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Cold case Lindy, la risposta in una tazzina da caffè, l’assassino proviene dalla Calabria

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La ragazza, all’epoca appena 19enne, venne trovata dalla zia con una forbice conficcata nel collo

Una ragazza qualunque di 19 anni, sposata da uno, fioraia e un destino crudele, un destino orrendo, che a soli 19 anni, le farà prendere un’altra strada rispetto alla strada delle altre sue coetanee, la strada della morte. Si tratta di Lindy Sue Little, americana, residente all’epoca dei fatti a pochi chilometri da Lancaster, in Pennsylvania e proprio qui, il 5 dicembre 1975 ha incontrato il suo assassino e la morte. Ma non era la prima volta che lo incontrava o che quanto meno sentiva la sua presenza, difatti, a detta della madre, la ragazza si sentiva seguita, spiata, anche se non aveva ancora visto in faccia quello che poi in effetti, diventerà il suo carnefice.

Lindy dopo essere stata aggredita nel suo appartamento e violentata da quell’uomo da cui ha cercato di difendersi lottando come una pazza, è stata violentata, ma la violenza, la morte morale, non è bastata al suo assassino, no perché lui ha voluto darle anche la morte fisica. E così la 19enne ha ricevuto 19 forbiciate, una per ogni singolo anno della sua giovane età, l’ultima al collo ed è proprio li che la forbice è stata trovata, ancora conficcata nella carne, senza alcuna pietà. Lindy aveva appena fatto acquisti nel negozio di alimentari vicino a casa, era entrata in casa, aveva poggiato le borse ed ha incontrato la morte li, in quello che dovrebbe essere per lei un posto sicuro, il posto dove attendere l’arrivo del marito per passare qualche ora in tranquillità.

Tanti anni di domande, un tempo infinito di ricerche, ma dell’assassino nessuna traccia, solo un reperto trovato sugli indumenti della ragazza, custodito per anni in un cassetto e i genitori di Lindy, moriranno prima di sapere la verità. Una verità venuta a galla molti anni dopo, troppi anni dopo, ma finalmente, nel gennaio del 2019, il caso della povera Lindy è stato riaperto dalla procura di Lancaster, che ha deciso di creare un ufficio apposito per i cold case. E allora via, più di 2.300 persone sottoposte all’esame del DNA e tutte avevano una cosa in comune, avevano antenati provenienti dalla Calabria e precisamente da Gasperina, in provincia di Catanzaro.

Dopo varie esclusioni, le indagini hanno puntato il dito su David Vincent Sinopoli, nato nel 1954 da Julia e George Sinopoli, emigrati da Gasperina. Sinopoli dunque aveva 21 anni all’epoca dei fatti, due soli anni in più rispetto alla sua vittima e viene da chiedersi come un ragazzo così giovane possa compiere un delitto così atroce. Ma tant’è che l’uomo il 17 luglio scorso, a distanza di quasi 50 anni dal brutale omicidio, ormai nonno 68enne, ha aperto la porta di casa alla polizia che era andata a prenderlo e senza opporre resistenza, si è consegnato agli agenti.

Screenshot da video Youtube

Nel 1975, anno in cui fu uccisa Lindy, l’indirizzo di casa di Sinopoli, era lo stesso della vittima, ma questo non bastava come indizio e così, lo scorso febbraio, dopo settimane di appostamenti, gli investigatori sono riusciti ad ottenere un campione del suo Dna e il modo in cui l’hanno ottenuto, è davvero singolare: lo hanno seguito in aeroporto a Philadelphia ed hanno recuperato il bicchiere di plastica con cui l’uomo aveva bevuto un caffè e bingo! L’uomo che cercavano è lui, con una sola probabilità su diecimila miliardi, che vi sia un errore. Attualmente l’uomo è in custodia in carcere senza cauzione e ora si attende di sapere se si dichiarerà colpevole, cercando un accordo con la Procura per una pena minore, o se invece professerà la sua innocenza.

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Crediti foto: screenshot da video YouTube