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Cronaca Nera

Ylenia Carrisi vaga dal 1994 nella terra degli scomparsi, oggi è il suo cinquantesimo compleanno

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Figlia di Albano Carrisi e Romina Power, nota al piccolo schermo anche per essere stata una delle vallette della prima edizione de ‘La ruota della fortuna’, condotto da Mike Bongiorno, Ylenia Carrisi è tristemente nota alla cronaca per la sua scomparsa che avvenne nel gennaio 1994, a soli 23 anni.

Di lei si persero le tracce in quel periodo, ma della ragazza, che oggi avrebbe 50 anni, non fu mai ritrovato il corpo. A dichiararne la morte presunta, essendo passati più di dieci anni dalla scomparsa, fu una sentenza del Tribunale di Brindisi dell’1 dicembre 2014, dietro una richiesta del padre Albano Carrisi, con grande dispiacere e dolore della moglie Romina.

Al momento della scomparsa Ylenia è negli Stati Uniti, dove si trova in viaggio da qualche mese. Sembra che la ragazza abbia in questo periodo un po’ di tormento, dovuto anche dall’uso di qualche sostanza stupefacente.

Ed è proprio nel Sud degli Stati Uniti, a New Orleans, che Ylenia conosce quello che poi sarà indagato per la sua scomparsa, un artista di strada cinquantenne di nome Alexander Masakela, al quale si lega nonostante il parere contrario dei genitori.

Il 30 dicembre 1993, i due alloggiano per qualche giorno in un piccolo e malmesso hotel nel quartiere francese di New Orleans. Da li Ylenia chiama la famiglia per l’ultima volta.

Secondo la dichiarazione della proprietaria dell’albergo, la ragazza lascia la sua stanza il 6 gennaio, senza portare con sé nulla. Masakela si trattiene ancora per una settimana, ma quando tenta di pagare il soggiorno con gli assegni turistici di Ylenia, l’albergo informa la polizia, che inizia le indagini in concomitanza con la denuncia presentata dai genitori, nel frattempo arrivati in Louisiana.

Masakela viene arrestato il 31 gennaio 1994 e rimane in stato di fermo per due settimane. Viene rilasciato dopo che il guardiano notturno dell’acquario di New Orleans riconosce Ylenia come la ragazza che la sera del 6 gennaio ha visto buttarsi nel fiume Mississippi senza più ricomparire.

Era seduta sulla banchina di legno con le gambe penzoloni. Bionda, carina, di età fra i 18 e i 24 anni. Indossava una giacchetta scura e un vestito con dei disegni, forse dei fiori, che le arrivava fin sotto il ginocchio. Aveva un’espressione molto triste, depressa. Guardava il fiume. In quella striscia di parco che corre lungo il fiume è proibito fermarsi di notte: la si può solo attraversare. Così appena l’ho vista da lontano mi sono avvicinato fino a uno, due metri. Tutto è durato non più di 30-60 secondi. Le ho detto: ‘Non puoi stare lì, devi muoverti’. ‘Non importa – mi ha risposto – tanto io appartengo comunque alle acque’ e con un balzo si è tuffata nel Mississippi. Le ho gridato di tornare indietro, ma è come se non volesse sentirmi. Continuava a nuotare sicura verso il centro del fiume, senza paura. Quando ho visto che si allontanava sempre di più sono corso a chiamare un agente della polizia fluviale. Insieme abbiamo continuato a urlare, inutilmente. Poi d’improvviso, forse per un crampo provocato dal freddo, ha cominciato a dibattersi, a chiedere aiuto: è andata giù una prima volta, una seconda. Un barcone di passaggio ha creato una specie di mulinello. La ragazza è andata giù di nuovo, ma questa volta non è riemersa. L’abbiamo cercata per ore, con tre motoscafi della polizia e due elicotteri. Non c’è stato niente da fare“.

Sulla base di questa testimonianza, Masakela viene rilasciato e da quel giorno fa perdere le sue tracce. Il Mississippi non ha mai restituito il corpo di Ylena e la ragazza rimane tutt’ora confinata nella terra degli scomparsi.

Mamma Romina sostiene da sempre che Masakela ha fatto sparire sua figlia facendola entrare in un giro sporco simile alla tratta delle bianche, probabilmente dapprima drogandola e poi segregandola da qualche parte.

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Crediti foto: LaPresse