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Effetto lockdown: in Italia calano i reati, ma non i femminicidi

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Oltre alla drastica riduzione dell’inquinamento atmosferico, il lockdown ha prodotto una contrazione dei reati. In un anno i crimini in Italia sono calati del 18,2%. Secondo i dati del ministero dell’Interno tra agosto 2018 e luglio 2019 i crimini sono stati 2.338.073, mentre tra agosto 2019 e luglio 2020 sono scesi a 1.912.344.

Come sottolineato dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese al Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza di Ferragosto, il calo ha interessato diverse tipologie di atti criminali. Complice il dilagare della pandemia e il conseguente lockdown, i furti registrati sono stati il 26,6% in meno, seguiti dalle rapine con il -21,1% e dalle truffe con il -11,3%. Anche gli omicidi sono stati il 16,8% in meno rispetto allo stesso periodo a cavallo tra 2018 e 2019.

Il rovescio della medaglia mostra – però – che le vittime del 70% dei 149 omicidi avvenuti all’interno del contesto familiare erano donne. Il dato diventa più allarmante se si guarda al periodo di lockdown. In quei mesi le donne sono state le vittime nel 75,9% dei casi di crimini. Sono anche aumentati del 33% i provvedimenti di allontanamento dopo episodi di stalking e minacce. Le donne hanno infatti pagato un prezzo più alto dell’isolamento e del lockdown, in molti casi la loro vita stessa.

Anche gli incidenti stradali sono in calo. Da agosto 2019 a luglio 2020 sono stati registrati 58.475 episodi, circa il 20% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con il conseguente calo dei decessi (il 23,2% in meno) e dei feriti (il 22,6% in meno). Lo stare chiusi in casa, però, ha portato ad un incremento sensibile dei reati informatici che hanno registrato un +20%. Vulnerabilità e malcontento della società si misurano poi anche dagli atti intimidatori (soprattutto attraverso il web) in crescita nei confronti di amministratori locali e giornalisti, aumentati rispettivamente del 5,5% e del 51%.

Se il lockdown ha prodotto una contrazione di quasi tutti i crimini, ha anche aperto delle crepe nel tessuto sociale che favoriscono l’ingresso della criminalità organizzata. Il rischio si era presentato fin da subito. Per questo il ministro Lamorgese aveva avvisato tutti i prefetti a mantenere alta la guardia e ad aumentare il monitoraggio di una situazione precaria, proponendo attività di contrasto e prevenzione delle infiltrazioni mafiose già ad aprile. A questo proposito la Commissione parlamentare Antimafia ha istituito il XX Comitato concentrato proprio sulle “infiltrazioni mafiose nel tessuto socio-economico determinate della condizioni causate dall’emergenza sanitaria Covid-19”.

 

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Crediti foto: LaPresse