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Mei, Rubrica. MUSICA IN GIALLO. Alberto Salerno su YouTube ci racconta la storia della musica italiana

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Di Roberta Giallo

”ALBERTO SALERNO SU YOUTUBE: CON SCIARPETTA BICOLOR, CAPPELLO E OCCHIALI DA SOLE, CI RACCONTA IN PILLOLE LA STORIA DELLA MUSICA ITALIANA SALVANDOCI DALL’IGNORANZA”

Non farò di questo articolo un elenco dei grandi successi di Alberto Salerno come autore, come produttore e come discografico durante la sua lunga-e-densa carriera. Rischierei di non finire più e soprattutto di non aggiungere nulla a ciò che potete trovare in autonomia digitando il suo nome sul vostro motore di ricerca preferito, o andando direttamente sull’amata e odiata Wikipedia

 

Tutti sappiamo chi è Alberto Salerno. Se non lo sappiamo “è colpa nostra”. E questa colpa, più o meno perdonabile, è sempre la stessa, l’ignoranza. Un’ignoranza, quella relativa ai fatti e ai personaggi della musica, legata un po’ alla nostra pigrizia, un po’ a come la storia della musica ci viene  “raccontata” e la musica stessa ci viene proposta; ovvero “privata della sostanza”, perché chi scrive una canzone, o parte di essa, è parte sostanziale di quella canzone.

 

Eppure nella maggior parte dei casi capita che “non si sappia o non si capisca chi l’abbia scritta”, oppure che si dia per scontato sia tutta farina del sacco del cantante, che spesso, invece, è “solo” un interprete e perciò non ha scritto né firmato mezza parola o mezza linea melodica.

Dunque, se non si ha un’indole da investigatori non si risale facilmente agli autori e si naviga sopra “false illusioni”, quelle a cui spesso ci inducono i media.

 

Devo però riconoscere, con onestà intellettuale, che a Sanremo gli autori vengono citati tutti, e  non  esagero se dico che ultimamente pare quasi di leggere un interminabile scontrino della spesa, dove si vedono canzoni scritte da 4/5/6 persone.

Piaccia o no, è un fatto: l’industria discografica è letteralmente diventata industriafabbrica, ovvero, catena di montaggio, dove già a partire dalla “cellula madre” della canzone, ovvero la cellula degli autori, uno mette un bullone, un altro una  vite, un altro un chiodo. Pensiamoci in silenzio e chiediamoci se ciò “sia cosa buona e giusta?”, se “le canzoni ci abbiano perso o guadagnato?”). Chiusa parentesi.

 

Tornando ad Alberto, che io seguo con grande passione su Faccia Libro, dove scrive quotidianamente con coinvolgente ironia e pungente sarcasmo (e di questi tempi il nostro paese offre davvero molti spunti alla sua penna icastica ), mi chiedo se oltre ad informarvi del fatto che abbia inaugurato da poco il suo canale youtube (grazie al quale potremo tutti combattere un po’ della nostra ignoranza), non sia “doveroso” informarvi/ricordarvi che è stato lui a scrivere alcune delle canzoni più famose e suonate di sempre. Allora, se scrivo “Io Vagabondo”, e “Terra Promessa”, anche se siete nati negli anni ’90 e 2000… mi dite che le conoscete, vero? E sapete anche che ci ha messo lo zampino, vero? Ecco.

 

Se non lo sapevate, ora sapete di “chi” vi sto parlando. Sto parlando di qualcuno che è già nella storia della nostra musica popolare, quella che appartiene alla nostra coscienza collettiva, la coscienza di un paese in questo momento in profonda crisi, smarrito e incerto, un paese al quale lo stesso Alberto negli ultimi tempi non risparmia critiche molto serie, e devo dire che anche nella “tragedia attuale”, leggere un po’ di Salerno al giorno, che sia allegro, ironico, amareggiato, o incazzato… a me personalmente toglie il medico di torno, sortendo gli stessi effetti di una mela.

 

Spero che Alberto mi possa perdonare: oggi confesso pubblicamente a lui (e a voi) che ho scoperto solo qualche anno fa che alcune delle canzoni della “mia biblioteca del cuore”, che amavo alla follia fin da bambina, le aveva scritte proprio lui!  E ora parte la confessione numero due: io da quel momento anche se lui non poteva saperlo gli ho voluto bene, ed è stato questo il motivo che poi mi ha spinto a  a chiedergli “l’amicizia virtuale”, anche se non gli avevo mai stretto la mano.

