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Fitch conferma il voto BBB- all’Italia. Un grado sopra il livello spazzatura

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Il balzo in avanti della produzione industriale non è bastato per far alzare la valutazione di Fitch sull’Italia. L’agenzia di rating ha confermato il suo voto BBB- all’Italia, valutando il rischio finanziario di investire nel nostro Paese. Qualche mese fa avevamo spiegato cosa sono le agenzie di rating in occasione del precedente voto di Fitch sull’Italia. Nella scala da A a D, BBB- è un voto che fa da spartiacque tra una situazione finanziaria tutto sommato accettabile e una di cui preoccuparsi.

Secondo gli ultimi rilevamenti dell’agenzia di rating l’economia italiana si contrarrà del 9,5% nel 2020. Seguita poi da un parziale recupero del 4,4% nel 2021, e del 2,1% nel 2022. “L’alto debito pubblico e la crescita economica strutturalmente bassa continueranno a pesare sul rating” si legge nel comunicato di Fitch. L’agenzia di rating parla anche degli Stati Generali, organizzati per creare una base di consenso tra Governo, aziende e gruppi commerciali, e del Piano Colao, affermando che “non è chiaro quanto questo dibattito si tradurrà in concrete politiche economiche”.

Sugli aiuti europei, incluso il Recovery Fund (Next Generation EU) l’analisi di Fitch evidenzia che “potrebbero limitare l’atteso deterioramento dei conti pubblici italiani dal 2021”. Già lo scorso 28 aprile l’agenzia Fitch aveva abbassato il grado dell’Italia da BBB a BBB-, senza margini di cambiamento nel breve periodo (outlook stabile). Si era così allineata alla valutazione di un’altra grande agenzia di rating, Moody’s, che aveva dato all’Italia lo stesso voto, BBB3. Delle tre più grandi agenzie di rating al mondo, solo Standard and Poor’s (S&P) si mantiene più ottimista e valuta l’Italia con un BBB, ma con margini di peggioramento (outlook negativo).

La pandemia e la conseguente crisi continuano a pesare sulla valutazione dell’Italia, anche se ci si avvia verso la normalizzazione. Stando all’Istat, la produzione industriale di maggio è infatti cresciuta del 42,1% rispetto al mese di aprile. È un dato positivo, ma che non sorprende visto che ad aprile molte attività erano ancora chiuse a causa del lockdown. Come sottolineato dall’Istituto di ricerca – però – tutti i principali settori di attività economica sono ancora in calo. “Il livello della produzione risente ancora della situazione generata dall’epidemia” si legge nel comunicato.

 

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Crediti foto: LaPresse