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Musica

Rubrica. FLASHLIGHT. Live sì, live no

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Di Old Man Say

Dall’inizio di questa emergenza, che tanto ha cambiato i nostri ritmi, abitudini ed il modo di vivere tutte le nostre passioni, abbiamo assistito ad un proliferare di duetti, esibizioni, jam session per tromba, chitarra, pentole. Balconi, finestre di condomini popolari o terrazze con panorami spesso suggestivi sono diventati i nuovi palchi.

Si è visto e sentito di tutto; dall’artista sconosciuto che ci ha emozionato con il suo talento fino ad improbabili cantanti che avrebbero fatto impallidire anche un cliente (sordo) in un bar-karaoke Kazako.

Dall’entusiasmo e goliardia dei primi giorni, una sorta di corrida da “dilettanti allo sbaraglio”, si è passato a veri “unplugged” di artisti di livello nazionale e mondiale; piccoli concerti accompagnati dai propri musicisti collegati in streaming o veri live in solitaria: l’artista e la sua voce.

Testimonianze importanti, cantando soltanto un paio di brani, (ma a volte esibendosi anche per oltre un’ora) di cantanti del calibro di Laura Pausini in duo con Tiziano Ferro, Biagio Antonacci, Vasco Rossi o Jovanotti; iniziative a volte prese da un singolo artista, dalla propria pagina social, fino ad arrivare a veri e propri concerti con raccolta fondi come la maratona di Rai 1 del 31 marzo fino alla tradizionale kermesse romana nella giornata del 1 maggio.

Anche i Disc-Jockey non si sono sottratti a questa nuova moda-necessità. Non potendosi più esibire dal vivo sono passati dagli improbabili dj set dai balconi cittadini (spesso davvero discutibili), fino a veri e propri show in location uniche organizzati dalle grandi star del clubbing mondiale…

Bob Sinclar da due mesi, senza tregua, si cimenta ogni giorno spaziando dalla disco music d’ annata fino all’ elettronica, dall’ afro-house o la french touch fino ad arrivare al sound più attuale. Per Circle la star francese aveva in programma un set, lunedì scorso, niente meno che direttamente dall’ Arc de Triomphe (bloccato dalle autorita’ francesi per paura, nonostante fosse evidenziato che sarebbe stato in streaming e senza pubblico, di assembramenti ed un accorrere di fans quasi scontato).

Luciano, dj molto amato in Ibiza, regala sessioni rigorosamente in vinile dallo studio della sua residenza svizzera, e poi Carl Cox in quarantena in Australia, David Guetta a Miami anche in versione Jack Back, l’eclettico Satori, Danny Tenaglia, i mitici Little Louie Vega e David Morales, i tedeschi Purple Disco Machine, Mousse T e Claptone che propongono set composti dalle loro produzioni e remix.

Quasi nessuno si è sottratto neppure fra i tanti dj’s italiani: Joe T Vannelli dalle terrazze milanesi con vista sul Duomo, Franco Moiraghi da Ibiza, Franchino in versione dj e vocalist…

Club icona del calibro di Ushuaia e Pachà fino a realtà italiane come Le Indie hanno dato spazio ai loro artisti sempre con finalità benefiche seguiti anche dalle etichette discografiche più rappresentative del settore come Defected o da gruppi che si dedicano all’ organizzazione di eventi a livello internazionale come la maratona Workshop Events culminata con il live di David Morales.

Ottimi i contenuti, molti dj’s hanno risposto il sound delle loro origini, rispolverando vecchi vinili, uscendo dai loro percorsi musicali del momento per farci ascoltare tracce storiche dell’epoca d’oro dell’house-music o della disco-funky. Altri hanno semplicemente presentato, come Ilario Alicante sotto all’ Albero della Vita simbolo dell’Espò, la loro linea musicale di sempre, un progetto vincente che a distanza di 24 ore ha già totalizzato (nella pagina di Oa Plus lo potete trovare) quasi duecentomila visualizzazioni!

Da qui la polemica in un momento in cui tutto genera polemica. Sbagliato regalare la propria arte, svalutare il proprio lavoro offrendolo a costo zero o al contrario da lodare l’artista che, per stare vicino ai propri fans ha scelto in questo momento difficile di isolamento e solitudine, di fare sentire presenza ed affetto?

Un giusto cadeaux a chi per anni li ha seguiti, osannati, ne ha comprato cd, ha pagato ingressi per vederli dal vivo o solo mera manovra di marketing per rafforzare la propria immagine grazie alle moltissime migliaia di visualizzazioni?

La risposta rimane nel cuore di ognuno di noi (e dell’artista). Personalmente, reputo che quando un’operazione ha un valore, nasce da una vera passione e propone solidi contenuti, (non necessariamente un dispiego di mezzi che solo i “grandi” dello showbiz possono permettersi) sia sempre da apprezzare soprattutto se ha un fine benefico.

Se regalerà qualche momento di gioia, ci farà tornare alla mente un ricordo piacevole legato ad una serata, ad una canzone o ad un attimo credo che il tutto sia ben accetto diversamente no.

Leggete piuttosto un libro o cucinate. Mangiare è indispensabile ogni giorno, leggere un libro vi aprirà la mente… ascoltare uno che strilla o che spara musica improbabile da un balcone no.

 

Old Man Say, dj e music designer, inizia il suo percorso ed evoluzione musicale negli anni ’80. Dopo diverse esperienze in club, beach club e lounge-bar italiani, da cinque anni vive e lavora in Ibiza, dove è dj residente in diverse prestigiose consolle dell’isola oltre ad aver avuto il piacere di portare il suo sound in Egitto, Marocco e Giordania. Propone selezioni musicali di matrice deep, elettronica & downtempo, house e nomad. Le sue collaborazioni settimanali su OAPlus dal titolo “Flashlight” e “Here I am Ibiza” regaleranno news e curiosità dal mondo della musica e tante sfiziose anteprime dalla regina indiscussa della nightlife mondiale, Ibiza.

 

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