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Amici 2023, le pagelle della terza puntata: Angelina ci salva dalla mattanza di Aaron

Samu abbandona lo show di Maria De Filippi lasciando spazio a un reparto cantanti davvero mediocre. Angelina salva la baracca tra gli intermezzi di quello che è stato un concerto di Aaron. Sorpresa Cricca

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Amici 2023
In foto i concorrenti cantanti di Amici 2023 rimasti in gara. Crediti: Andrea Butera/OAPlus

Amici 2023, le pagelle della terza puntata. Rimane compatto, seppur in lieve calo, il seguito di Amici. La terza puntata del serale è stata seguita infatti da 3,8 mln di telespettatori, pari al 26% di share. Numeri molto importanti per un’edizione che, per ciò che concerne la sezione canto, fatica davvero a decollare e a prendere una piega interessante.

Anche al terzo giro infatti l’unica che ha salvato la baracca è stata Angelina, autrice soprattutto di una performance da brividi in cui ha dimostrato dei miglioramenti netti rispetto alle uscite precedenti. Per il resto, in una serata completamente monopolizzata da Aaron, sono emerse le solite criticità presenti in tutti i concorrenti, con una nota di merito per Cricca, bravo nella sua unica performance. Ma era davvero necessario sacrificare il Ballerino Samu per far sopravvivere una classe di canto così mediocre?

Ma chi avrà ricevuto la valutazione migliore? Scopriamolo con le nostre pagelle dedicate ai cantanti.

AMICI 2023: LE PAGELLE DELLA TERZA PUNTATA (sezione canto)

PRIMA MANCHE

AARON, La verità (Brunori Sas) 5+

Carico a pallettoni, troppo. Come sempre esagera ma è la sua cifra: già nel ponte fa esplodere tutto il suo graffio, per poi chiaramente andare a voce piena nel ritornello ripristinando un minimo gli equilibri nella sezione finale. Il punto è sempre quello. La sua vocalità non sarebbe neanche male, ma il mancato uso della dinamica rovina spesso tutto.

WAX, Surfin’USA (Beach Boys)

Fa quello che può con un’assegnazione oggettivamente improponibile. Terrificante la parte del cover, molto più interessante la rilettura con il testo affrontata nella seconda sezione. In quello che fa è credibile, basta qusto.

AARON, Ti sento (Matia Bazar) 6–

Peccato. Molto interessante nella strofa, molto meno nel ritornello che, contrariamente alle aspettative, lo affronta con non poca garra (proprio ora che serviva!), forse per prepararsi nel migliore dei modi alle note lunghe, affrontate oggettivamente bene.

FEDERICA, Valerie (Amy Winehouse) 5-

Il suo timbro fresco resta una delle cose più interessanti di questa edizione, qui però è mancata da un punto di vista di attitude, troppo concentrata sul pezzo (meraviglioso) viziato da un rilettura nell’intro di cui non se ne sentiva il bisogno. Ci sono altri brani per valorizzare le sue caratteristiche.

WAX, Ballerine e guantoni (Inedito) 6

Performance di conferme. Propone qualcosa di nuovo? No. Può risultare originale? No. Fa brani da pelle d’oca? No. Ma quello che fa lo fa bene, con un target di riferimento chiaro e con brani che, anche se inflazionati, non risultano né improvvisati né composti all’ultimo minuto.

SECONDA MANCHE

AARON, L’emozione non ha voce (Adriano Celentano) 5+

Rischiamo di essere ripetitivi visto che questa sera è stato un Aaron Show. In questo passaggio di Celentano, oltre alle criticità e ai pregi che abbiamo evidenziato, emerge un tratto che potrebbe essere un campanello d’allarme. Spesso il cantante non stacca l’intensità tra una sezione e l’altra, facendo risultare tutto eccessivamente piatto. Qui è mancata la dolcezza, ingrediente principale del capolavoro del molleggiato.

ANGELINA, Lift me up (Rihanna) 8

Dopo sei performance della sezione di canto vicinissime al concetto di vuoto cosmico, Angelina dimostra a tutti cosa significa: A) Sapere cantare B) Dare un peso alle parole che si stanno cantando C) Usare la dinamica D) Rinunciare a fare gli straordinari (zero virtuosismi) per dare un senso al brano. Angelina è letteralmente (un po’ come Sissi lo scorso anno) l’unca che salva davvero la baracca. E in questa prova ha anche migliorato alcuni dei suoi (pochissimi) lati più carenti.

ANGELINA, these boots are made fo walkin’ (Nancy Sinatra)

Bella l’idea di proporre quasi immediatamente dopo un brano dal mood completamente diverso che necessita alcune variazioni e stavolta sì di qualche virtuosismo (altrimenti che noia!), aspetti affrontati puntualmente nella seconda parte. Perché essere interpreti significa anche essere intelligenti.

TERZA MANCHE

AARON, With a little help from my friends (Joe Cocker) 6-

Pane per i suoi denti, visto che può sfoggiare tutta la sua teatralità e la sua vocalità molto spinta. Qui però, a differenza degli altri passaggi, almeno ci sta.

CRICCA, Tu non mi basti mai (Ron) 7

Attenzione, questo non è un errore, uno svarione, un’allucinazione collettiva. Non sappiamo se per caso, per fortuna o per bravura, ma Cricca ha saputo rendere giustizia al brano di Ron confezionandolo con delicatezza e rispetto. Una bella interpretazione ben calibrata, finalmente!

Aaron, Fallin’ (Alicia Keys) 4

Ecco, il “concerto” di Aaron – perché alla fine concerto è stato – termina con una di quelle cover che da queste parti amiamo definire “mattanza”. Sgraziatissimo, grossolano, irrispettoso di un testo semplice ma estremamente comunicativo. Un continuo virtuosismo malfatto e ripetitivo. Gli amanti del soul sporgeranno denuncia.

WAX, Mio fratello è figlio unico (Rino Gaetano) 5

Solita formula: parte coverizzata estremamente sgradevole (saremo boomer ma Rino con l’autotune fa un effetto un po’ così), meglio la parte “inedita”, più trascinata ed emozionale

WAX, Grazie (Inedito) N.C

Ci siamo già espressi su questo brano nelle uscite precedenti. Bravo comunque a presentarlo come potenziale “ultimo atto” in un momento spartiacque per la sua permanenza nel programma.

LEGGI Benedetta Primavera, le pagelle dell’ultima puntata. Goggi meravigliosa

 

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