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Commissione svela il piano sul Recovery Fund, si chiamerà Next Generation EU

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Ci siamo. Dopo aver ascoltato le proposte di Francia e Germania e dei Paesi del Nord Europa, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen ha formulato il suo Recovery Fund. Si chiamerà Next Generation EU ed è una sintesi tra la proposta di Parigi e Berlino che parlava di aiuti a fondo perduto e quella dei Paesi frugali – quelli più rigoristi – che indicavano prestiti. Nell’insieme, il piano Next Generation EU presentato nella sessione plenaria di oggi metterà in campo la cifra di 750 miliardi, di cui circa 500 miliardi in prestiti e circa 250 miliardi in sovvenzioni. Lo aveva anticipato il commissario degli Affari Economici Paolo Gentiloni con un tweet.

Come sottolineato dalla presidente della Commissione europea, la proposta globale sommata agli altri provvedimenti già adottati dall’Ue vale 2400 miliardi di euro. Con questo piano, la Commissione andrà a finanziarsi a credito sul mercato con l’emissione di bond. Come sottolineato dalla stessa Von der Leyen, si tratterà di un debito nuovo e comune che non c’entra nulla con il debito pubblico passato dei singoli Stati-membri. Ciò prevederà un aumento temporaneo dei massimali, ovvero del tetto delle proprie risorse di bilancio al 2% del Pil europeo. Il debito sarà poi ripagato tra il 2028 e il 2058. Per trovare i fondi e rientrare del debito la Commissione propone diverse strade: una tassa sulle emissioni di CO2, sulla plastica oppure ancora tassare le grandi multinazionali del web.

Secondo l’ANSA, la cifra pensata dalla Commissione europea per l’Italia sarebbe quella di circa 172 miliardi di euro, di cui circa 82 miliardi sarebbero aiuti a fondo perduto, mentre i restanti erogati come prestiti. Questa rappresenterebbe la cifra più alta destinata ad un singolo Paese. A seguire, alla Spagna sarebbero destinati 140 miliardi, circa 77 miliardi in aiuti e 63 miliardi in prestiti. Da un sondaggio del Parlamento europeo diffuso proprio ieri, è emerso che gli italiani – insieme a spagnoli e greci – sono infatti tra i meno soddisfatti della solidarietà dimostrata dall’Ue durante l’emergenza sanitaria. Viste le contrapposizioni tra Paesi del Nord e Paesi del Sud Europa, quella di Von der Leyen non era una posizione facile. Tra le due parti contrapposte, la Commissione ha tirato le somme. Nel suo piano ci sono – infatti – aiuti a fondo perduto, prestiti e anche le riforme per accelerare la digitalizzazione e la transizione verde.

Il principale strumento del Next Generation EU sarà il Recovery and Resilience Facility, a cui saranno destinati circa 560 miliardi e sarà in grado di offrire sovvenzioni e prestiti ai Paesi che hanno più risentito dell’impatto del Covid-19. Per andare incontro anche ai Paesi più rigoristi, al fine di ottenere le sovvenzioni ogni Paese dovrebbe presentare un piano di riforme e investimenti. Questo per essere sicuri che ogni Stato-membro si muova nella direzione indicata dell’Ue, ovvero quella di favorire digitalizzazione e ecosostenibilità. “Per un futuro verde, resiliente e certo” sono le parole utilizzate dalla presidente. Gli altri due strumenti di azione sono invece, lo Strategic Investiment Facility destinato agli investimenti strategici e il ReactEU pensato per la ricapitalizzazione delle imprese in difficoltà.

L’obiettivo sarebbe quello di ridurre lo scarto tra i vari Stati-membri. La crisi sanitaria ha infatti messo in luce le differenze di bilancio dei vari Paesi. Tra chi ha potuto spendere di più e chi invece si è trovato in difficoltà. Ora la palla passa ancora di mano. Sì, perché la Commissione ha formulato la sua proposta, ma non ha potere decisionale. I singoli Stati restano sovrani. Sono proprio i 27 Membri che dovranno votare all’unanimità il piano proposto dalla Von der Leyen.

 

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Crediti foto: LaPresse