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UE approva nuovo Mes, ma cooperazione politica tarda ancora

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L’Eurogruppo – la riunione dei ministri delle finanze della zona euro – si è accordato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes). È stata confermata la disponibilità di 240 miliardi di euro e la possibilità per ogni paese di chiedere un finanziamento pari al 2% del proprio Pil per coprire le spese sanitarie dirette e indirette legate all’emergenza. Circa 35 miliardi di euro per l’Italia.

Questa possibilità era già stata delineata lo scorso 9 aprile, ma c’erano ancora dei dubbi sui tempi e sul funzionamento del prestito. In condizioni normali, infatti, il Mes o Fondo Salva-Stati è un prestito a condizioni piuttosto rigide. Ma per rispondere all’emergenza Covid-19, le condizionalità rigide sarebbero state azzerate se il prestito fosse stato richiesto per coprire le spese sanitarie. L’Eurogruppo ha approvato questa proposta e il nuovo Mes potrebbe essere disponibile già dal primo giugno ad un tasso d’interesse dello 0,1%. “Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive e tasso d’interesse quasi zero” assicura il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con un tweet.

Ma in Italia il Mes divide ancora. Secondo le opposizioni è una trappola che farà perdere potere decisionale all’Italia con tagli alla spesa pubblica e politiche di austerità imposte dall’Europa. Anche la maggioranza è divisa tra chi dice che bisogna approfittarne e chi invece lo reputa uno strumento inadeguato. Tra questi anche il premier Conte si è sempre espresso sul Mes come uno strumento poco adeguato all’emergenza causata dal Coronavirus, puntando ad ottenere una risposta comunitaria come il Recovery Fund.

Anche ieri nel suo intervento conclusivo in The State of the Union il presidente Conte ha sottolineato come la sfida cruciale sia l’implementazione del Recovery Fund “prima che sia troppo tardi”. Dopo l’approvazione al Consiglio Europeo del 23 aprile, sul Recovery Fund si attende – infatti – la proposta dettagliata della Commissione Europea che dovrebbe arrivare tra qualche giorno. Il premier auspica ad una risposta coraggiosa da parte dell’Europa. “Il programma deve essere ambizioso in termini di risorse raccolte sui mercati e deve finanziare principalmente i settori e i paesi più colpiti” queste le parole del premier Conte in un’intervista rilasciata ad Euroactiv.

Il Consiglio Europeo del 23 aprile era stato definito “storico” proprio per l’approvazione di un piano comunitario come il Recovery Fund. Ma rischia di passare alla storia come un nulla di fatto se la risposta non viene definita in fretta. Proprio nel giorno dell’Europa – il 9 maggio – a settant’anni dalla dichiarazione Schuman che introduceva l’idea di una cooperazione politica tra gli stati europei, quella cooperazione politica tarda ancora ad arrivare.

 

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Crediti Foto: LaPresse