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Rubrica. FLASHLIGHT. Nightlife: possiamo continuare a sognare?

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By Old Man Say

Quello che sembrava uno stop temporaneo, un “male minore” necessario a scongiurarne uno peggiore pare non avere via d’uscita. Ne abbiamo parlato spesso, una delle categorie più penalizzata in questi mesi da questa pandemia è stato il settore dello spettacolo in tutti i suoi aspetti. Clubs, festival, concerti live, teatri, sale cinematografiche hanno dovuto interrompere le proprie programmazioni e decine di migliaia di persone impegnate a tempo pieno o part-time hanno visto azzerate così le proprie possibilità lavorative e di guadagno. In questo preciso momento lo spettro di un possibile protrarsi di limitazioni fino alla fine di gennaio 2021 in Italia prende corpo, la Spagna sta vivendo la sua emergenza più pesante, la Francia sta pensando di protrarre ed inasprire le restrizioni al marzo 2021 e, visto che ne parliamo, anche Ibiza, che già ha vissuto una stagione turistica sottotono con hotel e club chiusi incorrerà, proprio da oggi, in ulteriori limitazioni che culminano nella chiusura alle ore 22.00 delle attività del centro città.

Il ” manifesto” degli artisti tedeschi.

Mal comune mezzo gaudio, il problema ovvio è mondiale e così molti famosi dee-jay’s hanno iniziato con differenti iniziative a far sentire il proprio grido di disperazione. Si potrà obbiettare che per le grandi star della consolle il danno economico sia importante ma sopportabile; certo decine di festival annullati, calendari con date per il mondo ed importanti residenze nei migliori club completamente sfumate. Parliamo di milioni di euro di cachet andati in fumo e centinaia di milioni di euro persi dai locali che li avevano programmati e questo solo se ci riferiamo al settore delle discoteche.

Il d.j. Purple Disco Machine.

Le località mecca dei clubbers, in primis Ibiza, seguite da Mykonos e Pag hanno visto pressochè azzerati introiti; hotel chiusi, aeroporti semi-deserti con voli soppressi o, quando operativi, spesso vuoti. Volatilizzati gli incassi che a volte superano le diverse centinaia di migliaia di euro a serata, una vera “Caporetto” a livello europeo e mondiale. Ad onore del vero il settore nella nostra penisola per qualche mese è riuscito a barcamenarsi sia grazie ad un grande afflusso di turismo locale e nazionale sia  grazie a decreti regionali. Approfittando di norme non chiare o semplicemente non sempre applicate per “amor di economia” si è riusciti fino al ferragosto a respirare (ed incassare) per svegliarsi poi con uno stop totale il 16 agosto. Impossibile al momento vedere però una luce, neppure flebile, in fondo al tunnel.

Fatboy Slim d.j. e produttore inglese.

Da qui gli appelli a livello europeo nei singoli paesi da parte dei grandi nomi della consolle. In Germania Purple Disco Machine, Mousse T, Paul Van Dyk, Ellen Allien e Sven Vath in una lettera aperta insieme a d.j’s, produttori, musicisti e promoters si sono rivolti al governo federale chiedendo un supporto ed un aiuto soprattutto per i piccoli artisti e gli autonomi del settore oltre alla possibilità di poter tornare ad esibirsi rispettando regole ben definite. La pandemia, recita il comunicato promosso da oltre cento agenzie e duemilacinquecento dee-jay’s, rischia di lasciare oltre un milione di persone, impegnate nei campi di spettacolo e della musica elettronica, senza un lavoro.

il d.j.Luciano.

Stesso cliche’ in Gran Bretagna da parte del dj-icona FatBoy Slim con l hastag #WeMakeEvents www.wemakeevents.com , un grande progetto di raccolta fondi e supporto dedicato ai tanti addetti ai lavori del mondo dello spettacolo, dalla discoteca e musica fino al teatro. Il logo rosso ha fatto capolino sui profili di d.j. del calibro di Luciano, di performer come Baby Marcelo, sulla Home Page di club come Ushuaia e Hi Ibiza e di celebrities come Peter Gabriel e Alice Cooper.

Il logo e hastag We Make Events con la firma di Luciano.

In Italia sia a livello regionale che nazionale Asso Intrattenimento, S.I.L.B. ed il neonato S.I.L.S., hanno appena concluso un incontro (mercoledì 30 settembre n.d.r.) con il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli insieme al governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ed all’assessore regionale al turismo Andrea Corsini per trovare un accordo riguardo indennizzi ed uno spiraglio per avere la possibilità di poter organizzare eventi per il  prossimo Capodanno.

Nulla pare al momento facile ne lo sarà nell’immediato futuro; la quantità di indennizzi promessi sono lontani dalle richieste della categoria e aldilà dell’ aspetto politico ed economico rimane il dramma sociale delle tante singole persone. Artisti, cantanti, performers, d.j.’s, personale di sala, migliaia di addetti dimenticati e che al momento si trovano senza la possibilità di poter lavorare e programmare qualcosa nell’immediato oltre a non sapere se e quando potranno ritornare alla propria attività, a coltivare la propria passione. Il dilemma a questo punto è se l’intero settore o parte di esso resisterà a questo terremoto economico senza precedenti o sarà costretto a soccombere per sempre.