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Mei/Indipendenti

Rubrica, MEI. MUSICA IN GIALLO di Roberta Giallo. TOSCA A SANREMO: EVVIVA!

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Tosca

Di Roberta Giallo

TOSCA A SANREMO: EVVIVA!

LA FORZA INCESSANTE DELL’ACQUA SCAVERA’ LA ROCCIA

 

Come ho già dichiarato precedentemente: di quel che amo mi piace parlare, di quel che non amo preferisco tacere.

E dopo aver appreso che Tosca sarà a Sanremo, mi viene felicemente voglia di parlare di questo Sanremo 2020, sul quale, salvo qualche innocente e divertente (almeno per me) battuta, avevo preferito “sorvolare”…

Diciamo subito che Amadeus “ci ha messo una pezza”, e intelligentemente la “rappresentanza” della musica al femminile risorge da quella scandalosa e inaccettabile minoranza (detto con tutto il rispetto) degli ultimi tempi.

Si ringrazia di cuore per il rattoppo finale.

Finalmente a Sanremo andrà una Signora-Cantante, che ha nome Tosca, per tutta una serie di motivi che ora vi andrò ad illustrare.

Innanzitutto parliamo di un’Artista, non “semplicemente” di una cantante o di una donna di spettacolo: ovvero di una Donna che ha fatto della sua vita e del suo percorso professionale un’opera d’arte, con una determinazione etica-ed-estetica parecchio rilevante per coerenza e capacità di adattamento “al nuovo”, accompagnata dalla rara abilità di saper preservare-se-stessa, la propria essenza cristallina, senza inseguire gli schemi-prefigurati e gli specchi per le allodole di un mercato falsato da tutto quel che ci raccontano, ma che dietro il “si racconta”, ha non così tanti clamorosi e conclamati successi da decantare realmente…

Tosca potrà essere davvero un esempio, un esempio di garbo, di grazia, e di incessante-costanza: una testimonianza per gli artisti e soprattutto le artiste come me, che si muovono con un proprio linguaggio e una poetica da preservare e coltivare nei “mondi della musica e dell’entertainment”, (ormai l’entertainment ha praticamente trangugiato la musica), mondi parecchio ostili e governati non tanto dal “maschilismo” (parola ormai abusata, spesso male-usata, e invecchiata-male), ma da una specie di atavica, talvolta inconscia abitudine a considerare con meno attenzione, non di rado persino con sfiducia, timore, e pregiudizio, l’arte e il lavoro-musicale femminile, fino a considerarli meno rilevanti di quelli maschili.

(Questo ovviamente senza affermarlo mai direttamente/manifestamente, per pudore e salvaguardia personale! Però, credetemi, purtroppo lo pensano in moltissimi. Dietro le quinte di ciò che è pubblicamente dichiarabile e politically correct in moltissimi lo pensano e alcuni lo dicono pure, donne comprese!). Chiusa parentesi.

Ma lasciamo stare il tono vagamente polemico e torniamo a questa regina: Tosca sul  palco di Sanremo 2020 sarà davvero l’Artista che potrà, oltre a se stessa naturalmente, rappresentare l’Arte e le ancelle dell’arte: ovvero non “le tendenze del mercato”, non “i numeri”, non “la forza bruta”; “non l’arroganza”, non il “ho riempito il palazzetto/lo stadio”, non “la quota trash”, non “la muscolarità-sensazionalista” che fa sempre presa in tv, “non la finta umiltà”, non il “sono-la-hit-del-momento”, “non il genere più trendy”, non “l’attualità-autocelebrativa” che deve difendere se stessa e trionfare a tutti i costi… ma potrà degnamente ed elegantemente rappresentare Se-Stessa, il concetto di Arte, di Arte-al-femminile e le sue sfumature a pieni meriti e poteri; scavando persino il cuore roccioso degli insensibili con la sua arte cristallina…

Mesi fa ho avuto il piacere e l’onore di essere invitata insieme ad altre cantautrici “a casa di Tosca”(Officina Pasolini) proprio in occasione di Femminile plurale, concerto/evento tutto declinato al femminile, presentato da Cinzia Fiorato e Michele Monina, appunto, in quella che ho definito da tempo “casa di Tosca”, uno spazio speciale, in cui la musica, l’arte, la cultura, e la bellezza hanno trionfato, semplicemente perché è stata data loro la possibilità di esprimersi e di Essere, liberamente.