E già che ci sono vi cito le sue canzoni che amo di più: “Senza Pietà”, scritta insieme a Claudio Guidetti, cantata dalla divissima Anna Oxa (tra l’altro vincitrice a Sanremo 1999), “Lei Verrà” e “La Rosa dell’Inverno”, scritte insieme a Mango, che le ha divinamente musicate e interpretate.

 

Gli autori, a mio avviso, meriterebbero uno spazio molto più ampio in cui dover/poter raccontare le canzoni, perché a non sapere cosa ci sta dietro un’opera, si finisce con l’ignorarne il processo artistico, le sue fasi, e tutta una serie di aneddoti (talvolta esilaranti/talvolta serissimi) interessanti e per nulla trascurabili per chi desidera avvicinarsi e poi, casomai, persino avventurarsi nel mondo complicatissimo e al tempo stesso affascinante della musica/delle canzoni. E questo vale sia per chi la musica la produce, sia per chi la fruisce.

 

Io proporrei, in aggiunta al Dopofestival, uno spazio dedicato interamente agli autori in cui vengano intervistati e conosciuti meglio, insieme alla “storia della canzone”, perché le cose da dire sarebbero tante, soprattutto diverse “dal solito”…

 

Alberto Salerno a modo suo e con il piglio che gli è proprio questo al momento lo sta già facendo: munito di cappello, occhiali da sole e sciarpetta-bicolor rossa e blu, ha da poco inaugurato il suo personale canale youtube, dove in modo accorato, chiaro, e anche tecnico, ci porta dentro casa sua, raccontando alcuni album e alcune canzoni della nostra storia della musica, dando spazio a dettagli che non troverete altrove, non raccontate così!

 

Io ho cominciato a seguirlo, e  posso dire di aver combattuto un po’ della mia ignoranza, in particolare ascoltando “ la puntata” su Aida e l’album “Vincitori e vinti” del quale Alberto curò i testi e la produzione, e di cui durante la puntata svela alcune dinamiche interessanti circa “la contrattualistica” dell’epoca.

 

E’ stato come fare un viaggio di qualche decade fa (chissà se ero gia nata?!) e avere per tutto il tempo la sensazione di essere a casa sua, in quello che credo essere il suo studio, tinteggiato per metà di verde, colmo di libri, vinili, cd, pass di concerti…

Mi è sembrato di ascoltare un amico raccontare con  semplicità e sentimento la storia di quella produzione, svelarne gli incastri, citarne ad uno ad uno tutti protagonisti, più o meno in vista. E questa è una cosa importante, a tratti persino commovente: ridare a ciascuno la propria porzione di merito, una cosa che molti non fanno. Una cosa che fanno in pochi.

 

Tocca proprio dirlo, quando si conoscono i nomi di chi collabora ad un progetto, dagli autori, ai musicisti, ai coristi… ci si rende conto della sua “grandezza”, della sua “ambizione”e anche della sua “storicità”. Cambiano i tempi, cambiano le persone, e cambiano anche le canzoni che raccontano un preciso momento storico e la distanza che passa tra ieri e oggi.

Ascoltando la voce prorompente di Aida ho potuto immaginare un tempo in cui non ero neanche nata, ma verso il quale, grazie ai racconti di Alberto, ho provato una piacevole nostalgia.

E poiché si ha nostalgia delle cose belle, lo ringrazio e lo seguirò nei prossimi racconti, suggerendovi di fare altrettanto.

 

Inoltre, poiché su Faccia-Libro ( facebook o feisbuc, se preferite) lo leggo quotidianamente e ho appreso della sua operazione, ne approfitto per augurargli una pronta e totale ripresa: Alberto, abbiamo bisogno di ossi duri come te, poiché la realtà spesso o ci ammorba, o ci mente, o ci ammoscia!

 

Saluti anche a Mara, a cui vogliamo tanto bene, e ringraziamo per tutta la verve con cui ci fa ripigliare dalla stessa mosceria da cui ci salvi tu! (Il plurale maiestatis è un obbligo.)

 

Baci e abbracci.

Segue uno dei video della saga “Storie di Musica”, pubblicato sul suo personale canale youtube.

 

Roberta Giallo