di pochissimo tempo venne scritturata per recitare in 4 film cinematografici. La critica non si rese conto del valore di questa nuova promessa, definendola semplicemente ‘graziosa e incantevole’.

Vivien però era attratta più dal teatro che dal cinema e si tuffò a capofitto in una nuova pièce teatrale, in cui incontrò IL Più GRANDE AMORE DELLA SUA VITA: la star teatrale dell’epoca, grande interprete di opere di SHAKESPEARE e Cowdard, LAURENCE OLIVIER.

Vivien e Oliver erano davvero due anime gemelle destinate a incontrarsi e amarsi per sempre (o quasi)! Il loro era un amore clandestino, perché tutti e due erano già sposati, ma la passione comune per il teatro fece sì che la loro relazione potesse continuare.

L’attrice divenne famosa in tutto l’ambiente del cinema inglese e nelle cronache mondane per il suo difficile e bizzoso caratterino, al punto da venire letteralmente scaricata dal suo agente.

Il primo film che Vivien e Lawrence interpretarono insieme fu ‘ELISABETTA D’INGHILTERRA’, che fu il vero e proprio trampolino di lancio per l’attrice, portandola alla conquista del ruolo di Rossella O’hara nel capolavoro cinematografico VIA COL VENTO…

Quando l’agente americano delle star, Myron Selznick, vide Vivien Leight in ‘Elisabetta’, decise di parlarne subito al fratello, il produttore di VIA COL VENTO David Selznick, il quale ne rimase folgorato e la scritturò per il ruolo ambitissimo di ROSSELLA.

L’irrequieta Vivien cominciò a creare non pochi problemi sul set, innanzitutto perché non andava d’accordo con il protagonista maschile di Via Col Vento, la star CLARKE GABLE: “alito di Scotch” fu il soprannome che lei gli affibbiò! Il regista Cukor (sensibilissimo nel gestire le attrici e l’universo femminile), per problemi con il produttore Seznick venne licenziato e sostituito con un nuovo regista, Fleming, di tutt’altra sensibilità: un macho, un duro, uno stronzo e compagno di bevute di Clarke Gable… che rovesciò la situazione sul set contro Vivien per appoggiare l’amico Gable.

Il temperamento caparbio di Vivien venne fuori in questa difficilissima situazione: la ragazza reagì ingoiando il ‘boccone amaro’, lavorando ancora più duramente e oltre l’orario prestabilito e sopportando a denti stretti la negativa coalizione contro di lei del regista e del suo partner artistico.

Il risultato fu STRAORDINARIO!
In questa difficile situazione si trasformò esattamente nel personaggio di ROSSELLA O’HARA: tenace, testarda, sciocca ma CAPACE DI MATURARE DI FRONTE AGLI OSTACOLI E ALLE UMILIAZIONI, come la guerra civile della trama di Via col Vento.
Vivien venne ripagata con il PREMIO OSCAR per la migliore attrice protagonista nel 1940.
Non solo: lei e il compagno Lawrence ottennero il divorzio dai rispettivi coniugi, riuscendo finalmente a convolare a nozze!

La loro vita però non sarebbe stata rose e fiori…
La coppia lasciò Hollywood e tornò in Inghilterra, dove Vivien ottenne un ruolo straordinario in uno dei più riusciti film drammatici mai realizzati: ‘IL PONTE DI WATERLOO’, con Robert Taylor. Qui interpretò Myra, una ragazza innamorata di un militare, dato poi per morto in guerra. Myra si abbandona così al proprio destino e diventa prostituta nel difficile dopo-guerra a Londra… Questo divenne il film e il ruolo preferito di Vivien Leigh.

Incapaci di trovare un film da fare insieme, Vivien e Lawrence tornarono in America e si trasferirono a Broadway per realizzare e investire tutte le loro finanze su un opera teatrale perfetta per loro: ‘Giulietta e Romeo’… ma le cose andarono malissimo! L’opera fu un totale fiasco, i due attori persero tutti i soldi e la stampa si rivoltò contro di loro!

Vivien e Lawrence tornarono a recitare al cinema, ma come se non bastasse scoppiò la seconda Guerra Mondiale. Per 4 anni lo show business si fermò, Lawrence partì per la guerra e Vivien fu ingaggiata per intrattenere i giovani soldati in Nord Africa con spettacoli organizzati per portare un momento di sollievo alle truppe in guerra. Ma purtroppo, durante una di queste trasferte, Vivien contrasse una malattia che non le avrebbe più dato pace per tutta la vita, la tubercolosi.

In quel difficilissimo periodo Vivien iniziò le riprese di ‘CESARE E CLEOPATRA’… mentre i bombardamenti si sentivano distintamente a pochi KM dagli Studios. In quei giorni così duri e faticosi Vivien ebbe un aborto e perse il suo secondo figlio.

Questo insieme di fattori traumatici fece venire a galla la natura inquieta e tormentata di Vivien: cominciò ad accusare incredibili sbalzi di umore e disturbi emozionali, a soffrire di insonnia, a diventare un fascio di nervi, ad avere scatti di ira e a scordarsene completamente, con vuoti di memoria.

Cominciò così il suo declino fisico e psicologico.
La sua carriera cinematografica ebbe una battuta d’arresto, il suo matrimonio si sgretolò a causa dello squilibrio inesorabile che continuava a divorare la mente dell’attrice e… improvvisamente arrivò la chiamata per un ruolo cinematografico assolutamente ambito da tutte le star, nel film ‘UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO’ , con MARLON BRANDO. Lawrence Olivier le sconsigliò di accettare la parte e il produttore del film, Kazan, la scritturò con molte riserve e perplessità perché considerava l’attrice priva di talento… ma dovette ricredersi, arrivando a dichiarare:

Camminerebbe anche sui vetri rotti se aiutasse a migliorare la sua prestazione…”.
La tenacia di Vivien e la perfetta alchimia che si creò sul set con Marlon Brando portarono l’attrice a vincere addirittura il suo SECONDO OSCAR!

Ma Vivien dovette pagare un caro prezzo per questa prestazione: “Il ruolo di Blanche mi ha fatto uscire di senno”.
Vivien venne ricoverata in una clinica per malattie mentali e subì trattamenti drastici come l’elettroshock. Lawrence resistette fino a questo momento, ma la vita era assolutamente impossibile con lei e i suoi devastanti disturbi mentali. La lasciò per un’altra attrice e Vivien gli concesse subito il divorzio, per lasciarlo libero di tornare a vivere, ben consapevole che la sua malattia era la causa di tutto. Lo avrebbe però amato per tutta la vita.
Dopo poco tempo la tubercolosi tornò a farsi sentire e una notte se la portò via… aveva solo 53 anni.

La storia di Vivien Leigh è incredibilmente drammatica, la sua vita fu ricca di ostacoli e la sua personalità creò fratture, contrasti e rotture, ma accese anche un talento interpretativo assolutamente unico, capace di inoltrarsi nelle luci e nelle ombre dell’animo dei personaggi che via via andava a interpretare. Queste luci e ombre la intrappolarono e trascinarono in un vortice da cui non riuscì a svincolarsi, ma le permisero di LASCIARE UN SEGNO INDELEBILE NELLA STORIA DEL CINEMA DI TUTTI I TEMPI.

Il lato positivo della sua vicenda travagliata è proprio il fatto che riuscì sempre e comunque a seguire la sua passione, la recitazione, attraverso la quale poteva elevarsi dal dolore ed arrivare dritta al cuore del pubblico con le sue viscerali interpretazioni.
Grazie Vivien per averci fatto dono del tuo incredibile talento!