Torno di proposito a questo evento per riportare alla mente tutta un’altra serie di qualità  che fanno grande l’artista e la persona a cui ho stretto la mano e fatto i miei più sentiti complimenti, sia per averci ospitate, sia per la bellezza e l’eleganza oggettive della sua performance.

Perché, attenzione, oggi sta diventando tutto opinabile, pure il sapere o il non saper cantare, pure lo stonare o l’essere intonati… ma, ripeto: attenzione!

Direi che in alcuni casi, quando si ha di fronte chi maneggia arte e tecnica con disinvoltura, perché “sono cosa sua”, non ci sono tante possibilità interpretative: lì c’è arte e parte, c’è sostanza e c’è forma. E tocca riconoscerlo, rispettarlo, senza troppi sofismi distorti e “distorcenti”(parola orribile, lo ammetto, ma rende bene l’idea).

Al massimo si può preferire altro, si può non essere interessati, ma non ci si può sottrarre all’evidenza della qualità. Fine.

Quello che ho potuto cogliere di persona al di là dell’indiscusso valore artistico è stata proprio la sua capacità di essere ospitale, umana: di nobilitarsi nobilitando gli altri, di condividere e di convivere armoniosamente, di trascinare, di coinvolgere, di intimare coraggio.

Sarebbe infatti “fin-troppo-facile e scontato” elogiare Tosca Donati solo per il bel canto e il sentimento che riesce a veicolare con le sue abilità canore. Stiamo parlando infatti di una big che avrebbe potuto essere a mani-basse una super-ospite, proprio in virtù del suo percorso, dei suoi numerosi e differenti riconoscimenti, della sua tenacia.

Non dimentichiamoci infatti dei suoi viaggi, del suo impegnato-cosmopolitismo, e anche del suo glorioso 2019 in cui tanti altri “blasoni”, si sono aggiunti alla sua lunga-e-luminosa carriera.

Ebbene Tosca tornerà trionfale sul palco dell’Ariston, certamente nobilitandolo e portando qualcosa di necessario, che sarebbe mancato se a quei 22 non fosse stata aggiunta, anche se un po’ in ritardo, “una come Lei”…

A questo punto forse sapete già per chi immagino di “parteggiare” quest’anno, per una volta aprioristicamente, certa che la canzone sia meravigliosa, e tanto più certa che lo sarà la sua performance.

Inoltre, il titolo Ho amato tutto lascia presagire lo stato di grazia di Tosca, che nell’amare omnicomprensivamente, ci mostra di aver raggiunto quella sorta di Nirvana che l’ha resa capace di accettare e accogliere la vita, nel bene e nel male, perché non senza dolore arrivano le gioie, e non senza fatica le soddisfazioni più grandi. Forse quella di… non aggiungo altro!

 

 

Naturalmente questa è solo una mia azzardata interpretazione a partire dal titolo. Mi perdonerete se la canzone dovesse avere tutt’altro senso.

E così alla mia gioia per la presenza al più noto festival della canzone italiana di Raphael Gualazzi, Irene Grandi, Marco Masini… ora si aggiunge quella per l’arrivo della regina Tosca, che saprà sorprendere, rallegrare, e far godere le orecchie e il cuore di coloro che li terranno semplicemente aperti…

Vi aspetto martedì prossimo, per un altro appuntamento con Musica in Giallo, la rubrica musicale più gialla che c’è, lasciandovi con il videoclip di una magistrale e ipnotica performance di “IL TERZO FUOCHISTA”, in cui Tosca deliziava il pubblico di un Sanremo di qualche anno fa…

 

Roberta Giallo

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