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La partita più importante, a Bruxelles Consiglio europeo decisivo

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Oggi si apre la partita più importante per l’Unione europea: il Consiglio europeo sul Recovery Fund. I leader degli Stati-membri si sono riuniti a Bruxelles per decidere come implementare la risposta comune europea alla crisi, denominata dalla Commissione europea Next Generation EU.

È la prima riunione in presenza dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Sul tavolo c’è la proposta di 750 miliardi di euro che vanno in parte raccolti sul mercato attraverso l’emissione di bond e poi erogati agli Stati sotto forma di aiuti a fondo perduto (500 miliardi) e prestiti (250 miliardi).

Non tutti sono d’accordo. I Paesi frugali (Austria, Olanda, Danimarca, Svezia) mantengono la linea dura verso la proposta e vorrebbero vincolare l’utilizzo dei fondi ad una serie di riforme che gli Stati dovrebbero impegnarsi ad attuare. La risposta del premier Conte è che una clausola come questa non rispetterebbe il regolamento europeo stesso. “La linea rossa italiana è che la risposta sia adeguata ed effettiva, cioè concretamente perseguibile” ha detto il presidente Conte.

Inoltre, i Paesi sono chiamati a decidere anche  l’ammontare del budget Ue per i prossimi sette anni. I frugali vorrebbero che venisse ulteriormente abbassato a 1.050 miliardi, rifiutando la proposta del presidente del Consiglio europeo di fissarlo alla cifra di 1.074, già più bassa di quanto aveva proposto la Commissione Ue.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha invitato tutti a scendere a compromessi, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che la posta in gioco è il progetto europeo stesso. Per i Paesi del Sud Europa, i più colpiti dalla pandemia, la speranza è l’ultima a morire. Francia, Italia, Portogallo e Spagna sono allineati, con la Germania che cerca di mediare con il fronte del Nord.

La riunione dovrebbe terminare domani, ma c’è chi teme che si prolunghi fino a domenica inoltrata. Non sarà un negoziato facile, infatti. Nonostante il presidente Conte abbia incontrato nei giorni scorsi alcuni dei leader europei, tra cui anche lo scettico olandese Mark Rutte. Per il primo ministro olandese, infatti, la probabilità di raggiungere un accordo entro domenica sarebbe meno del 50%.

 

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Crediti foto: LaPresse